(...) Con l’opera di Daniele Gorret, nato ad Aosta e, tra le
altre cose, anche finissimo traduttore dal francese, stiamo leggendo
versi adamantini, comprensibili e belli.
Gorret ci dà le chiavi per capire questo mondo assurdo, dove tutte le
svolte "ecologiste" sembrano ormai àncore di mare inutili, perché il
battello Terra non può che sprofondare. Siamo troppi, siamo schiavi di
oggetti o siamo tantissimi con un mucchietto di riso al giorno, noi
ancora e fortunatamente privilegiati, ma a caro prezzo e in ogni caso le
sensibilità cambiano. E ci sono persone insensate che vogliono
sfruttare il nostro pianeta fino alla fine.
Eppure queste mie frasi vuote e retoriche sembrano non appartenere alla
fluidità, all’incanto delle poesie di Gorret. Il suo italiano è di
bellezza assoluta, non mi era mai capitato di emozionarmi fin quasi alle
lacrime leggendo e invece è accaduto. Ma non perché Daniele Gorret sia
campione di sentimentalismo, ma invero la sua lucidità su come e quando
ci siamo ridotti così è uno strazio immane. Poi i suoi versi sono
accompagnati da una "leggibilità" totale, per cui nessuno può dire che
non abbia capito certi vocaboli. (....)
CONTINUA QUI SU SOLOLIBRI A FIRMA DI Vincenzo Mazzaccaro
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