A CURA DI STEFANO DONNO VICE PRESIDENTE DELLA CASA DELLA POESIA DI COMO

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lunedì 2 ottobre 2023

Cerimoniale di Eugenio Mazzarella (Crocetti)

 Poesia di “visioni”, questa di Eugenio Mazzarella. Visioni che si accendono a farsi parola, “sopra pensiero”, nella “cosa che pensa” – “che dubita, che concepisce, che afferma, che nega, che vuole, che non vuole, che immagina anche, e che sente”. Cartesio che si fa Abacuc, il profeta che aspetta che cosa gli dia da scrivere il Signore. In una lunghissima calma, poesia che guarda il sorgere e il perire delle cose, il loro andare per il mondo che va via, a cominciare dagli occhi di chi guarda; che trascrive il dettato del “Golgota delle cose” che la coscienza ha voluto vedere scalando le mura del giardino della natura, per vedere fuori. E trovando fuori – dalla fisica, dalla natura – solo la fisica che muore, cioè noi, l’unica meta-fisica conosciuta. E tuttavia un’illusione – “che l’anima potesse essere casa/ presidio di qualcosa” – in cui tenere campo con dignità in un “cerimoniale” di presenza, “perché nella vita/ il posto è/ dove trovi posto”. Cerimoniale che chiude Opera sesta, silloge che considera ai settanta della vita “il grande Sistema del Silenzio” davanti alla Sapienza – il Poemetto di chiusura – che perdona.

 

Eugenio Mazzarella è un filosofo e un poeta italiano, docente di Filosofia teoretica all’Università Federico II di Napoli. Interprete del pensiero di Martin Heidegger, ha compiuto i suoi studi a Napoli, in Germania e a Salerno. È stato Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia della Federico II dal 2005 al 2008, anno in cui è stato eletto deputato al Parlamento italiano. Tra le sue opere si ricordano la raccolta di poesie Anima madre (ArtstudioPaparo, 2015) e i saggi Sacralità e vita (Guida, 1998), Vie d’uscita. L’identità umana come programma stazionario metafisico (Il melangolo, 2004), Lirica e filosofia (Morcelliana, 2007), Vita politica valori (Guida, 2010), L’uomo che deve rimanere. La smoralizzazione del mondo...  

 


 

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