A CURA DI STEFANO DONNO VICE PRESIDENTE DELLA CASA DELLA POESIA DI COMO

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domenica 31 dicembre 2023

Il modo in cui la luce di Michele Bellazzini (Kurumuny)

C’è un tipo di luce che non prevede ombre, che non proietta immagini oscure delle cose. È una luce verticale, centrata come da un buco dall’alto, un sole allo zenit per sempre.

La poesia di Michele Bellazzini ha a che fare con questo tipo di luce. È fatta di parole chiare, aperte, luminose come sorriso, bacio, e stella, e fiore. Sono le parole di un certo amore per le cose del mondo. Ci sono animi che più di altri sentono di fare parte di un tutto, di un movimento circolare che genera armonia, equilibrio, ordine.

Dalla prefazione di Caterina Serra

Note alla collana

Un progetto il cui vero ispiratore è Pier Paolo Pasolini, intellettuale e poeta ineguagliabile verso cui va il nostro debito più alto, è a lui che dobbiamo il nome della collana, perché fu lui che in un’estate del 1941, una mattina, girando per le strade di Casarsa sentì pronunciare da un ragazzino la parola rosada.

«Era Livio, un ragazzo dei vicini oltre la strada.
La parola rosada non era che una punta espressiva della sua vivacità orale. Certamente quella parola, in tutti i secoli del suo uso nel Friùli che si stende al di qua del Tagliamento non era mai stata scritta. Era stata sempre e solamente un suono. Qualunque cosa quella mattina io stessi facendo, dipingendo o scrivendo, certo mi interruppi subito. (...) E scrissi subito dei versi, in quella parlata friulana della destra del Tagliamento, che fino a quel momento era stata solo un insieme di suoni: cominciai per prima cosa col rendere grafica la parola rosada
(P.P. Pasolini, Empirismo eretico, Garzanti, Milano 1977).

Dalla postfazione di Milena Magnani




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