Stròlegh uscí nel 1975 in questa collana, con
un’introduzione di Franco Fortini. Era il terzo libro di Loi, ma fu quello che
lo proiettò immediatamente, nonostante il suo dialetto milanese spurio,
inventivo e non semplice, nella ristretta cerchia dei poeti italiani piú
importanti. Tre anni dopo uscí Teater, sempre nella «bianca», ed era un segnale
forte perché prima di Loi l’Einaudi aveva pubblicato un secondo libro di un
poeta italiano vivente solo in due casi: Montale e Ripellino. Nel 1978, l’anno
di Teater, uscí anche l’antologia di Mengaldo Poeti italiani del Novecento, che
si concludeva emblematicamente con un’ampia sezione dedicata a Loi, presentato
come «la personalità poetica piú potente degli ultimi anni». Una consacrazione
che sarebbe stata confermata negli anni successivi da tutta la critica, dal
pubblico e dal mondo stesso dei poeti di cui Loi è diventato un punto di
riferimento ineludibile. Questi due libri fondamentali, Stròlegh e Teater, non
erano piú disponibili da tempo. Li riproponiamo ora uniti in un solo volume,
come due ante di uno stesso flusso poematico-teatrale che mette insieme ricordi
d’infanzia, realistiche descrizioni di Milano e soprattutto personaggi
indimenticabili.
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