«mi stringo addosso il giorno
A CURA DI STEFANO DONNO VICE PRESIDENTE DELLA CASA DELLA POESIA DI COMO
martedì 6 febbraio 2024
A schiere le parole. Poesie scelte con prose e versi inediti di Jolanda Insana (Marco Y Marcos)
lunedì 5 febbraio 2024
Indice di immortalità di Marina Petrillo (Prometheus)
Marina Petrillo è poetessa ispirata, passionale, ora bardo, ora sibilla, ora un’invasata di Eleusi, profeta e sacerdotessa di antichi riti religiosi misterici: «Ho acquistato il delirio in un giorno di marzo» ammette candidamente. I suoi versi sembrano talora frutto di sogni o di giochi di un dio dispettoso, o di impalpabili dormiveglia dove la vita delle cose e dell’universo tutto sembrano a portata di mano, ma sempre inafferrabili, sempre un po’ più in là. Orizzonti larghi, spazi immensi, infiniti, si sposano a monadi di una piccolezza infinitesimale fino a sfiorare il nulla. Poesia che si nutre di pensiero, pensiero che si nutre di sogni, sogni che si materializzano in poesia fortemente evocativa. La mente del lettore ne resta ubriaca, sconvolta, incapace talora di procedere lungo il cammino tracciato dalla poetessa, tra ombre e nebbie di parole da una parte e dall’altra una luce illuminante, accecante, che cerca di sciogliere quelle ombre e diradare quelle nebbie. Una raccolta poetica di tale densità e consistenza, di tale valore, da renderla unica e preziosa nel panorama della poesia italiana contemporanea.
Madrigali e altre poesie d'amore di Giovanni Bracco (La Vita Felice)
Questo libro è dedicato a Lesbia, Cinzia, Laura, Albertine e a tutte le altre figure sulle quali si è concentrato il desiderio d’amore di poeti e scrittori di ogni tempo, che hanno reso quelle figure immortali, sublimando l’esperienza dell’amore e del dolore in letteratura. È quello che accade anche con i due cicli di madrigali di questo libro, nei quali l’autore parte dal dato sensibile della persona amata, ne osserva la trasformazione in pura idea e porta a compimento la purificazione dalle sofferenze attraverso il dono della parola. Chiude la raccolta una corolla di poesie d’amore sparse, tracce ulteriori dell’avventura erotica del poeta.
domenica 4 febbraio 2024
Fuori piove una canzone di Jannacci di Cosimo Damiano Damato (Compagnia Editoriale Alberti)
Con “Fuori piove una canzone di Jannacci” Cosimo Damiano Damato conclude per Aliberti la sua “trilogia dell’amore, delle inquietudini e delle rivoluzioni”. Un vero e proprio atto civile d’amore e di anarchia per la poesia come unico antidoto alla deriva esistenziale di quest’epoca. «È possibile che la poesia serva a salvare la vita», scrive nell’appassionata prefazione Ernesto Assante. «Di certo di chi la legge, probabilmente di chi la compone. E quando la poesia, come nel caso di Damato, si lega a doppio filo con la musica, anche se resta doverosamente silenziosa sulla carta, il gioco diventa sopraffino». Damato si conferma un artista visionario e allo stesso tempo carnale che abbiamo imparato a conoscere attraverso le sue opere non solo letterarie ma anche cinematografiche e teatrali. Come ha scritto Angelo Mollica Franco sul Fatto Quotidiano: «Le immagini mentre derubano una realtà universale, inchiodano ognuno di noi come un colpo di pistola e sanno svelare e interpretare i desideri, le mancanze, gli incubi, le aspettative del cuore umano. Una coraggiosa ricerca linguistica». A cogliere il senso di questa «coraggiosa ricerca linguistica» è stato anche Erri De Luca che sulla poesia di Damato ha scritto: «L’amore qui sbaraglia, spoglia e non assomiglia a niente prima. Il vocabolario qui è trattato da energia rinnovabile». Senza dimenticare le preziose, profetiche e seminali versi di Alda Merini dedicata a Damato: «Cosimo, Io e te siamo amici di pietà nascoste… Certamente una nuova specie che nascerà nel futuro». Ad evidenziarne l’aspetto più “rivoluzionario” è stato Raffale Nigro: «Tumultuoso e selvaggio come la sua poesia, che è un flusso di coscienza continuo, una confessione a occhi chiusi». Preziose anche le parole di Alessandro Haber: «La poesia di Damato è potente, è commovente. È uno forte, Cosimo, un uomo che non scherza, un uomo che fa sul serio che vive intensamente quello che scrive». A sancire la musicalità dei versi di Damato l’epilogo della “benedizione” nella postfazione di Stefano Senardi che scrive: «Mi toccherà produrgli un disco».
sabato 3 febbraio 2024
La natura nel mondo antico. Antologia classica da Omero a Plinio il Giovane a cura di Carlo Carena (Interlinea)
Come guardavano la natura gli abitanti dell’antichità? Lo testimoniano i maggiori scrittori, da Omero a Plinio il Giovane. Come quando Enea, nei versi di Virgilio, «dalla distesa delle acque un enorme bosco vede levarsi» mentre sbarca nel Lazio. Uno dei maggiori classicisti, Carlo Carena, sceglie i brani più belli, con testo latino o greco a fronte, per svelare un ambiente naturale, tra vegetali e animali, che aveva una forza primordiale espressa per esempio da Sofocle nel descrivere un «ulivo verdastro che nutre i fanciulli»: «nessuno, giovane né vecchio, lo potrà distruggere di sua mano: l’occhio di Zeus lo guarda e lo custodisce costantemente». Forse la lettura di questi testi antichi può suggerirci un amore maggiore per il mondo che ci circonda.
Testi in apnea di Adrian Suciu ( I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Da poco uscito per i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno la raccolta di versi del poeta e scrittore rumeno Adrian Suciu dal titolo “Testi in apnea”. Traduzioni dal romeno di Roxana Lazar e Valeriu Barbu
Adrian Suciu, nato il 21 dicembre 1970, è
considerato uno degli scrittori più importanti emersi dopo la caduta del
comunismo in Romania. Dissidente anticomunista a 17 anni (minatore fino alla
Rivoluzione), giornalista scomodo dopo la caduta del comunismo (molte cause per
diffamazione vinte contro alcuni politici rumeni), funzionario parlamentare e
governativo, Adrian Suciu è stato escluso, insieme ad altri scrittori, dalla
Unione degli Scrittori per aver criticato pubblicamente questa organizzazione
professionale di autori che ha escluso, negli ultimi anni, un numero di
scrittori 10 volte superiore a quello che ne fu escluso durante l'intera durata
del regime comunista di Nicolae Ceaușescu.
Scomodo e intransigente verso la stupidità dilagante nella società
contemporena, la menzogna e la dissoluzione morale, Adrian Suciu è un
personaggio detestato dall'establishment culturale rumeno, censurato e bandito
ma ugualmente amato dal suo pubblico. Autore di romanzi, poesie e drammaturgia,
i suoi libri hanno una diffusione notevole e hanno più edizioni. Ha vinto
numerosi premi letterari nazionali e internazionali. I suoi scritti sono stati
tradotti in arabo, ebraico, inglese, francese, tedesco, italiano, ungherese,
spagnolo, ecc. È presente in numerose antologie di letteratura rumena
contemporanea pubblicate in Romania o all'estero. La biografia dello scrittore Adrian Suciu è in se stessa un romanzo,
l'autore ha esercitato, nel corso della sua vita, i lavori più svariati:
minatore, elettricista, giornalista, consulente d'immagine, speculatore,
insegnante, editore, consigliere parlamentare e governativo. Noto giornalista, collaboratore di numerose testate, editorialista e
produttore di programmi televisivi, Adrian Suciu è attualmente presidente della
Sezione Stampa Culturale dell'Unione dei Giornalisti Professionisti della
Romania e presidente dell'Associazione Culturale Direzione 9, la più potente e
attiva organizzazione privata in Romania dedicata alla poesia.
È un importante promotore culturale,
organizzando eventi letterari e artistici, campi di creazione, i festival
nazionali e internazionali.
Motto personale: La vita si vive
senza pietà e senza illusioni!
La sua opera letteraria,
giornalistica e televisiva ha contribuito a diffondere la cultura romena in
Romania e all'estero. La poesia di Adrian Suciu è caratterizzata da
un'originale fusione di tradizione e modernità. Da un lato, Suciu è debitore
della tradizione poetica rumena, in particolare della poesia popolare e della
poesia romantica. Dall'altro, la sua poesia è aperta alle influenze della
poesia moderna, sia europea che americana. In particolare, Suciu è stato
influenzato dalla poesia di poeti come Paul Celan, Octavio Paz e Wisława
Szymborska. Questa influenza si manifesta nella ricerca di un linguaggio
poetico essenziale e nella capacità di esprimere concetti profondi in modo
semplice e diretto. La poesia di Suciu è anche caratterizzata da una profonda
riflessione sul senso della vita e dell'esistenza. I suoi versi affrontano temi
come l'amore, la morte, la solitudine, la speranza e la perdita. Suciu è un
poeta che cerca di comprendere il mondo che lo circonda e di trovare un senso
alla vita. La sua poesia è una testimonianza della sua umanità e della sua
sensibilità.
Un giornalista impegnato
Adrian Suciu è anche un giornalista
impegnato. La sua attività giornalistica si concentra principalmente sulla
cultura e sulla società. Suciu è un sostenitore della libertà di stampa e della
democrazia.In qualità di giornalista, Suciu ha contribuito a diffondere la
cultura romena in Romania e all'estero. Ha anche contribuito a sensibilizzare
l'opinione pubblica su importanti temi sociali, come la corruzione, la
discriminazione e la povertà. Suciu è un giornalista che crede nel potere delle
parole per cambiare il mondo. La sua attività giornalistica è una testimonianza
del suo impegno per la verità e la giustizia.
l’ora
esatta della fuga
Lei
è la dea. Colei che apre l'accaduto
L'ho
conosciuta quando era piccola e
teneva
compagnia alle membra perse nelle guerre
mi
mandava lettere sulle foglie sconosciute …
il
sole vegliava che la porta non si chiudesse
serpenti
intrecciati danzavano nei nostri giorni!
L'ho
amata impaziente, abbiamo fatto le nozze tra
due
lanterne frantumate; orologi morsi dalla bufera di neve
affrettavano
il braccio per prenderla
Si
sentivano nell'aria
tarassachi
amari, verso terre felici passava
il
suo lungo strascico squarciava le foreste una ad una
La
raggiungevo ad ogni angolo e
gli
edifici divennero sempre più tondi
I
bambini giravano attorno al tavolo cavalcando
il
cavallo di legno, il vecchio cuculo uscì tra le foglie
per l'ora esatta della
fuga
Info link
https://iqdbcasaeditrice.blogspot.com/
Mail – iquadernidelbardoed@libero.it
venerdì 2 febbraio 2024
La frontiera di Vittorio Sereni. Una vicenda poetica (1935-1941) di Stefano Raimondi (Unicopli)
L'atmosfera della Milano anni Trenta, l'ambiente filosofico e le lezioni universitarie di Antonio Banfi e le discussioni dei futuri portavoce della fenomenologia italiana, sono lo sfondo del percorso poetico e umano di Vittorio Sereni che questo libro intende trattare. L'analisi della sua prima raccolta poetica, Frontiera, viene infatti affrontata tenendo presente gli "immediati dintorni" della sua formazione intellettuale e gli incontri decisivi che hanno portato alla lenta, ma intensa composizione di un'opera autonoma e originale che segnerà molte generazioni di futuri poeti.
giovedì 1 febbraio 2024
Opera sull'acqua e altre poesie Opera sull'acqua e altre poesie di Erri De Luca (Einaudi)
"Per chi scrive storie all'asciutto della prosa - scrive Erri De Luca l'azzardo dei versi è il mare aperto... è che a cinquant'anni un uomo sente di doversi staccare dalla terraferma e andarsene al largo." L'acqua è l'elemento che domina, visivamente e allegoricamente, la prima metà del libro, ponendo le premesse per la più tellurica consistenza della seconda. Un'acqua che si presenta innanzitutto come elemento primordiale.
Luci nel cammino dei giorni di Francesco Canfora (Armando Editore)
Il titolo "Luci nel cammino dei giorni" vuole indicare quei momenti della vita nei quali, come improvvisamente illuminati tra le nebbie degli impegni quotidiani, ci poniamo le domande fondamentali sul nostro percorso umano. Le domande, pur essendo anche laiche, sono essenzialmente religiose, perché riguardano il nostro spirito, i nostri comportamenti e il mistero se esista o meno una vita, che prosegue dopo quella terrena. Le poesie qui riunite affrontano questi interrogativi con una visione di fede cristiana e si esprimono molte volte in forma di preghiera, perché il nostro cuore è inquieto e cerca, pur con dubbi e incertezze, un approdo sicuro nel quale poter trovare riposo.
Presentazione del libro "La casa della poesia" di Nuno Júdice su Zoom
Evento online su piattaforma Zoom
per accedere alla video troverete il link di accesso qui
Sulle pagine Facebook della Casa della Poesia di Como e de I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno saranno pubblicati 48 ore prima dell’incontro link e codice d’accesso all’evento on line su Zoom
Link 1
https://www.facebook.com/Casapoesiacomo
Link 2
L’autore dialogherà con Emilio Coco, traduttore dell’opera,
Stefano Donno, editore de IQdB Edizioni, Roberto Galaverni, critico letterario,
Laura Garavaglia, direttrice della collana “Altri incontri” e presidentessa de La Casa della Poesia di Como.
Modera l’incontro Antonia Depalma, saggista.
“Protagonista indiscussa della poesia di Nuno Júdice è la parola. Quasi non c’è poesia che non la contenga e con la quale il poeta alimenta le sue passioni, i suoi paradossi, le sue riflessioni. È essa che gli ispira le metafore e le allegorie più belle, con esse viaggia e riempie la sua valigia. Possono essere parole vecchie, relegate in un angolo del dizionario, ma quando le mette insieme, quando le unisce nel verso, risplendono di nuova luce. Ama le parole esatte, dure come gli oggetti che designano, parole che si uniscono e si sovrappongono a quelle già usate, che devasta, frantuma in sillabe, incendia, ne raccoglie i resti, gli aggettivi, gli avverbi, le preposizioni, per creare altre parole, perché la voce non si bruci e poco importa che le frasi perdano il senso, purché resti inalterato il nome delle cose. Come fa la casalinga con i panni che mette ad asciugare al sole, così fa il poeta con le parole, le attacca nel verso con le mollette, le spiana con il ferro della retorica, senza bruciarle, le sistema nel tiretto della strofa per poi tirarle fuori quando servono per fare o leggere poesia, ed esse seguono il loro percorso, sporcandosi col fango della strada, riempendosi della muffa delle case chiuse, respirando il sudore degli amanti. Si lavano, si asciugano e tornano a sporcarsi in continuazione perché fanno parte del mondo e della vita”. (EMILIO COCO)
Nuno Júdice è nato il 29 aprile 1949 a Mexilhoeira Grande, in Portogallo. Si è laureato in Filologia romanza all’Università di Lisbona e ha conseguito il dottorato nel 1989 con una tesi sulla letteratura medievale. Dal 1997 al 2004 è stato addetto culturale dell’Ambasciata portoghese a Parigi e direttore dell’Istituto Camões sempre a Parigi. È stato docente di Letteratura portoghese e francese presso l’Universidade Nova de Lisboa fino al 2015, quando è andato in pensione. Ha pubblicato studi sulla teoria della letteratura e sulla letteratura portoghese. Poeta e romanziere, è stato redattore letterario di Tabacaria, pubblicato dalla Casa Fernando Pessoa, e commissario per l’area della letteratura portoghese in rappresentanza della 49° Fiera del Libro di Francoforte, che aveva come tema il Portogallo. Le sue opere non riguardano solo la poesia e la narrativa, ma anche saggi, teatro, edizioni critiche e antologie. Dal 2009 è direttore di “Coló- quio-Letras”, rivista letteraria della Fondazione Calouste Gulbenkian. Tra gli altri premi, nel 2013 ha ricevuto il Premio di Poesia Reina Sofia per la poesia iberoamericana. In Italia, ha ricevuto i premi Europa in Versi nel 2016, Camaiore nel 2017 e Carlo Betocchi-Città di Firenze nel 2022.
Info link:
https://iqdbcasaeditrice.blogspot.com/2023/10/la-casa-della-poesia-di-nuno-judice.html
mercoledì 31 gennaio 2024
Gemello falso di Antonio Bux (Avagliano)
Un viaggio senza sconti nel mondo della psiche e della metamorfosi che mette al centro i temi del comportamento alimentare e la difficile gestione del corpo e della mente per chi, come l'autore, soffre di disturbi legati al cibo. Qui l'io narrante spesso si interroga sul senso del doppio. Ed è così che il gemello falso non è solo quella parte di sé che si perde o ritorna, ma anche quella personalità in ombra che spesso prende il sopravvento. I componimenti presentati in questo libro sono dunque al tempo stesso sia il simbolo del clone generato dalle due anime (quella buona e magra e quella cattiva e in carne), sia quella trinità sfiorata dal poeta per un istante verso la chiusa del libro, come a testimoniare, più di ogni altra cosa, l'importanza iniziatica dell'intero percorso di un'opera che si può ritenere il diario in versi di un'esistenza passata a esorcizzare il proprio specchio.
Pane del bosco. 2020-2023 di Chandra Candiani (Einaudi)
Una guida accessibile e autorevole a cos'è e a come funziona un «discorso», di particolare utilità per gli studenti che si occupano di linguaggio, comunicazione, scienze sociali e psicologia, e per tutti noi.
martedì 30 gennaio 2024
Amo le parole. Poesie 2017-2023 di Roberto Mosi (Giuliano Ladolfi Editore)
La raccolta di Mosi, una retrospettiva di ben sette anni di pubblicazioni dal 2017 al 2023, ci mostra come nel tempo il poeta abbia indirizzato la sua attenzione e il suo cuore verso un mondo carico di esaltazioni e sofferenze, di problematiche ambientali e logorii esistenziali, di fascini e leggende, di sapienza storica e abile documentazione, confermando di saper fare poesia a tutto tondo e sempre in modalità di stupore e leggerezza ma anche con profondità dialogiche di tutto rispetto come nel caso dei suoi "Dialoghi con Marcel Proust" e con personali gratificazioni emozionali come in "Orfeo in Fonte Santa" e "Sinfonia per San Salvi".
La pietra sul tempo di Sandro Buoro (Latorre)
I paesaggi e le cose, le case che crollano, i coppi, la pioggia che consuma, battendo il tempo sulle pietre… questa ultima raccolta del "poeta contadino" Sandro Buoro è piena di cose che soffrono. Un'atmosfera elegiaca la pervade, virgiliana. Vediamo e ascoltiamo le lacrimae rerum, le strida mute degli oggetti che lo specchio accomuna ai viventi nel loro "correre alla morte".
lunedì 29 gennaio 2024
Le volontà nobili di Imperatrice Bruno (Nulla Die)
"La penna di Imperatrice Bruno è una bocca, la bocca della poesia, che pulsa in lei come un vulcano in perenne promessa di eruzione. Non sorprenderà che i versi trattenuti a stento tra le pagine siano incandescenti, perché lo sono mente e corpo che li hanno generati: le parole scottano di vita già troppo vissuta, di pensieri e di azioni già troppo arsi dalla presuntuosa fallibilità umana. Eppure, si può ritardare la resa - si può quantomeno provare a farlo. Nella poesia, infatti, storia e speranza, con le parole di Seamus Heaney, possono rimare. A chi incontrerà questo libro l'autrice lascia direttive precise, «amabili e terribili», affinché il suo dono, violentemente sincero e sofferto, si compia pienamente: «panacea» indispensabile per garantire all'anima un futuro senza inganni." (Marco Sonzogni)
Il piede sulla Luna. Poesie 1980-2023 di Michele Arcangelo Firinu (Fermenti)
«Firinu si attiene a un nichilismo fecondo, professa un sarcastico rifiuto di ogni chiesa, dismette ideologie e certezze filosofiche consolatorie, rifuggendo da rassicuranti, stabili ripari nel quotidiano… In una prosodia battente, scandita in strofe che ammettono di frequente le rime, la scrittura si pronuncia contro, capace di una desolata simpatia per i vinti essa che è tra i vinti della storia: e dunque si fa quando irta, quando sprezzante, quando amaramente ironica, quando straniata, quando incline a cachinni, quando sganasciata in sbotti comici e in scatologiche impennate.» (Marcello Carlino)
domenica 28 gennaio 2024
Lingua di mezzo di Giuseppina Biondo (Interno Libri)
"Lingua di mezzo" è una raccolta di ottantadue poesie che pone al centro la lingua come linguaggio e la lingua come organo. Si susseguono così componimenti che usano la ə come vocale, il pronome personale di terza persona al plurale invece che al singolare, tutti, questi e altri, artifici oggetto del dibattito linguistico e grammaticale contemporaneo; e tante sono le poesie d'amore che giocano con la lingua come strumento ultimo del bacio. Anche laddove non si giunge al compimento di quest’ultimo, vi è una ricerca di comunicazione, tesa a sfruttare qualsiasi mezzo per unire le persone. Ciò acquista significato e diventa simbolo equivalente degli stessi mutamenti vocalici, grammaticali che tendono all’inclusività. L’autrice si muove così nel tentativo di trovare un equilibrio tra le esigenze contemporanee e la formalità di una lingua che rischia di essere arricchita o limitata dagli stessi espedienti.
Non ti arrendere. Poesie dal 2020 al 2023 di Marta Lucia Ghezzi (Gruppo Albatros Il Filo)
Le poesie di Marta Lucia Ghezzi si distinguono per la marcata affermazione del punto di vista dell’autrice, che non è una manifestazione individuale di pensiero, ma rimanda a una dimensione collettiva, conflittuale, politica. Esso è, soprattutto, prendere posizione. Per questo si può affermare che quella di Ghezzi è una poesia “partigiana”, che esalta la partecipazione nella sua triplice declinazione di essere parte, sentirsi parte e fare parte. E lo fa dal punto di vista di donna, femminista, di sinistra. Marta Lucia Ghezzi è nata a Marchirolo, in provincia di Varese, il 26 aprile 1941. Dopo il diploma magistrale si è iscritta a Roma a una Scuola di Servizio sociale e a Pedagogia. Ha lavorato al CMPP del Pontificio Ateneo Salesiano e all’ARCI (Associazione Romana Comunità Immigrati) a Roma. A Pavia nel 1963 è stata assunta all’ENAOLI (Ente Nazionale Assistenza Orfani Lavoratori Italiani) e, dopo lo scioglimento dello stesso Ente si è trasferita al Comune di Pavia in cui, col ruolo di dirigente ha lavorato fino al 2003 nei Servizi sociali promuovendo anche il servizio Pari opportunità. Dopo il pensionamento ha intensificato le attività di volontariato e di impegno politico, sociale e culturale in varie associazioni e movimenti (femministi, ambientalisti, pacifisti, politici e culturali). Ha scritto numerose pubblicazioni di poesia tra cui Io e Bianca, Giuditta e io, Poesie erranti, Insopprimibili oggetti/soggetti di desiderio.
sabato 27 gennaio 2024
Io. Una trentina di poesie, 2021-2023 Io. Una trentina di poesie, 2021-2023 di Carlo Eligio Mezzetti (Edizioni Iod)
Essendo un estimatore di whisky pregiati, potrei definire il mio lavoro poetico come il distillato sincero e genuino del vissuto, del visto, del sentito e del pensato… che a goccia a goccia ha stillato nel tempo della vita nei versi di questa raccolta, che non a caso ho intitolato con un “IO” attraversato da un graffio, da una ferita o feritoia (di fontaniana ispirazione), dai quali spillano e sgorgano insieme, in un solo condensato, l’essere, la persona, il senso, lo stile e i contenuti di ogni singola poesia. La poesia è per me la forma espressiva più personale e allo stesso tempo più pubblica che esista. La libertà è sempre stata la cifra del mio pensiero e (per quanto possibile) della mia vita, e inevitabilmente del mio scrivere. Non c’è menzogna in questi versi, talora sgradevoli, altre volte lirici, testimoni di chi è arrivato alla fine del mondo e ha ancora nostalgia dell’altrove. Lingua cruda, ma di elegante ironia, densa di citazioni nascoste, di sangue, merda, corpi stremati, cadaveri, macerie, fumo al carbon fossile, alta gradazione alcolica, amore e amicizia veri. Quindi, astenersi stomaci deboli…
Antologia della poesia giapponese. Testo giapponese a fronte. Vol. 1: Dai canti antichi allo splendore della poesia di corte (VIII-XII secolo) a cura di Edoardo Gerlini (Marsilio)
«Come acque che s'infrangono | alte contro le rocce | nel fiume Yoshino, | rapida irruppe in me | la passione d'amore.» – Ki no Tsurayuki
Fin dai primi contatti con l'Occidente la poesia giapponese non ha smesso di colpire l'immaginazione degli europei per via delle sue peculiari caratteristiche come la brevità dei componimenti, il costante riferimento agli elementi naturali, la particolare importanza data alla calligrafia, la sostanziale assenza di rima compensata dalla scelta di strutture ritmiche e prosodiche estremamente durature: caratteristiche queste spesso fraintese o deformate da una visione tipicamente orientalista ed eurocentrica di stampo novecentesco. Questo inedito progetto editoriale in tre volumi, corrispondenti al periodo antico (fino al 1185), periodo medievale (fino al 1868) e periodo moderno (fino alla fine del secolo scorso), si propone di selezionare e presentare sotto una nuova luce versi, canti e liriche prodotti in Giappone nell'arco di più di diciotto secoli. Un ricco apparato critico e il testo a fronte rendono questa antologia un prezioso strumento di studio e riferimento sia per l'esperto di culture dell'Asia orientale che per il semplice appassionato di poesia e letteratura mondiale.
Il primo volume dell'Antologia, Dai canti antichi allo splendore della poesia di corte (VIII-XII secolo), raccoglie più di trecento componimenti scaturiti dal pennello di circa un centinaio tra i più rappresentativi poeti dei periodi Nara (710-794) e Heian (794-1185). Le venti sezioni che compongono il volume corrispondono alle più importanti raccolte e antologie compilate nei primi secoli della storia della letteratura giapponese, come il Man'yōshū, il Kokinshū, il Kaifūsō, ma anche opere mai tradotte in italiano come il Kudai waka o lo Honchō monzui. Canti religiosi, struggenti poesie d'amore, elaborati giochi di parole e artifici retorici che diventeranno modello imprescindibile per tutta la successiva storia letteraria dell'arcipelago. Un'attenzione particolare è stata inoltre dedicata alla poesia in cinese composta da giapponesi, che rappresenta l'altra faccia di questa tradizione poetica, spesso sconosciuta al lettore europeo.
Olocausto di Luca Imperiale (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
“Un bel giorno – i giorni sono belli – mi sono svegliato dove non c’erano le mie finestre né i miei quadri, non c’era il crocifisso, il letto era un altro letto: non era un letto ma uno spazio simile ad una bara, uno spazio tra un legno sotto i piedi e l’altro legno sulla testa. Mi accorsi dopo pochi minuti che ero in compagnia di tanti fiati e nessun fiato riconosceva il suo proprio fiato e neppure il suo letto. Avevo un pigiama che non è mai stato mio, una magrezza che non è mai stata mia, un tatuaggio che non è mai stato mio – il mio corpo era il corpo degli altri che c’erano. Il prete recitava il rosario tutte le sere, il rabbino recitava le sue preghiere tutte le sere – insieme abbracciavano i cuori e le profonde ferite di noialtri. Seppi che era un prete, seppi che era un rabbino… lo seppi quando non tornarono mai più.” (Luca Imperiale)
Partono i treni, trasportano bestie – così rispondono i vampiri
a chi chiede loro chi c’è in quei vagoni.
Partono i treni,
nelle botteghe si dice della voglia di andare, nei pressi delle piazze
i mugugni si fanno strada – esiste la favola del binario, della stazione
dove ci si arriva per cenare insieme
se nella casa di legno c’è spazio per tutti…
e ci si fissa a vicenda, poi qualcuno scompare
Un racconto in versi, la sequenza delle immagini ci accompagna nell’incubo: il tragico viaggio verso l’olocausto scandito atto dopo atto, questo Olocausto di Luca Imperiale, l’autore è protagonista, come in una mimesi s’incarna in ciò che non ha conosciuto, si fa testimone e interprete del dolore, della rassegnazione e della speranza. I pensieri s’addensano e il lettore, anche lui, è chiamato all’atto della presenza, della condivisione come a partecipare a una preghiera. L’olocausto è stato (è nel suo ripetersi) un momento di sacralità, ma poco rimane nel presente di quella (necessaria) memoria, siamo chiamati oggi a celebrare una ritualità sancita, una ricorrenza svuotata di senso e tutti siamo soli, incapaci di reagire, piegati e senza speranza. (dalla nota di lettura di Mauro Marino)
Luca Imperiale è nato a Brindisi nel 1983. Vive a Sannicola, nel Salento. Nel 2015 si è iscritto all’istituto di scienze religiose di Lecce, l’ISSRM “Don Tonino Bello” conseguendo il titolo magistrale con una tesi “Tratti antropologici in Dostoevskij. Nell’inquieta sofferenza la libertà cristiana”. Ha “I giorni dell’ombra. Diario degli occhi disarmati” (Musicaos editore, 2020); ha curato “Danteide(e)” (5emme), raccolta di contributi scritti in occasione del 7ooesimo anniversario della morte di Dante Alighieri. Nel 2022 ha pubblicato, il poema “Il Balordo” per Spagine – Fondo Verri edizioni e il racconto in versi “Il tempo di Pinocchio” per Controluna. “Inquietudini” è il suo primo romanzo per i Quaderni del Bardo Edizioni. Nel 2024 sempre per la stessa casa editrice pubblica la raccolta in versi Olocausto
Info link
Tutto è incontro di Giambattista Anastasio (La Gru)
La poesia è lo sparuto lume della candela: ci aiuta a convivere con il buio, benché non lo vinca, con la notte, benché non la disperda, ci aiuta a restare nella stanza, accettandone gli angoli oscuri, accogliendone il mistero. E in quel restare nella stanza semibuia, in quel permanere nella notte, in quella rinuncia a fuggire, consumiamo l'incontro più alto e sorprendente di tutti: l'incontro con noi stessi.
venerdì 26 gennaio 2024
Quarantanove poesie e altri disturbi di Cristina Alziati (Marcos y Marcos)
Con autenticità e maestria rari, Cristina Alziati coglie e trasmette “disturbi” riscattandoli in parole folgoranti.
giovedì 25 gennaio 2024
Corpuscoli di Krause di Fabiano Alborghetti (GCE)
Raccolta completamente diversa da ogni precedente pubblicazione, questa di Fabiano Alborghetti. Poeta solitamente di largo respiro, noto per i romanzi in versi, per la prima volta affronta la dimensione breve. Se fosse un romanziere, questi sarebbero racconti. È invece poesia, ma la limpidezza della lingua e la chiarezza della narrazione restano la sua cifra, riconoscibile e amata. Città, scavi archeologici, fisica quantistica, lutto, il mondo del lavoro, malattia, botanica. Non c'è ambito che viene escluso dalle sue storie ed ognuna eleva dal fango all'epica. Alborghetti non abbandona mai la sua vena più civile e profonda, intima: gli resta fedele facendo del sogno - e non solo della realtà sociale - una nostalgia ontologica, una nuova stagione creativa che brucia la realtà. La storia umana spesso inumana e impietosa, dove il tempo affretta e la cronaca parla sempre più dal fondo: per combatterne i disorientamenti, i contrasti, ecco lo spiraglio di un punto di domanda. Corpuscoli, sollecitazioni termiche e sensoriali che emergono. Sono un respiro. Forse una traccia. Le poesie di Fabiano Alborghetti sono storie. Ogni sua storia diventa poesia.
mercoledì 24 gennaio 2024
Lettere ad Amelia Rosselli con altre lettere familiari e prime poesie (1915-1951) di Alberto Moravia (Bompiani)
Alberto Moravia era legato per nascita ai fratelli Rosselli: Carlo e Nello, assassinati in Francia su mandato del fascismo italiano. Con loro, suoi cugini, e con tutta la famiglia Rosselli, in particolare con la zia Amelia, Moravia intratteneva un costante carteggio, qui raccolto con circa 60 lettere. Molte sono state scritte da Moravia durante la degenza al sanatorio di Cortina e testimoniano della sua sensibilità di adolescente e della formazione letteraria e culturale nel periodo della lunga convalescenza. Quel che ne emerge, insieme ad altre lettere famigliari e ai primi esercizi poetici, è un vero e proprio ritratto dello scrittore da giovane - quando già letture e interessi facevano presagire il futuro di grande scrittore che di lì a poco lo aspettava.
Il cimitero marino e altre poesie di Paul Valéry con la traduzione a cura di Rosa Anna Rita Costanzo (Edizioni Theoria)
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