A CURA DI STEFANO DONNO VICE PRESIDENTE DELLA CASA DELLA POESIA DI COMO

A CURA DI STEFANO DONNO VICE PRESIDENTE DELLA CASA DELLA POESIA DI COMO

domenica 14 aprile 2024

Peste e guerra. La poesia non salverà la vita di Paolo Fabrizio Iacuzzi (Interno Poesia Editore)

 Poesia come malattia virale, rivolta e ribellione del linguaggio alle imposizioni di potere che lo attanagliano. Ma anche poesia come storia sotterranea degli esclusi, dei vinti, dei sommersi, dei diversi, dei caduti in mare a poche miglia dalla meta. Come il timoniere di Enea, Palinuro, la sua tomba inquieta: come Io, la ninfa che si "leva" e si staglia contro la violenza che la calpesta. "Peste e Guerra. La poesia non salverà la vita" è l'inedito viaggio con una bicicletta Bianca, immagine di resistenza o meglio di resilienza di una scrittura poetica nell'arco di quarant'anni: dalla guerra di Bosnia a quella dell'Ucraina, dall'Aids al Covid-19, dalla violenza alla discriminazione sessuale. Paolo Fabrizio Iacuzzi concepisce la sua bicicletta come fosse la nave Argo, assemblando e smantellando brandelli della sua poesia e della sua esperienza intellettuale, trasfondendo il suo sangue e quello della sua famiglia dentro la Storia: una sorta di autofiction epica e corale. Un libro Arlecchino, un libro Frankenstein: una prima parte composta da versi scelti dalla vasta produzione di uno dei maggiori poeti della sua generazione e una seconda che mette in scena il dialogo con il suo interlocutore-curatore-inquisitore, il giovane poeta Michele Bordoni. Non un monologo, non la storicizzazione di una carriera poetica giunta al suo punto di massima altezza. Semmai una restituzione al mondo della voce che, prima inspirata, viene ora espirata nella condivisione e nel contagio dei valori della poesia, del potere delle immagini e della forza dei colori. Una celaniana "svolta del respiro" che non salverà la vita solo perché il suo compito è quella di renderla possibile.




Rime alfabete. Ventuno filastrocche per imparare a scrivere il mondo di Bruno Tognolini (Salani)

 «Posso dire che Tognolini eguaglia il Rodari migliore?» – Tullio De Mauro


Imparare l'alfabeto è difficile, anche se una volta cresciuti non ce lo ricordiamo. Ma è anche un gioco, è creare immagini assurde e sensate insieme, è stabilire assonanze che rimarranno per sempre con noi. Ecco allora ventuno rime per ventuno lettere: poesie un po' scioglilingua e un po' filastrocche, frizzanti e festose come un sabato pomeriggio al parco, da leggere insieme o da mormorare sottovoce, quando la lettera successiva è proprio sulla punta della lingua



sabato 13 aprile 2024

Onda statica di Italo Testa (Zacinto)

 Anche tu, come tutti gli altri, tu come tutti gli altri, chiamalo come vuoi, chiamalo amore, come vuoi, è solo silenzio e fame, e gli altri che non ci sono mai, quando li cerco, quando ho bisogno, tutti, indistintamente, e io che non ci sono mai, io qui persa, io quell’ombra.





A un passo dalla vita di Gianpiero Grasso (StreetLib)

 Le poesie in questo volume sono intime ma per tutti. Perché così come dice “i sentimenti sono di tutti e per tutti. L’amore non è mio, è degli altri”. Sono rimasto affascinato dalla dedica, solitamente una dedica è verso qualcuno, lui scrive alla sua vita. “Un giorno c’incontreremo e ci metteremo a ridere, a piangere, e a capire di nuovo che saremo per sempre inseparabili”. Non serve essere studiosi per capire che Gianpiero ringrazia la sua vita che ha reso così tanto bello tutto, anche le battaglie. La sua dedica è per tutti coloro che lo hanno conosciuto da più vicino, dai suoi figli e sua moglie alle persone che lo amano. Perché tutto è parte della vita stessa e saremo inseparabili. “A un passo dalla vita” è quell’incontro che ci rende uniti, come la poesia dedicata al padre, al figlio, alla moglie e al suo vivere semplice ad aspettarla senza soldi davanti alla scuola, o come la poesia “Oggi ho lavorato con te”. Tutte meritano attenzione, ad ogni riga ci dovremo soffermare e capire cosa sia la nostra vita e la sua vita.




venerdì 12 aprile 2024

Alma. Ediz. illustrata Maurizio Gimigliano (Grafichèditore)

 Il termine "Alma" è qui usato nella variante poetica per "anima", un sostantivo quasi regale nella sua solitudine, ...Nel titolo è racchiusa, dunque, l'intenzione poetica dell'autore: egli vuole mettere a nudo la propria anima e offrirla al lettore in un patto di sincerità (letteraria) per siglare l'autenticità dei propri sentimenti, ma siamo pur sempre nel campo della poesia dove la rappresentazione, espressa nell'artificio del verso, può raggiungere il massimo grado di irrealtà. ...Sono poesie "sull'Amore", le sue, ma costruite sull'intenzione, sul fantasma del desiderio e non sulla realtà. "Amore", nel suo continuo ed eterno ritornare, è il luogo e il centro motore di un fare poetico che se lo ripropone come mito da rievocare affidandolo a una tramatura preziosa e sfrangiata di dialoghi mancati, presenze/assenze, voci misteriose, felici metamorfosi e lacerti di paesaggi...




JORGE - Sotirios Pastakas - 12 Dicembre 2023

giovedì 11 aprile 2024

La signorina Nessuno di Giorgia Soleri (Vallardi A.)

 La difficoltà di amare in silenzio, l'arte di saper aspettare, di desiderare a distanza. Ma anche la fatica di vivere entro i confini del proprio corpo, le battaglie di tutti i giorni, la perdita e il dolore sono i temi che Giorgia Soleri esplora nel suo primo libro, in cui poesia, prosa e illustrazioni si avvicendano come in un canto e controcanto. Intrecciando nei suoi versi i fiori con le spine, l'ardore con la disperazione, il desiderio con la quotidiana sconfitta, l'autrice riesce a creare scorci di insperata, abbagliante luminosità. Perché i versi di Giorgia fanno «il rumore dei fiori quando crescono» e allo stesso tempo urlano come una chitarra distorta. Con parole che creano spazio e alzano il volume, Giorgia Soleri rivela una voce nuova e potente, in grado di cantare l'amore toccando le corde più profonde e intime di tutti noi.

Non avere paura
accartocciami
incendiami.
La magia dell'amore
è che non sarò mai cenere.
Tornerò sempre
a essere me stessa
e mi ritroverai
sorridente, ad aspettarti.
Perché tra tutte le forme
quella che s'incastra meglio
tra le braccia tue
sono io.




Sguardi Condividi di Julia Hartwig (Elliot)

 “Ascoltate come canta l’eco con la sua canzone trionfante noi non siamo più ma lui vive ancora agli alberi affida i nostri segreti e la luna quando la guardo sembra la stessa di allora Nella luce pallida si vedono le vestigia di oggetti segni di occupazioni e di vita di gente che di giorno passava qui luoghi e immagini attendono la loro ricomparsa anch’io, quando me ne sarò andata, forse brillerò nel buio”.




mercoledì 10 aprile 2024

Sotto falso nome di Stefano Simoncelli (PeQuod)

 Era l'alba da qualche attimo/ quando sei ritornata a casa/ sedendoti sulla poltrona/ che era di tuo padre, in veranda,/ a guardare la pioggia che picchiava/ senza compassione l'erba del giardino./ «Sei venuta a riprendere il tailleur/ azzurro delle nozze?» ho chiesto/ porgendoti una tazza di caffè/ appena fatto. «No, preferisco/ l'abito bianco della cresima,/ più elegante e luminoso»/ hai risposto continuando/ a guardare la pioggia/ e senza bere il caffè./ «Eri magica nella foto/ in quella chiesa di Milano»/ ho detto cercando di sfiorarti/ non so se la mano o la fronte./ «Grazie» mi hai sussurrato/ alzandoti e scomparendo/ molto al di là della pioggia.




La ballata di Nina Simone di Francesca Genti (HarperCollins Italia)

 Eunice Kathleen Waymon nasce a Tryon, Nord Carolina, figlia di una reverenda e di un tuttofare, il 21 febbraio 1933. E subito mostra un dono, per la musica e il canto, tanto da far urlare la comunità di fedeli della sua chiesa al miracolo. E, poiché i doni di Dio non vanno sprecati, Eunice viene messa a studiare la musica classica con il massimo rigore. Inizia così, tra casa e chiesa, studio e salmi, il percorso di una delle più straordinarie cantanti e musiciste del XX secolo: Eunice Kathleen Waymon, nota al mondo come Nina Simone. Un percorso fatto di musica, certo, ma anche di dolori, di matrimoni falliti, violenze subite, razzismo. Fino alla presa di coscienza, grazie anche all'incontro con Martin Luther King, all'esempio di Rosa Parks. E grazie alla musica, che diviene strumento di lotta e disobbedienza, di risveglio delle anime e delle coscienze. Una delle migliori poetesse italiane degli ultimi trent'anni, Francesca Genti, scrive sulla vita di Nina Simone un romanzo in versi. E lo fa in modo meraviglioso, con un uso sapiente del metro e della rima, creando un libro che ricorda le antiche ballate medievali ed è al tempo stesso unico e modernissimo, raccontando la vita straordinaria di un'eroina contemporanea, perfetto esempio e modello della lotta contro il razzismo e per l'emancipazione femminile. La ballata di Nina Simone è un miracolo letterario, inaspettato e travolgente, un inno alla libertà che fa brillare la stella, oggi più attuale che mai, della grande artista afroamericana.




martedì 9 aprile 2024

I racconti del salice. Poesie di una foresta disincantata di Mariachiara Scotti (Serra Tarantola)

 «Personaggi letterari popolano i versi di Scotti, cuori impavidi, anime di fuliggine. Ma c'è anche la ricerca di un bene superiore, che trascende la sofferenza e si fa strada fra questi poemi. Scotti cuce e ricuce sensazioni, percezioni di natura e vita, che si intrecciano alla fiction di vite di carta».



Bello Mondo di Mariangela Gualtieri (Einaudi)

 La poesia è qualcosa che fanno i morti, sembrano spesso pensare i giovani. Eppure sono proprio loro quelli piú affamati di poesia, quelli che possono accogliere la densità poetica con il cuore davvero spalancato. E questa silloge di Mariangela Gualtieri, che mai ha smesso di essere ragazza ardente, si compone delle poesie che lei stessa ha immaginato poter risuonare più forti nelle loro anime spaesate, sole e assetate di vertigine. Dentro ci sono i suoi componimenti che più bruciano, che parola dopo parola incidono solchi nella carne viva di ogni lettore, e che ne hanno fatto una delle poetesse più lette e amate d'Italia; la poetessa che meglio può arrivare a toccare i sentimenti di chi attraversa quella stagione della vita in cui ogni cosa pare brillare di un amore più intenso e più vero. Con otto disegni a colori dell'autrice.




lunedì 8 aprile 2024

Nel nome della madre di Aimara Garlaschelli (Einaudi)

 Nel 2018 Aimara Garlaschelli ha curato e tradotto La terra desolata di Eliot. Questa importante esperienza si è senz'altro riverberata in questo suo poemetto, che emblematicamente ha lo stesso numero di versi del modello eliotiano (433) e la stessa ambizione di contenere tutto. Nel nome della madre presenta infatti tracce significative delle tragiche cronache dei nostri giorni, ma anche del femminile attraverso il mito. Ci sono i corpi nel loro aspetto piú sgradevole ma anche l'incanto degli angeli, gli aborti e le nascite, e poi la storia, il linguaggio, le reminiscenze letterarie. E molte immagini di uccelli che attraversano tutto il poemetto: rondini, allodole, falchi… Tutti riuniti in un rondò finale in forma di sestina dove queste figure di volo, di elevazione e di libertà suggellano un percorso che era partito dal fondo dei mari. Nei versi di Aimara Garlaschelli c'è una forte volontà di riappropriazione del sacro al di fuori da ogni canone religioso. Il poemetto funziona da preghiera laica in cui le parole significano ma sono anche suoni rituali. La musicalità di questa poesia, attraverso il pieno controllo di una grande sapienza metrica, riesce a dire anche dove i significati non possono arrivare.




Ai naviganti di passaggio di Elena Saviano (Armenio)

 L’autrice siciliana dà alle stampe un’opera che ha la struttura di un vero e proprio memoriale, denso di folgoranti immagini, di intimi pensieri, di riflessioni culturali.



domenica 7 aprile 2024

Se non come di Chiara Galassi (BESA MUCI)

«La scrittura poetica di Chiara Galassi [...] si situa anzitutto nell'itinerario della poesia breve. Ogni testo della Galassi si risolve in pochi versi: un pensiero, un'illuminazione, un tuffo nel passato, una venatura di malinconia. Anche quest'ultima silloge conferma la scelta di campo dell'Autrice. Così come prosegue il suo percorso di mantenere in piedi le sue due anime linguistiche: l'italiano e il dialetto triestino». (Dalla prefazione di Daniele Giancane). Postfazione di Valerio Meattini. 




Il libro della lettera arrivata, e mai partita di Mario Santagostini (Garzanti)

 Mario Santagostini scrive una anomala, originalissima autobiografia in versi dove chi racconta incrocia la storia della propria vita con quella di altre vite, passate e reali o solamente possibili. Così, l'autore retrocede in momenti della Storia che non ha mai vissuto in prima persona e lì osserva chi c'era, registra cosa ha fatto e cosa avrebbe potuto fare, immergendosi in un vissuto e una memoria collettiva dove l'io tende a dissolversi fatalmente nella moltitudine. Nella nostra esperienza, sembra dire Santagostini con una mossa altamente visionaria, tutto accade in un tempo «strano», dilatato, dove passato e presente, reale e non reale si incontrano fino a coincidere e si creano connessioni sorprendenti. La biografia, allora, diventa il resoconto di quanto è accaduto e di quanto poteva accadere, o di quanto, forse, accadrà. Il libro della lettera arrivata, e mai partita è una silloge densa e forte, percorsa da un'altissima tensione espressiva. E rappresenta una tappa fondamentale nel tragitto creativo di Mario Santagostini, autore tra i maggiori della nostra poesia.




sabato 6 aprile 2024

Mosaico del viandante di Adelio Fusé (Book Editore)

 Terzo capitolo - dopo "La veglia del sonnambulo" (2016) e "Tempo ventriloquo" (2019) - di una trilogia dell'erranza, "Mosaico del viandante" mette in scena un tu - il viandante - meticolosamente seguito nei suoi continui quanto imprevedibili spostamenti e incontri dall'io del poeta. Ne deriva una sorta di diario in seconda persona, nel quale l'io è tutt'altro che assente: l'io e il tu sono ognuno l'ombra dell'altro. Passato, presente e futuro si fondono in un'unica dimensione temporale trasfigurando il reale. Protagonista di un viaggio in espansione costante e giocoforza incompiuto, il viandante si imbatte infine in un mosaico raffigurante un suo lontano omonimo, un "rabdomante di sentieri / nella geografia del tempo". Lí il percorso non si conclude ma si rinnova.




Finché il sangue non ci separi di Alessandro Russo (Leonida)

 "Attraverso la poesia, Alessandro Russo sfaccetta il diamante grezzo dell'amore, dell'amicizia, del vivere quotidiano, rendendo luminosa ogni cosa. In "Finché il sangue non ci separi" si trova così quel vivere tutti le stesse paure, i medesimi desideri" (dalla prefazione di Ylenia Bagato).



venerdì 5 aprile 2024

Effatà. Versi sulla guerra. Ediz. italiana e ucraina Gianluca Rubino di (Libritalia.net)

 "I versi raccolti in questo volume vogliono essere la testimonianza di una realtà contraddistinta da un'atroce guerra, quella in Ucraina, che sta uccidendo migliaia di persone e bambini innocenti. Allo stesso tempo rappresenta uno spunto per riflettere coscientemente sulla barbarie del nostro tempo. In un'epoca come quella odierna, la parola "effatà", che in aramaico significa apriti, diventa uno dei segni importanti della poesia e della stessa società. Ed è proprio con la poesia che l'essere umano inizia a guarire il suo cuore, a sperimentare ogni giorno la meraviglia dell'effatà, di questo aprirsi, per vivere in armonia con le cose e con l'altro".




Gabriele Frasca, Lettere a Valentinov, Luca Sossella Editore

 Mettendo a risuonare l’offensiva di primavera e un articolo di Pasolini del 1974, le purghe staliniste e la corsa allo spazio, i fatti del 1977 e una zarzuela di José Serrano Simeón, un sogno inquieto di Trockij e l’incubo prossimo al risveglio di Philip K. Dick, Frasca descrive un mondo che era già in quarantena prima che ce ne accorgessimo.


Le Lettere a Valentinov nascono intorno a un’interrogazione: com’è accaduto che un secolo iniziato con l’inerzia progressiva delle rivoluzioni sia culminato nella restaurazione di una società ferocemente iniqua e diseguale? E che ruolo hanno in questo scivolamento le pandemie? Gabriele Frasca risponde indagando non poche “rime della storia”, e fra tutte quella che lega l’epidemia di spagnola di un secolo fa, arrivata a falcidiare l’Europa e il pianeta insieme alla prima guerra mondiale, a quella in corso.




giovedì 4 aprile 2024

Ciro Formisano, L’etereo istante, Graus Edizioni

 «Questo terzo lavoro dal titolo L’etereo istante nasce negli attimi di vita, negli sprazzi di luce e ombre che ogni giorno viviamo vivendo la vita in una visione onirica determinata nella scrittura, vomitata e intrisa su fogli quale ultimo atto di una inquietudine (le mie composizioni seguono un ordine cronologico di scrittura) dell’artista, dell’uomo e non solo, in ognuno di noi, una fotografia di momenti di istanti che diventano eterni. Oggi più che mai la poesia è quello spazio indeterminato che non appartiene all’ordine di obsolescenza programmata cui ormai fa parte la nostra vita, le nostre amicizie e persino la nostra intimità.» (l'autore). Prefazione di Annella Prisco. Postfazione di Angela Procaccini.




Tremalume di Fabio Pusterla (Marco Y Marcos)

 «Tremalume è una parola che ho inventato io» racconta Fabio Pusterla. «È apparsa sulla pagina mentre provavo a scrivere una poesia un po' strana, e mi è balzata agli occhi come il titolo migliore per il mio nuovo libro. Tremalume: un neologismo in cui il tremore, la minaccia e la preoccupazione non eliminano affatto la piccola sopravvivenza di un lume, di una minima luce a cui affidarsi.» Un cammino paziente, ostinato, nelle regioni del disastro, del degrado, tra i mostri della notte sui sentieri, nella luce migrante; il cammino di chi non ha scelto, ma non ha rinunciato, complice un silenzio che nel frastuono dei sobborghi "vive ai margini e si cela". Lo sguardo è a larghissima gittata, abbraccia "pochi vivi e molti morti", l'ultima aborigena della Tasmania, i macachi creati in un laboratorio dell'Oregon. A quattro anni di distanza dall'ultimo libro, Cenere, o terra, in questi nuovi versi, sempre più limpidi, la denuncia, il dolore pubblico e privato lasciano affiorare la forza di un segno che resta, una speranza intima e sommessa capace di proiettarsi nel cosmo, nei millenni, nutrendosi di memoria e vastità




mercoledì 3 aprile 2024

Autoritratto automatico di Umberto Fiori (Garzanti)

 Autoritratto automatico, libro ricco quanto imprevedibile, acceso da innumerevoli elementi magnetici per il lettore, allestisce una sorta di autobiografia poetica che è al contempo una riflessione sull'identità e sul carattere mutevole ed effimero dell'essere umano.


Camminando per la città ci si può ancora imbattere nelle cabine per fototessera. Sono ormai oggetti desueti, relegati in qualche angolo di stazione ferroviaria, o poco più. Si tratta però, a ben vedere, di oggetti peculiari di grande suggestione, fuori dal tempo, quasi «magici», dove si può entrare e isolarsi per un attimo chiudendo la tendina. E lì fotografarsi, avere un'immagine puntuale di sé stessi in un preciso istante. Affascinato dall'intreccio fra elemento soggettivo e dimensione impersonale dell'autoscatto automatico, Umberto Fiori, poeta tra i più riconoscibili e autorevoli della nostra letteratura, ne ha subito intuito il potenziale artistico e a partire dal 1968, per oltre cinquant'anni, ha scattato e raccolto i propri autoritratti in quella che oggi è una vera e propria collezione, stravagante quanto densa di implicazioni per una riflessione anche filosofica sui temi della conoscenza individuale. Le poesie raccolte in questo volume, tutte inedite, sono dedicate a quella che l'autore definisce una «curiosità privata», un «esercizio narcisistico» che tuttavia si configura prima di tutto e con originalissima energia espressiva come ricerca del proprio volto più autentico e come esplorazione abrasiva del sé che dice e racconta, senza concessioni e senza indulgenze. "Autoritratto automatico", libro ricco quanto imprevedibile, acceso da innumerevoli elementi magnetici per il lettore, allestisce una sorta di autobiografia poetica che è al contempo una riflessione sull'identità e sul carattere mutevole ed effimero dell'essere umano.






La distinzione di Gilda Policastro (Giulio Perrone Editore)

 Di chi è la voce che parla, in poesia? A chi parla, e per dire cosa? In questo libro si fondono e si mescolano monologhi e lingua comune, introversione e ascolto, chiacchiere prese dal quotidiano (tram, sale d’attesa, tavolini del bar) o dai social network (i veri luoghi d’incontro nel XXI secolo), tracce e risonanze di classici e contemporanei (da Mann, Hamsun, Foster Wallace e Sarah Kane a Di Ruscio, Bordini e Nathalie Quintane). La distinzione è un modo di essere nel mondo, tra gli altri, scoprendosi esposti alla stessa esuberanza verbale e alla stessa fragilità corporea: centro simbolico è l’ospedale, dove il male e la cura sono le due facce di un’umanità che resiste all’inevitabilità della fine, al suo annuncio, alla sua imminenza e chiede di essere raccontata proprio nel suo svanire o disperdersi entro le microstorie dell’indistinto («Guardatemi, scompaio»). Ma non si tratta di annegare nella cupezza: le voci degli zombie ospedalieri sono, alla fine, vitali, non hanno paura di comunicare il desiderio di nutrirsi, di durare, di trasformare costrizioni e limitazioni in occasioni di vicinanza, condivisione, socialità. Chi ha il coraggio di morire ha anche quello di ridere, rovesciando la massima famosa. E qui, tra corpi difettati e disfunzioni psichiche, memorie sbriciolate e ipocondrie ossessive, ogni tanto, effettivamente, e di cuore, si ride.




martedì 2 aprile 2024

La via del poco di Anna Maria Farabbi (Al3vie)

 "So solo che il mio canto è un poco. È la mia via. Che la poesia e la mia vita coincidono. Si intrecciano nella via del poco. Una via che ha la vocazione del vento, prossimo al nulla e portatore del tutto. Dopo cinque impronte liriche inedite che si incardinano nel titolo, sorgono in successione cronologica di pubblicazione editoriale otto opere nate nell'arco di venti anni, poco più: dal 1996 al 2022. Apro segnata dall'India, concludo la mia ricerca nei tessuti della terra giapponese. a.m.f. Le opere: solo il poco è la via, 2022 firmo con una gettata d'inchiostro sulla parete, 1996 fioritura notturna del tuorlo, 1996 nudità della solitudine regale, 2000 la magnifica bestia, 2007 segni, 2007 la luce esatta dentro il viaggio, 2008 il filo della carovana di sale e i miei dieci nodi, 2018 io sono alla poesia come pane al pane e vino al vino, 2021".




Portraits di Tomaso Pieragnolo (Passigli)

 In "Portraits", settimo libro di poesie di Pieragnolo, una sequenza di immagini appartenenti alla sua poliedrica esperienza ci restituisce un universo di persone ritratte nell'istante decisivo di una illuminazione, di una presa di coscienza che di fatto cambierà la loro vita. Nell'atmosfera sospesa e rarefatta di una città (Padova) degli anni Settanta e del luogo eletto dei suoi viaggi fin dai primi anni Novanta (Costa Rica), le poesie di "Portraits" fanno pensare agli scatti di alcuni maestri della fotografia umanista (Doisneau, Cartier-Bresson, Bidermanas, Ronis); il realismo poetico dell'attimo catturato nei testi anima l'immagine nella sua naturale e misterica mobilità tra corpo e spirito, cercando così di rivelare l'inconosciuto, l'interiorità sensibile dei soggetti che lascia una traccia di sé nella natura e nel mondo, rinnovando i valori universali di umanità. Conclude il libro il poemetto "Gli amanti di un solo giorno", onirico omaggio all'amore e al veloce passaggio del tempo.




lunedì 1 aprile 2024

Le farfalle. Epistole entomologiche di Guido Gozzano (Interno Libri)

 Il poemetto "Le farfalle" è per Guido Gozzano lo strumento per riflettere sui destini degli esseri umani, penetrare al fondo di sé stesso e rinnovare il proprio linguaggio poetico. L'autore si presenta non più come l'Avvocato, il personaggio tra il distratto e l'accorato che assiste allo svolgersi degli eventi senza parteciparvi fino in fondo, ma come il poeta che pone domande essenziali sulle grandi questioni dell'esistenza. Per farlo ‒ sostiene Giuseppe Grattacaso nelle pagine introduttive che offrono la chiave interpretativa per una inedita lettura dell'opera ‒ l'appassionato entomologo sceglie una lingua tra letteratura e scienza, e, per protagonisti, esseri alati leggerissimi e fragili, capaci di indicare la strada verso una nostra più consapevole presenza nel mondo. La proposta editoriale riconsidera le "Epistole entomologiche" come un'opera in grado di parlare alle nostre sensibilità: un'esperienza centrale nella letteratura europea dei primi decenni del Novecento, che tanto può ancora dire sulla nostra condizione di esseri in bilico, come le farfalle, tra volo e trasfigurazione.




Muta cum liquida. Nuova ediz. di Caterina Pentericci (Entropia)

 Due elementi si impongono nel messaggio poetico dell'Autrice: la sottile ricombinazione dei meccanismi della lingua e la freschezza di un sentimento. Il fenomeno della positio debilis nella poesia latina arcaica è una legge: quando una muta è seguita da liquida, la sillaba che precede le due consonanti è da considerarsi sempre breve. Allo stesso modo la poesia della prima sezione mostra un animo muto, una vita in osservazione di un mondo in cui non si trova comprensione reciproca e si sfocia in emozioni spesso cupe e criptiche. La seconda sezione descrive invece l'ingenuo incresparsi di un sentire che, figlio del suo tempo, avrà una gestazione in absentia, idealizzandosi in una realtà immaginifica e musicale.




domenica 31 marzo 2024

Paolo Donini, Tutto è bello (LietoColle)

 “Tutto è bello”, dice il figlio dell’autore entrando al parco per giocare; tutto è bello, anche se le giostre sono rotte. E noi, compressi in una stagione nella quale fatichiamo a trovare elementi di bellezza partecipata, sorridiamo e ci commuoviamo davanti alla tenerezza di un padre che prende parte allo stupore del proprio bambino che scopre il mondo, sullo sfondo delle inquietudini contemporanee, davanti all’osservare come sia la forma infantile, che biologicamente ci prosegue, a dare “forma al tempo”: ti guardo stamattina e stasera già/sarai diverso, il tuo faccino di oggi/è l’emblema di ogni istante che è,/ seppur già perso, nel presente/che si fa passato, il sapere/del vero che ci hai dato. Dopo tanta poesia del figlio alla (ri)scoperta del padre – spesso originata da una separazione mortis causa – leggiamo finalmente un autore che, con proprietà e delicatezza, rovescia il paradigma dirigendo il fascio di luce verso la speranza del poi. Introduzione di Sebastiano Aglieco.




Olena di Elena Opromolla (Ass. Multimage)

 Quando la poesia epura l'anima dal dolore, dall'amarezza, dalla rabbia... e li trasforma in strumenti di bellezza, in espressione lirica, altissima e irripetibile. La poesia si delinea simbolicamente come respiro dell'anima, che può trasformarsi anche in un percorso di liberazione e catarsi. L'autrice si racconta in versi e libera energia psichica proveniente da alcuni ricordi, emozioni e sentimenti dolorosi e non. La poesia diventa così espressione creativa del sé.

sabato 30 marzo 2024

Il segreto di Ebe di Francesco Nigri (Gruppo Albatros Il Filo)

 "Il segreto di Ebe" è una silloge che cerca di andare oltre i limiti del nostro linguaggio per riuscire a esprimere pienamente la conoscenza, il sentire, il percepire del poeta, il proprio mondo interiore. Francesco Nigri, infatti, mostrando coraggio e generosità, ma anche un'abile perizia linguistica, riesce a dar vita a una sua lingua che diventa lingua della sua poesia. Ecco allora che i suoi versi, proprio per affermare il loro essere svincolati da ogni regola, si muovono in assoluta libertà, lasciando spazio prevalentemente alla musicalità generata dalla lettura, una musicalità che nasce dall'ispirazione del poeta e che viene affidata al lettore.




Nove lame azzurre fiammeggianti nel tempo. Poesie, immagini, descrizioni, lettere, favole 2003-2020 di Tommaso Di Dio

Cosa dicono di noi le parole del passato? E quanta verità tradiscono le immagini che ci ritraggono? In questo libro sono raccolte in ordine cronologico, dal 2009 al 2020, tutte le poesie pubblicate dall'autore in plaquette d'arte e ormai quasi del tutto introvabili. A queste, si aggiunge una scelta di poesie inedite che formano la preistoria di un esordio, in uno scavo dei presupposti necessari ad un destino di scrittura. Il percorso di poesie è infine accompagnato da una sequenza di immagini, alcune tratte da archivi custoditi in rete, altre appartenenti all'archivio familiare dell'autore, descritte meticolosamente da alcune prose, che rintracciano momenti simbolicamente rilevanti della biografia dell'autore.




venerdì 29 marzo 2024

Antonello Di Carlo, Amo ergo sum (Rupe Mutevole)

 «“La letteratura è una difesa contro le offese della vita”, scrisse Cesare Pavese sul diario che tenne lungo tutto il corso della sua vita: Il mestiere di vivere. Si pensa che la stessa cosa possa essere detta per Antonello Di Carlo, infatti dai suoi versi emerge una condizione esistenziale e una riflessione su alcune problematiche attuali che nel momento stesso in cui il poeta le esplica, determinano interiormente nell’io non solo una liberazione, una catarsi, una barriera difensiva contro le offese che la vita riserva, ma anche il raggiungimento della verità. Dotato di solida cultura, egli spazia anche nel mito greco per dare voce al suo poliedrico sentire, ma soprattutto per esplicare il suo amore per lei, il vuoto creato dal suo allontanamento e dalla sua assenza, infatti “... non è amore \ se muta al realizzarsi \ di un cangiamento \ o si affievolisce \ quando l’altro si allontana \...” (Impavido amore).» (dalla prefazione di Francesca Luzzio)




Ampi margini di Gianni Montieri (LiberAria Editrice)

 I versi di Ampi margini raccontano di Sud, di adolescenza, di affetti, di cose che non si dimenticano, di morte, di infanzia, di posti in cui era vietato sognare. Sono testi che hanno a che fare con i ritorni: come si ritorna, come si riconosce il luogo, come si fa pace con i nostri passati. Poesie che tentano qualche domanda senza trovare risposta. Gianni Montieri porta a termine un lavoro e un viaggio, dalla periferia di Napoli a quella di San Paolo, passando da Milano, attraversando il muro di Berlino fino all'acqua di Venezia, e nel vagone prende posto il perdono e si conversa dell'aver cura di tutto, di ciò che è stato, di ciò che abbiamo imparato, di ciò che abbiamo perduto, di chi si ama, dei giorni a venire. "C'erano ampi margini, confini" apre un verso e indica la strada, il confine tra dolore e felicità è sottile, "come la linea di candele accese / rosario che divide la vita dalla morte".




giovedì 28 marzo 2024

Il profumo del sole nel buio di Mario De Vecchis (Planet Book)

 Ricordi e attualità si alternano in questa raccolta di Mario De Vecchis, autore che ci regala sempre momenti di riflessione, analisi ed emozione. L’opera è composta da 62 brani dai temi variegati ed è proprio questa scelta artistica che rende le sillogi di De Vecchis sempre interessanti e amate anche dai giovani.




Io sono un'esplosione. Una vita di lotta e di speranza di Eve Ensler (Il Saggiatore)

 Io sono un’esplosione è il viaggio di un’attivista attraverso le ferite del nostro tempo, con l'intento di ritrovare una connessione, come individui, a un più alto obiettivo comune.


Nel corso della sua quarantennale esperienza di lotta, V (il nome che Eve Ensler si è attribuita dopo aver abbandonato quello del padre violento) si è occupata di temi cruciali del nostro tempo: dalle molestie e gli abusi degli uomini sulle donne, alle tragedie dell'AIDS e del Covid-19, fino al cambiamento climatico e alla vittoria di Trump in America. In tutti questi casi, la sfera pubblica si intreccia indissolubilmente con quella privata, ecco perché i suoi racconti prendono spesso le mosse da storie personali: la sua di figlia abusata, quella di altre donne violentate durante i conflitti per le risorse minerarie della Repubblica democratica del Congo, quelle di chi ha perso il lavoro durante la pandemia oppure di coloro che hanno contribuito a far cadere il muro di Berlino. In questo incessante movimento dall’io al noi, Io sono un’esplosione prende la forma di una raccolta di prose, poesie, sogni, lettere e piccoli saggi: i mille modi in cui lo sguardo critico di V si è posato sul mondo, eviscerando e mettendo sotto analisi le sue storture. In modo intimo e introspettivo, ma allo stesso tempo coraggioso e risoluto, questo libro insegna a dare una spinta irrefrenabile al cambiamento, ad amare e a sopravvivere all’amore, a fare i conti con i propri demoni e a riprendere possesso del proprio corpo. Perché se riconosciamo che il male e il dolore personale sono collegati, lottare per qualcosa diventa un modo per curare le ferite più profonde e riscoprirsi liberi.



mercoledì 27 marzo 2024

Teatro statico Condividi di Fernando Pessoa (Quodlibet)

 Il volume raccoglie, per la prima volta in versione italiana, i quattordici «drammi statici» di Fernando Pessoa, composti tra il 1913 e il 1934, dei quali solo Il marinaio (1915) fu pubblicato in vita dall’autore. In gran parte sconosciuti prima di un meticoloso lavoro di scavo svolto nell’archivio di Pessoa, questi testi restituiscono un altro e fondamentale versante della sua magmatica attività. La natura di Pessoa fu intimamente drammaturgica, anche quando questo carattere si manifestò mediante la spersonalizzazione poetica che diede origine a più di un centinaio di «eteronimi», autori fittizi radicalmente diversi per personalità e visione del mondo. Il suo teatro sprovvisto di azione, in cui l’enigma della condizione umana si traduce in spettacolo dell’inconscio, si proietta già verso esiti che saranno sperimentati con maggiore continuità dalle avanguardie del XX secolo. L’edizione è arricchita da un’appendice che raccoglie frammenti aggiuntivi riferibili alle pièce più organiche, oltre ad alcune lettere e agli appunti in cui Pessoa formula la sua idea di teatro.




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Eugenio De Signoribus, Nel villaggio oscuro. Poetica e poesia, Manni

 L'itinerario poetico di Eugenio De Signoribus trasmuta nella vita della lingua le lacerazioni e le opacità e i bagliori dell'esistenza. Accoglie il visibile – con le sue ferite, con il suo chiuso orizzonte – in un movimento del verso la cui musica non vela l'asperità, e nella forma dolorosa lascia trasparire quella dolcezza che per i primi poeti della nostra lingua era il proprio della poesia. "L'amore della lingua contiene gli altri amori", scrive. La riflessione sulla poesia si modula sia nella forma della prosa sia nella forma del verso. La prossimità al visibile della natura, alla sua bellezza, dialoga con la meditazione sul male che assedia il nostro tempo, la peregrinazione nell'ombra non distoglie lo sguardo dalla luce. Come la malinconia non è separata dall'indignazione, l'esplorazione interiore non distrae dal compito civile di denunciare le forme violente del potere.




martedì 26 marzo 2024

Bello Mondo di Mariangela Gualtieri (Einaudi)

 La poesia è qualcosa che fanno i morti, sembrano spesso pensare i giovani. Eppure sono proprio loro quelli piú affamati di poesia, quelli che possono accogliere la densità poetica con il cuore davvero spalancato. E questa silloge di Mariangela Gualtieri, che mai ha smesso di essere ragazza ardente, si compone delle poesie che lei stessa ha immaginato poter risuonare più forti nelle loro anime spaesate, sole e assetate di vertigine. Dentro ci sono i suoi componimenti che più bruciano, che parola dopo parola incidono solchi nella carne viva di ogni lettore, e che ne hanno fatto una delle poetesse più lette e amate d'Italia; la poetessa che meglio può arrivare a toccare i sentimenti di chi attraversa quella stagione della vita in cui ogni cosa pare brillare di un amore più intenso e più vero. Con otto disegni a colori dell'autrice.




lunedì 25 marzo 2024

A. Anedda, M. Cacciari: FILOSOFIA E POESIA IN DANTE

Il tempo reale di Maurizio Gavinelli (Book)

 Maurizio Gavinelli (Milano, 1954) è chirurgo, ricercatore e trattatista. Ha dato alle stampe varii libri di poesia, da "Vuoti d'oltremare" (Libreria Editrice Cavour, Milano, 1973) a "Il bisturi che impugno" (Entropia-Edizioni La Gru, Sonnino, 2022). Ha inoltre pubblicato due romanzi. Esito di una voce poetica tanto incisiva quanto misurata, Il tempo reale affronta l'essenza della vita in due momenti distinti ma in sintonia tra loro: nel primo, Gavinelli esplora il tempo nel suo compimento (presente, passato, futuro) e pure i tempi della memoria; nel secondo momento il testo si muove con un andamento poematico, raccontando la vita di una coppia attraverso le vicende esistenziali e anche storiche del Novecento, dagli anni Venti alla fine del secolo XX.




domenica 24 marzo 2024

I colori di Kiev. Poesia in trincea di Anna D'Auria (Officine Culturali Romane)


 

Divieto di balneazione di Lorenzo Trigiani (PeQuod)

Lorenzo Trigiani è nato a Manfredonia il 21 febbraio 1965. Alle spalle ha tre raccolte di versi: Verme solitario (Editrice Nuovi Autori, Milano, 1995), Solo posti in piedi (Manni Lecce, 2003) e Oli esausti (Sigismundus, Ascoli Piceno, 2013).


Ill.

Di piccola spiaggia
il divieto di balneazione
la perfezione
di un angolo retto
costi quel che costi
l’insistenza di un amore.





sabato 23 marzo 2024

C'è un sacco di spazio sul fondo. Reportage poetico del piccolo di Elisa Malvoni (Bette)

 “C’è un sacco di spazio sul fondo” prende spunto dall’asserzione con cui il fisico Richard Feynman illustrava le opportunità dell’indagine della materia su scala nanometrica: “There’s a plenty of room at the bottom”. Fin dall’inizio della pandemia, i nostri spazi sono andati restringendosi e l’indagine privata si è soffermata sui piccoli dettagli di noi stessi e dei nostri ambienti; la linea dell’orizzonte si è avvicinata e la prospettiva si è risolta tra le mura domestiche. All’interno di queste, il punto di osservazione dell’autrice si è mosso su zampe di gatto tra i bacari di Venezia o è scivolato nell’acqua dei canali; dal San Lorenzo ha contemplato la vegetazione tardo-invernale di Montréal, dalla Garonna ha visto le piazze di Bordeaux, dal fiume di montagna il passaggio delle greggi. Pagina dopo pagina, l’autrice diventa la reporter “del piccolo ma non del poco”, abbandona l’esigenza lirica di molta poesia, registra e scrive la cronaca dei giorni delle chiusure affinché ciascuno di essi valga un ricordo.




Un volto da un vuoto di Gabriele Guzzi (Pequod)

 È la crudeltà cieca di ciò che non ritorna,

È la morte, mi dici,
E questa casa imbrunita sul confine
È morta, anche lei, con lui,
Ma saremo pronti
Nei porti taciturni che accolgono la salma,
La pietra conficcata nell’ardore,
Saremo pronti, e qualcosa
Si opporrà alla tragedia
Al suo cauto riaffermarsi, qualcosa
Tornerà, nel contrasto,
Dei gabbiani che gridano sugli scogli
Delle bestie che cantano verso il sole.

Gabriele Guzzi nasce nel 1993 a Roma, dove risiede. Si è laureato con lode in Economia Politica alla Luiss e alla Bocconi. È stato consulente economico a Palazzo Chigi e al Dipartimento della Programmazione Economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ha lavorato per lavoce.info, ha fondato Rethinking Economics Bocconi ed è presidente del movimento l’Indispensabile.
Ha concluso un dottorato di ricerca in Economia Politica presso l’Università Roma Tre con una tesi sul rapporto tra Heidegger e Marx nella genealogia metafisica della teoria del valore. Insegna storia economica all’Università di Cassino. Suoi contributi sono pubblicati su quotidiani nazionali e riviste. “Un volto da un vuoto” è la sua raccolta di esordio.



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