Alessandro Anil irrompe con estrema originalità nello scenario poetico attuale: nel suo verso lungo, che attinge alla tradizione orientale, la materia si trasforma in vibrazione, fa germinare immagini, ripetute e variate, una sull’altra, che conducono una dominante melodia: la sera e l’auspicio dell’incontro.
A CURA DI STEFANO DONNO VICE PRESIDENTE DELLA CASA DELLA POESIA DI COMO
mercoledì 22 maggio 2024
Terra dei ritorni di Alessandro Anil (Pordenone Legge - Samuele Editore)
martedì 21 maggio 2024
Quanto di storia di Alida Airaghi (Marco Saya)
Il punto di vista del poeta davanti alla Storia non può non tenere conto dell’indignazione. La sua deve essere una lettura critica, una denuncia da cui deve scaturire una ferma presa di coscienza.
Alida Airaghi in Quanto di Storia è poetessa del suo tempo e della Storia stessa racconta tutto il suo caproniano freddo.
«Sappiamo di essere / storia / snervata spremuta / ricordi ingombranti/ per chi non ascolta / non più raccontanti / avvincenti / e privi di futuro / e di scopo».
Parafrasando De Gregori, Airaghi ci dice che la storia siamo noi. Con una poesia civile si tuffa nella Storia e graffiando fino a fare male ci racconta le sue tragedie e le sue vittime.
In 28 maggio 1974 la poetessa rievoca la strage fascista Piazza della Loggia a Brescia: «Un nuovo ordine. / Ordine nuovo. / Nuova obbedienza / da strutturare. / Siamo soldati. / Siamo servizi. / Siamo pagati / per trucidare».
CONTINUA SU GLI AMANTI DEI LIBRI
lunedì 20 maggio 2024
Orgasmo di Viola Vocich
Viola Vocich è la poetessa che ci mancava. Le sue poesie parlano di sesso e di recriminazioni sul sesso che manca. In un certo senso la sua scrittura si contrappone al poetico, ma senza lacerare la lingua, senza spintonarla da nessuna parte. Lei si limita a essere spietatamente sincera e con questa semplice operazione ci porta davanti agli occhi una poesia depurata di ogni retorica, di ogni intellettualismo. Si scrive col corpo e Viola non ha bisogno di ricordarcelo con proclami retorici, ma ci mette direttamente a contatto con gli umori di un corpo infiammato dal desiderio. Mentre leggiamo entriamo subito in intimità con questa scrittura senza umidità, senza aloni. Viola ama e conosce benissimo molti luoghi dell'amore, a cominciare da quello che possiamo raggiungere con le parole. Sulla sua pagina la salute etica e il desiderio più spudorato si intrecciano meravigliosamente. Un po' Catullo, un po' Etty Hillesum. Detto altrimenti: una poesia e una poetessa che non avevamo ed ora sono qui ad arricchire il nostro paesaggio letterario. (Franco Arminio)
domenica 19 maggio 2024
Scrivere sul margine di Matteo Pelliti con le illustrazioni di Guido Scarabottolo (Interno Poesia Editore)
Matteo Pelliti prosegue il suo percorso in poesia con una raccolta che organizza i testi intorno ai concetti di margine e di scrittura, indagandone i rapporti e sviluppando le suggestioni che l’espressione stessa “scrivere sul margine” può evocare, dagli usi letterali a quelli più metaforici, dallo spazio tipografico a quello sociale. Si alternano così tre tavole, o sezioni, in cui quella centrale, che titola la raccolta, è una specie di gioco combinatorio in cui le singole poesie cedono parti di significato – parole, indizi segnati sul margine della pagina – per ricostruire un testo sintetico che le riassuma tutte; le altre due sezioni, a cornice, si alternano tra vocazione aforistica e slancio narrativo. A dialogare in modo silenzioso con le tre sezioni si trovano trentadue illustrazioni inedite di Guido Scarabottolo, disegni tracciati su carta carbone in cui, in un fitto reticolo di linee, gli oggetti quotidiani appaiono come reperti posti fuori dal tempo e disposti a suggerire mille storie potenziali.
La bambina impazzita di Viviana Viviani (Arkadia)
n un percorso lirico particolare e accattivante, la poetica di Viviana Viviani conduce il lettore verso un mondo ancora inesplorato. La bambina impazzita è una silloge poetica ma anche un testo narrativo, poiché tramite i diversi componimenti compie un percorso tra le diverse fasi della vita: l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta, la vecchiaia e la morte. Tra i temi narrati l’amore, la passione, la gelosia, il senso di inadeguatezza, la caducità, il rapporto con la poesia, con alternanza di quadretti di vita quotidiana e riflessioni più alte. Particolare attenzione è dedicata alla virtualità, ai rapporti nati via chat e a come il mezzo può influenzare sentimenti e relazioni. Si affacciano a tratti temi sociali come il lavoro e la povertà. Lo stile è tendenzialmente prosastico, ma non mancano momenti lirici, così come si alternano verso libero e metrica rigorosa. Il linguaggio è semplice e comprensibile ma condito di ironia a volte feroce e affondi spietati sulle contraddizioni dei rapporti umani.
sabato 18 maggio 2024
Ulivart di Mimmo Verrigni (PAV EDIZIONI)
L'arte fotografica con il suo formidabile potere di intrappolare e immortalare: momenti di vita, panorami naturali, architetture, oggetti e tutto ciò che trasmette ed esprime emozioni, fascino e bellezza, in questo libro incontra e si fonde con l'arte, altrettanto nobile ed espressiva, della poesia, perché il mondo e tutto ciò che lo vive è poesia. L'occhio osserva le immagini, la mente viene invasa dalle parole mentre l'anima gioisce, dandoci così modo di conservarne un indelebile ricordo.
venerdì 17 maggio 2024
Eravamo comunisti. Poesie e canzoni di lotta, amore e libertà di Vincenzo Ursini (Nuova Accademia dei Bronzi)
È l'Amore il grande solco che attraversa questo prezioso libro e ne segna l'essenza e la purezza; amore intenso, febbrile, deus ex machina che muove i fili e tesse la trama di queste stupende pagine. Per Vincenzo Ursini la poesia è un crogiolo di emozioni che scrollano la polvere dell'abitudine e scivolano sul cuore come il Jakamoz, ovvero, come il riflesso della luna sull'acqua! E noi forse, dopo la lettura, sogneremo ancora di essere comunisti, protagonisti di un vecchio ed illusorio romanzo popolare. (Francesca Misasi). "Eravamo comunisti" è un libro che palpita di vita e che ci dona le emozioni autentiche di tutti i maggiori aspetti dell'esistenza, vissuti dapprima con lo slancio giovanile, poi, con la ponderatezza della maturità, giunta precocemente, frutto delle esperienze e della fiera consapevolezza delle proprie radici. (Ilaria Celestini)
giovedì 16 maggio 2024
Partire da qui Partire da qui di Stefano Modeo (Interno Poesia)
Quando si parte, si lascia un luogo in cui si è vissuto, comincia la grande questione dell’identità. "Partire da qui", la nuova silloge di Stefano Modeo, implica già nel titolo la necessità di un dove. Da dove si parte? Cosa o chi si abbandona? Quale senso assumono i luoghi? Il qui è certamente il luogo da cui si è partiti ma anche il posto che si è raggiunto e da cui bisogna, appunto, ri-partire per cominciare una nuova vita. Sradicamenti, nostalgie, adattamenti, ricostruzioni e ripensamenti attraversano questa raccolta plurale, a più voci.
“Fate solo quel che v’incanta”: il libro cd dedicato alla poesia di Verri
LECCE - Domenica 19 maggio, alle ore 20.00, al Fondo Verri, in via Santa Maria del Paradiso, 8 a Lecce, l’Ensemble Fondo Verri presenta “Fate solo quel che v’incanta” il nuovo Libro-CD prodotto dal Fondo Verri con il contributo di Nuovoimaie dedicato alla poesia di Antonio Leonardo Verri, con la copertina e i disegni realizzati da Massimo Pasca e il progetto grafico di Valentina Sansò.
Un viaggio di musica e poesia che spazia in molteplici generi miscelando sonorità balcaniche con il jazz e il blues, con richiami alla tradizione e alla world music, senza dimenticare le festose sonorità bandistiche che si alternano a composizioni interamente originali create sulle poesie di Antonio L. Verri. Grande scrittore poeta scomparso prematuramente nel 1993 all’età di 43 anni.
Antonio Leonardo Verri, si è sempre confrontato con il Tempo, chiaro nel raccontare, nel descrivere e nel definire l’origine del suo sentire e del suo agire poetico e insieme capace di presagire e prefigurare il Futuro. Le parole e la lingua il luogo del suo continuo cercare, del suo con-fondere con il suono, il “senso”, ogni significato, ogni possibilità narrativa. Se le faceva suonare in testa le parole Verri prima di scriverle, ne saggiava la musicalità, se le ripeteva, le accordava con il respiro, con il battere del cuore e con il vento. Aveva un amore americano Verri: John Cage e molti amici musicisti con cui confrontarsi, lo faceva stando in ascolto del silenzio.
Il lavoro -realizzato a cura di Piero Rapanà - concerta testi tratti dalle opere del poeta di Caprarica di Lecce: “Il pane sotto la neve”, “Bucherer l’orologiaio”, “I trofei della città di Guisnes”, “Il Fabbricante d’Armonia”, “La cultura dei Tao”, “Il Naviglio Innocente” con i suoni di Bruno Galeone alla fisarmonica, Emanuele Coluccia al pianoforte e al sax, Vincenzo Grasso al clarinetto, Davide Chiarelli alle percussioni, Redi Hasa al violoncello: con il canto di Daria Falco Voci e le voci recitanti di Giovanni Piero Rapanà, Simone Franco e Simone Giorgino.
L’intento che il concerto recital e il booklet realizzano è quello di cantare la poesia togliendola dal foglio per ridestinarla alla voce; per stimolare e coinvolgere il pubblico avvicinandolo. con maggiore partecipazione, ai temi cari della filosofia verriana: la tutela e la promozione della qualità creativa del territorio, la sua poesia, i suoi pensieri, le sua riflessione sull’intima natura della Cultura Popolare, le sue visionarie premonizioni sulla Contemporaneità e sul Futuro della Società Post-Industriale, divengono il tema di un concerto recital che corona un percorso intrapreso dall’Associazione Culturale Fondo Verri nel 2005 con la dedica, al poeta di Caprarica di Lecce, del “Laboratorio Santa Maria del Paradiso”, operante a Lecce dal 1993. Un luogo, il Fondo Verri, nato per dare una risposta concreta al desiderio del Poeta, scomparso tragicamente in un incidente stradale nel 1993, di dare casa alle istanze espressive in atto sul territorio, di creare un osservatorio attivo e operante per valorizzare e promuovere la poesia e il fare creativo delle persone. Così, è rimasto vivo, il desiderio dell’ultimo epigono dell’Esperienza Poetica del Novecento Salentino.
mercoledì 15 maggio 2024
Sulle pendici dell'altro di Lucia Triolo (Macabor)
"Queste poesie, considerando che la letteratura è un genere di osservazione, qualcuno ha già guardato per te, sono state composte anzitutto con gli occhi. Senza aspettare, senza annoiarsi di tante risposte nella semplice attesa di parlare." Dalla prefazione di Flavio Almerighi.
martedì 14 maggio 2024
Apolide di Mary Barbara Tolusso (Mondadori)
Apolide è un'opera il cui deciso carattere, nella visione delle cose e nella forza della parola poetica, si pone come una rilevante novità nel panorama della poesia d'oggi.
Impervia e coinvolgente, già ben attiva in questi anni sulla scena letteraria con opere di narrativa e poesia, Mary B. Tolusso propone ora con Apolide, testo organico e compatto seppure internamente articolato, un percorso poetico dove i momenti della quotidianità e della storia si manifestano nel loro incidere e rispecchiarsi nei destini individuali. Il poeta ne registra la presenza con un senso di precarietà, di turbata inappartenenza, di problematica estraneità del soggetto lirico, già in parte svelata dal titolo. Chi prende la parola si esprime nel desiderio o nel timore di «ridursi all'essenziale», alla semplicità elementare dell'esserci; e questo avvertendo, passo dopo passo, la desolante concretezza del corpo, la materialità a volte sinistra delle cose e dell'umana esperienza. Tolusso realizza ogni singola sezione, ogni singolo componimento, arricchendo il percorso di precisi riferimenti culturali, attraverso un'energia espressiva a volte anche utilmente violenta, in una fitta, ispida presenza di dati, di figure e situazioni di animali e umani, in un insieme al tempo stesso trasparente e misterioso. Veglia e sonno, con frequenti presagi di morte, entrano sulla pagina attraverso le modalità di un dire spesso drammatico, tra recitativo e moderato canto, nell'incisività tagliente della pronuncia. Dunque un dire che, nella freddezza (solo apparente) dei toni, riesce ad avvincere, a trasmettere vibrazioni intellettuali ed emozioni cangianti. Impressioni perciò mai univoche, nella lettura della verità «indecente» del vissuto, di una quotidianità continuamente increspata, trasfigurata da una tensione morale che invita a osservare la complessità spesso ingannevole del reale. Efficace è in tutto questo l'identità di uno stile funzionale e libero, capace di alternare la prosa poetica al verso, in un composito ritmo musicale, nell'addensarsi di pensiero e visioni, fra opacità dell'esperienza e veloci impennate definitorie.
lunedì 13 maggio 2024
Davanti ai miei occhi l'universo di Loredana Tierno (Edizioni il Saggio)
Cento liriche (sonetti, canzoni, terzine dantesche, libere) sull'universo e i suoi oggetti (stelle, galassie, nebulose, ammassi aperti, ammassi globulari, quasar, asterismi) e sulle costellazioni. Nelle note vengono divulgate spiegazioni astronomiche nonché racconti di mitologia, principalmente greca, legati alle costellazioni e alle stelle.
Poeti italiani nati negli anni '60 di Francesco Napoli (Interno Poesia)
I poeti italiani nati negli anni Sessanta costituiscono un patrimonio letterario ancora tutto da scoprire; si tratta di una generazione che ha saputo accompagnare la poesia italiana dall'epocale cambiamento all'indomani della fine della Neovanguardia a una modalità di assoluto valore espressivo ben riconosciuto, destreggiandosi tra l'arrembaggio della Rete e un panorama culturale alquanto sfilacciato. Curato da Francesco Napoli, critico letterario e consulente editoriale per le maggiori case editrici italiane, "Poeti italiani nati negli anni '60" racconta il percorso dei poeti di maggior spicco giunti a massima consapevolezza del loro fare agli inizi degli anni Novanta, fornendo una mappatura geografico-culturale che tiene conto di un variegato contesto storico-letterario e delle tante voci esistenti. Destinata non solo agli specialisti ma anche a studenti e appassionati, questo saggio attraversa criticamente molte figure ormai di rilievo per produzione e attività legate alla diffusione e alla conoscenza della poesia stessa, offrendo in lettura un corollario di testi dei poeti di seguito elencati: Cristina Alziati, Antonella Anedda, Mario Benedetti, Nicola Bultrini, Maria Grazia Calandrone, Pierluigi Cappello, Stefano Dal Bianco, Roberto Deidier, Alba Donati, Paolo Febbraro, Nicola Gardini, Andrea Gibellini, Giuseppe Grattacaso, Paolo Fabrizio Iacuzzi, Gianfranco Lauretano, Paolo Lisi, Massimo Morasso, Alessandro Moscè, Aldo Nove, Stefano Raimondi, Antonio Riccardi, Salvatore Ritrovato, Davide Rondoni, Giovanna Rosadini, Giancarlo Sissa, Luigia Sorrentino, Mary B. Tolusso, Gian Mario Villalta, Edoardo Zuccato, Emilio Zucchi.
domenica 12 maggio 2024
La memoria interrotta di Augusto Romano (Manni)
Quella di Augusto Romano è una poesia che si nutre di scarti: gli scarti della vita quotidiana, il non detto e l’indicibile, l’informe che l’esistenza diurna relega nei ripostigli della notte, ciò che non si può mostrare se non per accenni, segni equivoci, melodie interrotte. Sono versi che si aggirano attorno a temi comuni – sesso, amore, tempo, perdita – e mescolano stupore, malinconia, furia, qualche paralitica estasi e ironia. Ne risulta un costante combattimento con le parole, un labirinto inconcluso, che si disfa già mentre viene disegnato.
La colpa al capitalismo di Francesco Targhetta (La nave di Teseo)
A dieci anni dall'acclamato romanzo in versi Perciò veniamo bene nelle fotografie, che rivelò Francesco Targhetta tra le principali voci della generazione precaria degli anni dieci, La colpa al capitalismo apre un nuovo capitolo dedicato all'indagine in versi dell'esistenza. Abitata da personaggi isolati e vulnerabili, sospesi tra strategie d'esistenza e tentativi d'amore, disseminati lungo paesaggi labili dai profili industriali, la raccolta racconta la solitudine, il conformismo e il senso di competizione sotto la morsa del tardo capitalismo, vessato ulteriormente dalla pandemia. Le poesie di La colpa al capitalismo dissezionano con lingua asciutta e precisa un sentimento sempre in bilico fra malinconica resa alla presunta modernità e resistenza e confermano Francesco Targhetta come una delle voci più originali e nitide della poesia italiana.
sabato 11 maggio 2024
Come nuvole in cielo. Variazioni fantastiche sul cuore dell'Uno. Opera VI di Lorenzo Stoppa Tonolli (Salviati & Sagredo)
"Come nuvole in cielo" è un poema spirituale in dodici liriche ispirato dall'ideale buddhista del "vivere soli", inteso come un costante dimorare nella presenza mentale. È in questa condizione, cui si accede attraverso la pratica meditativa ma anche tramite la poesia, che è possibile sperimentare la rivelazione del proprio sguardo sul Tutto come sguardo del Tutto attraverso di noi. I nostri volti sono infatti "[...] specchio in cui / la variazione sua infinita / gioca l'Uno." Sotto lo sguardo dell'Io meditante e poetico il Tutto, a partire dalla sua molteplicità immediata, si configura come una trama di immagini simboliche talora ricorrenti (i"delfini voltonuvola", il "sagrato bluruvido del vento", "il tronco che si spacca verde d'anima", l'"urlo cardante dell'Azzurro"), immergendosi nelle quali l'Io, poetante o lettore, si scopre non come spettatore di fronte a un oggetto ma piuttosto come preziosa condizione del loro apparire. La peculiare qualità di questo riconoscimento, esprimibile come spaziosità, luminosità e silenzio, è vissuta quale esperienza di risveglio e di pacificazione: "Liberi sono i nomi che furono nostri, / lasciati andare a far gli spazi un poco / sapidi di noi. [...] / E siamo miti e vasti, / pagine aperte che il vento / gioca a non riscrivere: / sussurro biancostellato e basta, / in cuore all'Uno." Il lavoro è scritto in versi liberi. Si vale talora di spostamenti linguistici e neologismi volti a ri-strutturare le potenzialità semantiche e metaforiche della parola e prende corpo grafico in un'organizzazione strofica a tratti sperimentale, in coerenza con l'identità mobile ed evanescente di un "poema in nuvole". L'aura mitica e sacrale che a tratti lo pervade prende le mosse dalle influenze paniche dell'arcaica cultura mediterranea, come nella prima lirica, la quale rievoca simboli e suggestioni tratte dall'Inno omerico a Dioniso, ma si nutre anche di un costante riferimento sotterraneo alla saggezza dell'India, secondo una propensione che caratterizza anche le precedenti opere dell'autore
venerdì 10 maggio 2024
Ballate di Lagosta di Christian Sinicco (
«Ed io non saprò di te, se ti tufferai o scenderai tra i gradoni di calcare e poserai sopra la posidonia la tua sagoma di uomo che continuerà a muoversi con le onde, che continuerà a crescere dopo di me, dopo la mareggiata e l’erosione della nostra memoria.»
Il dato biografico sembra connaturato a quello geografico in questo poeta nato a Trieste nel 1975. Christian Sinicco, fondatore della Lega Italiana Poetry Slam, tra le molte attività per la poesia, monitora e segue il progetto L'Italia a pezzi. Antologia dei poeti in dialetto e in altre lingue minoritarie (2014). Dopo anni di occupazioni instabili e lotta al precariato, oggi è sindacalista Cgil e lavora per una concessionaria autostradale in una zona di transito tra Nord Europa, Adriatico e Balcani. Al mare proteso verso Oriente, nell'onda lunga di una Mitteleuropa sommersa ma residua, è legata la sua raccolta più compiuta, Ballate di Lagosta, con affondi nel mare nostrum inteso non come casa, o habitat naturale, ma possibilità di movimento e voce. Moto che con Sinicco si impone per insurrezione primitiva, solo in seconda battuta per acquisizione, e sempre come canto. È a Lagosta (in croato Lastovo), isola della Dalmazia meridionale e luogo nuovo ed estraneo che, dopo un viaggio di svago, il poeta trova la sua Permanenza biologica, quasi pre-verbale. Non il racconto di sé e del proprio bios, piuttosto quello di un altro nucleo familiare, con la processione di Ferragosto e i rituali di persone e affetti acquisiti - Marija e Ambroz, Marijana, Jadro, Sara - pronti per alterità a farsi uomo e personaggio («l'isola è un uomo»). Individualità spiccate che si compenetrano nella collettività dei sensi e del rito: la ballata antica e popolare, il sonetto d'amore spinti alle soglie della canzone e del rap nell'intento multiplo di preservare la diversità di ogni singola voce del coro. Come nell'ultima sezione che è l'ipotesi meno scontata cui la raccolta pare aderire: il ritorno degli «spariti nelle onde», i migranti, dei quali - al pari di Marija, Ambroz, Jadro - il poeta recupera l'isola, il tuffarsi nell'oltre del suono che erode la sparizione. (Elisa Donzelli)
giovedì 9 maggio 2024
Poesie d'aria di Gabriella Sica (Interno Libri Edizioni)
Libro di versi da sparpagliare, come si faceva un tempo con il grano mietuto. Libro di figure, temi e auspici, come in un diario in versi. Libro di alberi e di animali, di nuvole e di terremoti. Libro del nostro tempo di pochi incanti e di molti naufragi, traboccante di rifiuti. Libro che si distende su Roma, amata città di sempre, ma anche su altri luoghi, in particolare Milano. Libro in cammino di una “pellegrina” che fa incontri immaginari con poeti lontani e viaggi altrettanto immaginari. Libro che camminando incontra eventi e persone, amici e familiari, antichi dèi e poeti. E ritrova lampi di storia e scampoli autobiografici. Libro calibrato sui mesi e le stagioni, sul tempo e sulle perdite, in cui ricorre come filo conduttore il tema della capigliatura sacrificata e mutata in stella come figura parziale di un tutto. Libro pieno d’aria necessaria per respirare perché senza aria non c’è parola come senza aria non c’è salvezza del corpo.
mercoledì 8 maggio 2024
Poesie di Luigi Medri (Edizioni del Foglio Clandestino)
Jorge Luis Borges, citando l’editore Franco Maria Ricci, scriveva: «Pubblichiamo per non passare la vita a correggere i manoscritti». Potrebbe essere questa una delle ragioni per la nascita di questo libro, frutto dell’infinita perseveranza del poeta, e della dedizione di alcuni suoi amici-lettori. Un libro che mancava, un libro atteso, felice, che stupirà coloro che tra le pagine incontreranno un nuovo poeta. Un poeta che avrebbe cent’anni e che di molti secoli e parole si è nutrito.
Il destino della poesia è di essere mutevole, anche tra le mani dei suoi autori. Chi la asseconda, deve lavorare, lavorare con la penna o la matita e cercare senza sosta. Anche se muove o cancella soltanto una virgola, questo segno delicato e svolazzante, leggero ma con la forza e la capacità di mutare un intero periodo, di rompere il blocco di una situazione, di stabilire le pause di un dialogo, di una vita. Come ben scriveva con rara arguzia Paolo Lezziero, poeta e anch’egli animatore culturale della nostra città.
Le poesie di Medri nascono e rinascono più volte, non c’è mai il tempo di battezzarle perché muoiono in parte e poi di nuovo rinascono arricchite o semplicemente modificate. Non più o meno belle, la base è sempre quella di un lavoro alto, di un collaudo sempre più efficace.
Perché una virgola spostata può cambiare il mondo, sicuramente quello interiore del poeta […]. È una mania? Una fissazione? No. È il culto del bello ricercato attraverso la parola mai sufficiente a rendere l’idea interiore.
Il libro raccoglie tutte le poesie di Medri, nella loro versione finale, per quanto possa essere definitivo un testo in poesia. Questo lavoro affettuoso e preciso consente ai lettori di scoprire un poeta, che rinasce ora e torna a camminare per le nostre strade; un poeta che ci tocca il braccio, delicatamente, invitandoci a conversare con lui, a guardare per qualche istante lo stesso suo orizzonte. Una occasione da non trascurare. Oltre 100 poesie divise nelle sezioni pensate da Luigi Medri, nelle raccolte che videro solo nei sogni la loro realizzazione. E che ora prendono forma, forza e precisione, nella stampa, attraverso la voce dei nuovi lettori: la vostra voce.
Abbai di cuori di Mirella Sbaraglia (La Bussola)
Disegni esistenza continua dove apparenti figure ci rallegrano ci rattristano ci disorientano mutevoli lo stupore continuo del difficile. Un Tik Tok da palcoscenico dove balletti sono sogni per risate amare il continuo andare silenzioso sapere. Febbrili attimi disturbo all'anima lo stare. Imperfezioni il forse abbaiare. Compassione ritrovata e senza saperlo per te una dolce carezza compongo come musica.
martedì 7 maggio 2024
Miraggio libero di Silvia Sardini (Giovane Holden Edizioni)
La forza luminosa di una sensibilità vivace e avversa a ogni vincolo si tinge, attraverso il traslucido di liriche dalla brillante energia, di una vitalistica esuberanza di toni, come la luce pura di un sole che filtra nei frammenti compositi di una vetrata multicolore, e inonda chi da essa si lascia investire, chi alle parole si affida. Pur facendosi scevre delle gabbie metriche, queste poesie sono distinte da grande chiarezza emotiva. Il nitore espressivo, del resto, è specchio sincero di un pensiero pulito, che sa vedere nella realtà e oltre con chiarezza, raffinato da quel residuo dal gusto amaro che si pone spesso come ostacolo nocivo per osservare la serenità nel proprio spirito. Ma mai di uno scrivere superficiale, in qualche maniera distratto o di scontata banalità, si tratta. Anzi, la metafora si affila per trovare nel suo gioco retorico la penetrante efficacia. E in ogni rigo, la consapevolezza di esser parte di un esistere complesso, spesso intessuto di contraddizioni, che in un dolore talvolta non del tutto esauribile mette un animo di fronte a se stesso e ai suoi motivi ultimi, è sempre presente, e proprio su quella si vanno a definire di volta in volta suggestioni poetiche diverse: il dettaglio evocativo del quotidiano, il fiele aspro del distacco, la malinconia di un incomprensibile, tanto altro. È però Amore il principe di questa silloge, che declina il suo ventaglio di emozioni, destinate a comporre un profondo anelito alla libertà.
lunedì 6 maggio 2024
Al di là dell'ombra di Adriano Sansa (ELLIOT)
“Mi piace quella foto dove chini leggermente la testa e mi sorridi appoggiata sull’erba chi sa dove avvolta nella gonna profumata e circondata d’aria, i tuoi compagni contenti di servirti da corona ignara tu com’eri di te stessa. Siete fermi così, salvi nel tempo ma separati da un vetro feroce in cieli inaccessibili per sempre”.
domenica 5 maggio 2024
Figli del vento di Giuseppe Ruggeri (Genesi)
Il titolo del poema di Giuseppe Ruggeri, Figli del vento, suscita nella mente del lettore l'eco di richiamo ai poemetti di Giovanni Pascoli, precisamente alla poesia Il libro, il cui celeberrimo incipit suona Sopra il leggio di quercia è nell'altana, / aperto, il libro. E il vento ne sfoglia le pagine, dalla prima all'ultima e di converso dall'ultima alla prima, incessantemente. Potenza e inanità della scrittura sono messe a confronto con l'azione sospesa tra casualità e causalità svolta dalla natura, dallo pneuma divino che soffia sopra la storia di gloria e di follia che l'uomo compie nella brevissima frazione di tempo in cui gli è dato di esistere e di acquisire consapevolezza della durabilità indeterminata dell'essenza, a cui anch'egli appartiene, ma che lo sovrasta in modo incomparabilmente superiore.
La parola anfibia di Vanna Carlucci (Il Convivio)
La voce di Vanna Carlucci affonda nelle viscere come un dardo avvelenato d’amore. (Paolo Castronuovo)
sabato 4 maggio 2024
La mia vagina. Antologia di poesia femminista russa contemporanea a cura di Massimo Maurizio (Stilo Editrice)
Anacronismo di Martina Restifo (Brè)
Anacronismo è lo spazio senza tempo abitato da chi convive con un senso di insoddisfazione perenne; da chi ricerca continuamente una dimensione entro la quale sentirsi adeguato, sapersi realizzato; da chi tenta, a stento, di stringere amicizia con la propria sensibilità; da chi si diletta, con paradossale patimento, ad adibire la propria mente a luogo di fantasie, sede di astrazioni; da chi desidera liberarsi dalle catene dei giudizi altrui; da chi lavora, con fatica ma perseveranza, su se stesso per trovare un equilibrio tra corpo e spirito. Per le anime fragili, perché inizino ad amarsi.
venerdì 3 maggio 2024
Vivi al mondo di Daniela Attanasio (Vallecchi)
Daniela Attanasio mostra questo tratto misterioso della morte attraverso la resistenza della vita; nel dopo, sul margine di un’ombra che da un momento all’altro può diventare assolata.
Geo. Ediz. integrale di Silvia Primi (Laura Capone Editore)
Geo è un’allegorica raccolta di poesie che gioca su una serie di parallelismi fra il Mondo (inteso come Terra) e il mondo interiore, in un continuo concatenarsi di analogie suggerite man mano dagli elementi stessi delle Scienze Naturali per proporre, poesia dopo poesia, un insolito punto di vista da cui riflettere sulla natura umana e sulle sue relazioni: il Mondo quale chiave di lettura del nostro mondo. “Geo”, silloge vincitrice della “X edizione del Premio Nazionale di Letteratura Italiana Contemporanea 2022-2023” fra oltre cinquemila partecipanti, ha ottenuto inoltre la “Menzione Speciale al Merito” al “Premio Dostoevskij 2021”.
giovedì 2 maggio 2024
Cammino sulle allucinazioni dell'io di Matteo Piovan (Booksprint)
"Cammino sulle allucinazioni dell'io" racconta letteralmente un cammino fra i pensieri dell'autore, i suoi sentimenti e il mondo dal suo punto di vista, un'allucinazione, come il punto di vista di ognuno di noi sulla terra arida che è il mondo su cui camminiamo. Fra sogni (anche letteralmente), amore, paure del futuro, traumi, passioni, scritti terapeutici contro depressione o angoscia, in questi versi apre il rubinetto fra il suo cervello, il suo cuore e la sua penna versando l'io di un ventenne con qualche difficoltà su dei fogli, che spera possano essere di vostro gradimento.
mercoledì 1 maggio 2024
La 22ª edizione del Festival internazionale "Primăvara Poeziei/ A Költészet Tavasza/ Spring of Poetry"
Nel periodo 20-26 aprile 2024 si è tenuta la 22ª edizione del Festival Internazionale "Primăvara Poeziei / A Költészet Tavasza / Spring of Poetry". Sotto il segno della Poesia si sono svolte varie manifestazioni a Zalău, nella contea di Sălaj, e a Cluj-Napoca, sostenute da poeti e artisti provenienti da Romania, Ungheria, Italia, Scozia (Regno Unito), Cipro, Croazia, Cuba e Austria. Il festival è stato organizzato dal Centro di Cultura e Arte della Contea di Sălaj (CCAJS), istituzione del Consiglio della Contea di Sălaj, con il comitato organizzativo composto da Daniel Săuca (direttore del CCAJS), Halmasi Sándor e Balász F. Attila. Hanno contribuito Corina Știrb Cooper, Tudor Bolgar, Szabó Attila, Szabó Katalin, Kovács Tünde, Irina Petraș, Szabó K. István, Matyi Ștefan, Marcel Lucaciu, Daniel Stejeran, Bálint Tibor.
■ Sabato 20 aprile 2024, alle 9:30, nella Sala Porolissum del Centro di Cultura e Arte della Contea di Sălaj (CCAJS), si è svolto il concorso provinciale di recitazione in lingua rumena.
■ Nella stessa sala, lunedì 22 aprile 2024, alle 15, si è tenuto il concorso provinciale di recitazione in lingua ungherese.
■ L'apertura del festival ha avuto luogo il 22 aprile 2024, nella sala "Porolissum" del CCAJS, alle 12, durante la quale è stata organizzata anche l'inaugurazione di una mostra dell'artista di Sălaj, Adorján Ilona. Sono state presentate due antologie realizzate appositamente per il nostro evento: "Primăvara Poeziei / A Költészet Tavasza / Spring of Poetry 2024" (pubblicata dalle edizioni "Ab Art") e "17 poeti di Sălaj / 17 szilágysági költő" (pubblicata sotto l'egida dell'Associazione degli Scrittori della Contea di Sălaj presso l’editore "Caiete Silvane").
Siamo stati lieti di ospitare la presenza di diversi poeti stranieri, rumeni e della contea di Sălaj: Sanja Bakovic (Croazia), Balázs F. Attila (Slovacchia), Stefano Donno (Italia), Filip Tamás (Ungheria), Halmosi Sándor (Ungheria), Gerry Loose (Scozia), Alex Pausides (Cuba), Petho Lorand (Austria), Neșe Yașin (Cipro), Zalán Tibor (Ungheria), Simone Györfi, Marcel Lucaciu, Ion Pițoiu Dragomir, Viorel Gh. Tăutan, Doina Ira-Tăutan, Mioara Lazăr, Ileana Petrean Păușan. Ha presentato Daniel Săuca.
■ La mattina di martedì 23 aprile 2024 è stata dedicata alle incursioni letterarie nei licei di Zalău: Colegiul Național "Silvania", sezione ungherese (prof. Szabó Katalin, Sándór Krisztian): Zalán Tibor, Halmasi Sándor, Alex Pausides, Balázs F. Attila; Colegiul Național "Silvania", sezione rumena (prof. Imelda Chința): Neșe Yașin, Viorica Mureșan, Ioan F. Pop; Liceul Pedagogic "Gheorghe Șincai", sezione ungherese (prof. Kovács Tünde, prof. Orosz Timea): Gerry Loose, Sanja Bakovics, Pethő Lorand; Liceul Pedagogic "Gheorghe Șincai", sezione rumena (prof. Carmen Ardelean): Marcel Lucaciu, Ion Pițoiu Dragomir, Viorel Gh. Tăutan, Doina Ira-Tăutan; Liceul Reformat "Wesselényi": Filip Tamas, Simone Györfi; Liceul Tehnologic "Mihai Viteazul" (prof. Cora Mada, prof. Viorica Remeș): Stefano Donno, Alice Valeria Micu, Angela Maxim.
Sempre martedì, alle 17:00, nella Sala Porolissum del CCAJS, abbiamo ospitato uno spettacolo di poesie messe in musica eseguito dalla band l'Adyk del Colegiul Național "Silvania" di Zalău.
■ Mercoledì 24 aprile 2024, i poeti invitati sono stati presenti presso la filiale di Cluj dell'Unione degli Scrittori della Romania, dove hanno tenuto anche una serata di poesia. Hanno letto: Sanja Baković (Croazia), Balázs F. Attila (Slovacchia), Stefano Donno (Italia), Filip Tamás (Ungheria), Halmosi Sándor (Ungheria), Marcel Lucaciu, Gerry Loose (Scozia), Ion Mureșan, Alex Pausides (Cuba), Pethő Lorand (Austria), Ioan F. Pop, Neşe Yaşin (Cipro), Zalán Tibor (Ungheria), Silvia Bodea Sălăjan, Alice Valeria Micu, Ion Pițoiu Dragomir, Viorel Gh. Tăutan, Doina Ira-Tăutan, Egyed Emese, Karácsonyi Zsolt.
La serata è stata presentata da Daniel Săuca. La “padrona” di casa è stato Irina Petraș.
■ Giovedì 25 aprile 2024, abbiamo organizzato un'escursione per gli scrittori ospiti nella contea di Sălaj, con il supporto di ADI Țara Silvaniei. Abbiamo visitato il Giardino Botanico "Vasile Fati" di Jibou, il Castello romano di Porolissum e il Punto Gastronomico Locale "DecumAna".
Sempre lo stesso giorno, dalle ore 17:30, nella Sala Porolissum presso il CCAJS abbiamo ospitato uno spettacolo di poesia tenuto dall'attore, cantante e poeta Laczkó Vass Róbert e dal pianista Szép András in onore del poeta Radnóti Miklós.
■ Venerdì 26 aprile 2024, alle ore 11, nella Sala Porolissum del Centro di Cultura e Arte della Contea di Sălaj si sono tenute letture pubbliche, presentazioni di libri e pubblicazioni. Hanno parlato delle traduzioni Robert Șerban, Stefano Donno e Gerry Loose. Hanno letto Robert Șerban, Aura Christi, Sanja Baković (Croazia), Balázs F. Attila (Slovacchia), Stefano Donno (Italia), Filip Tamás (Ungheria), Halmosi Sándor (Ungheria), Kégl Ildikó (Ungheria), Marcel Lucaciu, Gerry Loose (Scozia), Oláh András (Ungheria), Alex Pausides (Cuba), Pethő Lorand (Austria), Ioan F. Pop, Neşe Yaşin (Cipro), Alice Valeria Micu, Ion Pițoiu Dragomir, Viorel Gh. Tăutan, Doina Ira-Tăutan, Simone Györfi, Anca Ioana Gaidoș.
Il festival si è concluso venerdì 26 aprile alle ore 18 presso la Sala Transilvania di Zalău con lo spettacolo intitolato "Montaggio" del Gruppo di danza contemporanea "PR-Evolution" del Teatro Nazionale "Csokonai" d
i Debrecen (Ungheria). Sono stati conferiti i grandi premi del festival: Zalán Tibor (Ungheria), Alex Pausides (Cuba) e Robert Șerban (Romania).
■ Durante il festival, con il sostegno del Comune di Zalău e di SC Transurbis SA, abbiamo nuovamente realizzato il progetto "Autobus della poesia", un progetto che prevedeva la diffusione, in formato audio, di poesie lette nella lingua madre dai poeti ospiti e non solo sugli autobus Transurbis.
La 22ª edizione del Festival internazionale "Primăvara Poeziei/ A Költészet Tavasza/ Spring of Poetry" è stata organizzata dal Consiglio della Contea di Sălaj, dal Centro di Cultura e Arte della Contea di Sălaj e dall'UDMR Sălaj, con il sostegno del Comune di Zalău, dell'Ispettorato Scolastico della Contea di Sălaj, del Ramo di Cluj e della Rappresentanza di Zalău dell'Unione degli Scrittori della Romania, della Casa della Cultura di Zalău, di SC Transurbis SA, ADI Țara Silvaniei, del Liceo Nazionale "Silvania", del Liceo Pedagogico "Gheorghe Șincai", del Liceo Riformato "Wesselényi", del Liceo Tecnologico "Mihai Viteazul", dell'Associazione degli Scrittori della Contea di Sălaj, dell'Associazione Culturale "Szilágy Társaság", di Halmosi Sándor, della Casa Editrice Ab-Art Kiadó Budapest, di Balázs F. Attila, del Museo della Contea di Storia e Arte Zalău.
Dettagli sul festival su www.culturasalaj.ro
E sulla pagina Facebook del CCAJS https://www.facebook.com/culturasalaj
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