A CURA DI STEFANO DONNO VICE PRESIDENTE DELLA CASA DELLA POESIA DI COMO

A CURA DI STEFANO DONNO VICE PRESIDENTE DELLA CASA DELLA POESIA DI COMO

giovedì 8 febbraio 2024

La formula dell'orizzonte di Roberta Castoldi (StreetLib)

 Dopo quindici anni di silenzio, torna in libreria una delle voci più originali e nitide della poesia contemporanea italiana, quella di Roberta Castoldi. La formula dell’orizzonte è legato a un tempo e un luogo – l’estate, un’isola del Mediterraneo – e a una condizione dell’anima a cui si accede per un forte innamoramento che produce perdita, svista e dimenticanza. Il libro contiene la silloge omonima, dettata dall’intuizione dell’orizzonte, punto di arrivo e luogo irraggiungibile, consolazione dello sguardo e esercizio di assenza, e l’esordio poetico dell’autrice, La scomparsa, edito nel ’99 con un’introduzione di Franco Loi e ora arricchito da sette testi precedentemente esclusi. “Se mi penso / è lasciarmi spopolata. / Un esercito disarmato da uccelli”, scrive l’autrice, lasciando che il proprio io si apra a una forma di primordiale e plurale presenza. Con fotografie dell’artista corso Dominique Degli Esposti.



MICHELE PLACIDO A FERRARA PER IL FESTIVAL DELLA POESIA ROBERTO PAZZI. SINDACO FABBRI: "LASCITO CULTURALE DEL POETA PROSEGUE ATTRAVERSO QUESTO EVENTO". PLACIDO: "SPERO DIVENTI UN APPUNTAMENTO FISSO"

MICHELE PLACIDO A FERRARA PER IL FESTIVAL DELLA POESIA ROBERTO PAZZI. SINDACO FABBRI: "LASCITO CULTURALE DEL POETA PROSEGUE ATTRAVERSO QUESTO EVENTO". PLACIDO: "SPERO DIVENTI UN APPUNTAMENTO FISSO"

Menu della poesia: cena con letture di versi - Mentelocale Web Magazine

Menu della poesia: cena con letture di versi - Mentelocale Web Magazine

Poesia a Palazzo Marino - Eventi, incontri e manifestazioni a Milano - Vivimilano

Poesia a Palazzo Marino - Eventi, incontri e manifestazioni a Milano - Vivimilano

’La poesia come mi pare’. Con Gigi Paoli

’La poesia come mi pare’. Con Gigi Paoli

mercoledì 7 febbraio 2024

Canto dei morti sul lavoro di Guido Caserza (Zona)

 Il "Canto dei morti sul lavoro" di Guido Caserza è un poema in versi liberi in cui l'autore stigmatizza, in forma satirica, la produzione capitalistica di merci quale "produzione di morte", in ultima istanza. Il tema delle morti bianche, e dello sfruttamento del lavoro, dà così luogo a testi di forte sdegno morale, e Caserza dimostra che oggi è ancora praticabile, forse necessario, il genere della poesia civile.


Nel segno che l'artefice ha pensato. 101 sentieri al suono delle rive dell’Avon. Nuova ediz di Amato Maria Bernabei (Valentina)

 È quasi inarrivabile anche solo ideare, oggi, opere vertiginose come questa (e altre) di Amato Maria Bernabei. Il movente dell’omaggio al massimo poeta inglese - appena due le versioni, mentre gli altri 99 sonetti sono d’autonoma ideazione e ispirazione - disegna un percorso in cui sentimento e intelletto intrecciano tempo e memoria personali al tempo, etico e metafisico, del comune destino umano. L’eleganza e padronanza impeccabili dello stile rivelano l’attualità di una forma metrica che, quasi millenaria, si fa contemporanea in virtù di sintassi e lessico mai aulici, seppur lontani da forzate modernizzazioni. Compostissimo e vorticoso, emozionale e meditativo, il libro sancisce le potenzialità perenni di una poesia libera dal morso della caducità: “tematiche eraclitee e oraziane, tonalità petrarchesche, visioni dantesche, cromatismi pascoliani, abissi ungarettiani, concezioni montaliane e meditazioni leopardiane” (Massimo Bandini) cristallizzano in una perfezione volta, apertamente, all’eternità, trovando nella “religione della parola” la via maestra per “lasciare integri i termini del pensiero, unica luce di conoscenza nel viaggio impervio dell’uomo” (Sandro Bernabei).




martedì 6 febbraio 2024

Cronache di fine occidente-La collina del Dingh di Antonio Alleva (Puntoacapo)

 Primo libro di una sorta di unicum editoriale – una doppia pubblicazione nello stesso volume – Cronache di fine Occidente ci porta dritti nel cuore del nostro tempo: «... babbo mi dicono che la nostra civiltà sta tramontando».


Tra minacce di default e liquefazione dei legami sociali, è sotto gli occhi di tutti come la distruttiva sinergia delle crisi – economica e ambientale, sanitaria (pandemia) e militare (guerra) – stia erodendo lo spazio pubblico e le nostre vite [. . .] Tra malinconia e smarrimento, tra amarezza e lucidità, emerge netta la traccia del compito immane che ancora ci attende, perché «qui il problema resta come uscire da questa razza». (Dalla Nota di Lorenzo Gattoni) Cronache di fine Occidente e questo La Collina del Dingh costituiscono un dittico: sempre il villaggio e il mondo (la madia e l’astronave), ma visti ora, sul far della sera, con una nostalgia struggente e pacificata, mentre appaiono, tra le stelle polari dei maestri, le care figure famigliari e il sé bambino. E qui Alleva trema e canta, insieme ad ogni filo d’erba, lo stupore di vivere. La gioia è l’altra dominante tonale del libro, e la nenia, il colloquio, la supplica, l’inno finiscono per testimoniare il valore spirituale più alto dell’uomo, oltre l’uomo, la tensione verticale che, dalla croce all’altalena, dal suono al Silenzio, interroga e ama ogni singola cosa. (Dalla Nota di Marco Munaro).



A schiere le parole. Poesie scelte con prose e versi inediti di Jolanda Insana (Marco Y Marcos)

 «mi stringo addosso il giorno

e m'inviluppo nella sua luce ricca di cortesia
e sento che mi guazza dentro come un'ape nel suo fiore
e ho paura di gesti sconsiderati
perché ho paura che si sfasci per troppa frenesia
e mi lasci al buio
accucciata in un nome di città.»


Jolanda Insana è tra le figure più originali e notevoli della poesia italiana del secondo Novecento. Dopo l’esordio ufficiale nel 1977 con Sciarra amara, accolta da Giovanni Raboni in un Quaderno collettivo della Fenice, Insana ha composto numerose raccolte di poesia e di prose, tutte attraversate da una energia linguistica ed espressiva di rara intensità. Nel 2007 la sua opera poetica è stata riunita in un Elefante dell’editore Garzanti, cui sono ancora seguiti parecchi titoli: ma oggi nessuno dei suoi libri risulta più disponibile. L’intento di questa ampia antologia, di poesia, di prose ma anche di testi rari e inediti ottimamente scelti dalla curatrice Anna Mauceri, è dunque quello di riaccendere l’attenzione dei lettori di poesia, e soprattutto dei più giovani, su un’opera ancora pulsante e fuori da quasi tutti gli schemi. Ma chi era Jolanda Insana? Ce lo dice lei stessa, in uno splendido autoritratto, in cui si definisce “scannaparole e gabbalessemi”, annotando: “Nella sua scrittura invece ci sono rugosità e spigoli taglienti, coltellate di bellezza sul ventre molle della vita e pugni allo stomaco, brividi di cupezza e gridi d’esultanza e libertà, spudoratezze e coprolalie in funzione di mascheramento protettivo, per troppo pudore del sentimento, per troppa tenerezza. Tutto questo perché conosce il sapore dei fichi catalani schiacciati dentro il pane e le terre dove manca l’acqua e i limoni fioriscono più di due volte l’anno”. Da leggere, rileggere e trileggere: assolutamente! Fabio Pusterla



"Sinfonia del Silenzio" - La Poesia di Luisa Simone che Danza tra Emozioni e Dolore. Recensione a cura di Alessandria today

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Padre David Maria Turoldo, la voce degli ultimi dentro la poesia e l'impegno

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"Non a te nudo amore" di Recalcati-Crocetti: ultima antologia di cento poesie - Affaritaliani.it

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'Santa': "Come si legge una poesia?" saggio a Villa Durazzo - LevanteNews

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Il linguaggio lirico . La forza della poesia. Formazione al Gallenga

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lunedì 5 febbraio 2024

Indice di immortalità di Marina Petrillo (Prometheus)

 Marina Petrillo è poetessa ispirata, passionale, ora bardo, ora sibilla, ora un’invasata di Eleusi, profeta e sacerdotessa di antichi riti religiosi misterici: «Ho acquistato il delirio in un giorno di marzo» ammette candidamente. I suoi versi sembrano talora frutto di sogni o di giochi di un dio dispettoso, o di impalpabili dormiveglia dove la vita delle cose e dell’universo tutto sembrano a portata di mano, ma sempre inafferrabili, sempre un po’ più in là. Orizzonti larghi, spazi immensi, infiniti, si sposano a monadi di una piccolezza infinitesimale fino a sfiorare il nulla. Poesia che si nutre di pensiero, pensiero che si nutre di sogni, sogni che si materializzano in poesia fortemente evocativa. La mente del lettore ne resta ubriaca, sconvolta, incapace talora di procedere lungo il cammino tracciato dalla poetessa, tra ombre e nebbie di parole da una parte e dall’altra una luce illuminante, accecante, che cerca di sciogliere quelle ombre e diradare quelle nebbie. Una raccolta poetica di tale densità e consistenza, di tale valore, da renderla unica e preziosa nel panorama della poesia italiana contemporanea.



Madrigali e altre poesie d'amore di Giovanni Bracco (La Vita Felice)

 Questo libro è dedicato a Lesbia, Cinzia, Laura, Albertine e a tutte le altre figure sulle quali si è concentrato il desiderio d’amore di poeti e scrittori di ogni tempo, che hanno reso quelle figure immortali, sublimando l’esperienza dell’amore e del dolore in letteratura. È quello che accade anche con i due cicli di madrigali di questo libro, nei quali l’autore parte dal dato sensibile della persona amata, ne osserva la trasformazione in pura idea e porta a compimento la purificazione dalle sofferenze attraverso il dono della parola. Chiude la raccolta una corolla di poesie d’amore sparse, tracce ulteriori dell’avventura erotica del poeta.




domenica 4 febbraio 2024

Roberto Galaverni parla de La Casa della Poesia di Nuno Júdice

Poesia, vernacolo e sperimentazioni. Intervista a Stefano Baldinu – WWWITALIA

Poesia, vernacolo e sperimentazioni. Intervista a Stefano Baldinu – WWWITALIA

Dalla Grotta di Filicudi in linea Gisbert Lippolt "la poesia di Peppino Bonica dedicata alla nostra isola..." - Notiziario delle isole Eolie # Eolie News

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VIESTE/ XI° APPUNTAMENTO DI POESIA IN VERNACOLO E IN ITALIANO L’ORA DEI POETI…ERA ORA! – Rete Gargano

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Gigi Riva, il rombo della poesia | Radio RBE

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"Sinfonia del Silenzio" - La Poesia di Luisa Simone che Danza tra Emozioni e Dolore. Recensione a cura di Alessandria today

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Vittorio Sereni, essenzialità elegante a maturazione lenta | il manifesto

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Fuori piove una canzone di Jannacci di Cosimo Damiano Damato (Compagnia Editoriale Alberti)

 Con “Fuori piove una canzone di Jannacci” Cosimo Damiano Damato conclude per Aliberti la sua “trilogia dell’amore, delle inquietudini e delle rivoluzioni”. Un vero e proprio atto civile d’amore e di anarchia per la poesia come unico antidoto alla deriva esistenziale di quest’epoca. «È possibile che la poesia serva a salvare la vita», scrive nell’appassionata prefazione Ernesto Assante. «Di certo di chi la legge, probabilmente di chi la compone. E quando la poesia, come nel caso di Damato, si lega a doppio filo con la musica, anche se resta doverosamente silenziosa sulla carta, il gioco diventa sopraffino». Damato si conferma un artista visionario e allo stesso tempo carnale che abbiamo imparato a conoscere attraverso le sue opere non solo letterarie ma anche cinematografiche e teatrali. Come ha scritto Angelo Mollica Franco sul Fatto Quotidiano: «Le immagini mentre derubano una realtà universale, inchiodano ognuno di noi come un colpo di pistola e sanno svelare e interpretare i desideri, le mancanze, gli incubi, le aspettative del cuore umano. Una coraggiosa ricerca linguistica». A cogliere il senso di questa «coraggiosa ricerca linguistica» è stato anche Erri De Luca che sulla poesia di Damato ha scritto: «L’amore qui sbaraglia, spoglia e non assomiglia a niente prima. Il vocabolario qui è trattato da energia rinnovabile». Senza dimenticare le preziose, profetiche e seminali versi di Alda Merini dedicata a Damato: «Cosimo, Io e te siamo amici di pietà nascoste… Certamente una nuova specie che nascerà nel futuro». Ad evidenziarne l’aspetto più “rivoluzionario” è stato Raffale Nigro: «Tumultuoso e selvaggio come la sua poesia, che è un flusso di coscienza continuo, una confessione a occhi chiusi». Preziose anche le parole di Alessandro Haber: «La poesia di Damato è potente, è commovente. È uno forte, Cosimo, un uomo che non scherza, un uomo che fa sul serio che vive intensamente quello che scrive». A sancire la musicalità dei versi di Damato l’epilogo della “benedizione” nella postfazione di Stefano Senardi che scrive: «Mi toccherà produrgli un disco».




sabato 3 febbraio 2024

La natura nel mondo antico. Antologia classica da Omero a Plinio il Giovane a cura di Carlo Carena (Interlinea)

 Come guardavano la natura gli abitanti dell’antichità? Lo testimoniano i maggiori scrittori, da Omero a Plinio il Giovane. Come quando Enea, nei versi di Virgilio, «dalla distesa delle acque un enorme bosco vede levarsi» mentre sbarca nel Lazio. Uno dei maggiori classicisti, Carlo Carena, sceglie i brani più belli, con testo latino o greco a fronte, per svelare un ambiente naturale, tra vegetali e animali, che aveva una forza primordiale espressa per esempio da Sofocle nel descrivere un «ulivo verdastro che nutre i fanciulli»: «nessuno, giovane né vecchio, lo potrà distruggere di sua mano: l’occhio di Zeus lo guarda e lo custodisce costantemente». Forse la lettura di questi testi antichi può suggerirci un amore maggiore per il mondo che ci circonda.




Testi in apnea di Adrian Suciu ( I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)

 Da poco uscito per i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno la raccolta di versi del poeta e scrittore rumeno Adrian Suciu dal titolo “Testi in apnea”. Traduzioni dal romeno di Roxana Lazar e Valeriu Barbu

Adrian Suciu, nato il 21 dicembre 1970, è considerato uno degli scrittori più importanti emersi dopo la caduta del comunismo in Romania. Dissidente anticomunista a 17 anni (minatore fino alla Rivoluzione), giornalista scomodo dopo la caduta del comunismo (molte cause per diffamazione vinte contro alcuni politici rumeni), funzionario parlamentare e governativo, Adrian Suciu è stato escluso, insieme ad altri scrittori, dalla Unione degli Scrittori per aver criticato pubblicamente questa organizzazione professionale di autori che ha escluso, negli ultimi anni, un numero di scrittori 10 volte superiore a quello che ne fu escluso durante l'intera durata del regime comunista di Nicolae Ceaușescu.

Scomodo e intransigente verso la stupidità dilagante nella società contemporena, la menzogna e la dissoluzione morale, Adrian Suciu è un personaggio detestato dall'establishment culturale rumeno, censurato e bandito ma ugualmente amato dal suo pubblico. Autore di romanzi, poesie e drammaturgia, i suoi libri hanno una diffusione notevole e hanno più edizioni. Ha vinto numerosi premi letterari nazionali e internazionali. I suoi scritti sono stati tradotti in arabo, ebraico, inglese, francese, tedesco, italiano, ungherese, spagnolo, ecc. È presente in numerose antologie di letteratura rumena contemporanea pubblicate in Romania o all'estero. La biografia dello scrittore Adrian Suciu è in se stessa un romanzo, l'autore ha esercitato, nel corso della sua vita, i lavori più svariati: minatore, elettricista, giornalista, consulente d'immagine, speculatore, insegnante, editore, consigliere parlamentare e governativo. Noto giornalista, collaboratore di numerose testate, editorialista e produttore di programmi televisivi, Adrian Suciu è attualmente presidente della Sezione Stampa Culturale dell'Unione dei Giornalisti Professionisti della Romania e presidente dell'Associazione Culturale Direzione 9, la più potente e attiva organizzazione privata in Romania dedicata alla poesia. È un importante promotore culturale, organizzando eventi letterari e artistici, campi di creazione, i festival nazionali e internazionali.

Motto personale: La vita si vive senza pietà e senza illusioni!

La sua opera letteraria, giornalistica e televisiva ha contribuito a diffondere la cultura romena in Romania e all'estero. La poesia di Adrian Suciu è caratterizzata da un'originale fusione di tradizione e modernità. Da un lato, Suciu è debitore della tradizione poetica rumena, in particolare della poesia popolare e della poesia romantica. Dall'altro, la sua poesia è aperta alle influenze della poesia moderna, sia europea che americana. In particolare, Suciu è stato influenzato dalla poesia di poeti come Paul Celan, Octavio Paz e Wisława Szymborska. Questa influenza si manifesta nella ricerca di un linguaggio poetico essenziale e nella capacità di esprimere concetti profondi in modo semplice e diretto. La poesia di Suciu è anche caratterizzata da una profonda riflessione sul senso della vita e dell'esistenza. I suoi versi affrontano temi come l'amore, la morte, la solitudine, la speranza e la perdita. Suciu è un poeta che cerca di comprendere il mondo che lo circonda e di trovare un senso alla vita. La sua poesia è una testimonianza della sua umanità e della sua sensibilità.

Un giornalista impegnato

Adrian Suciu è anche un giornalista impegnato. La sua attività giornalistica si concentra principalmente sulla cultura e sulla società. Suciu è un sostenitore della libertà di stampa e della democrazia.In qualità di giornalista, Suciu ha contribuito a diffondere la cultura romena in Romania e all'estero. Ha anche contribuito a sensibilizzare l'opinione pubblica su importanti temi sociali, come la corruzione, la discriminazione e la povertà. Suciu è un giornalista che crede nel potere delle parole per cambiare il mondo. La sua attività giornalistica è una testimonianza del suo impegno per la verità e la giustizia.

 

l’ora esatta della fuga

 

Lei è la dea. Colei che apre l'accaduto

L'ho conosciuta quando era piccola e

teneva compagnia alle membra perse nelle guerre

mi mandava lettere sulle foglie sconosciute …

il sole vegliava che la porta non si chiudesse

serpenti intrecciati danzavano nei nostri giorni!

L'ho amata impaziente, abbiamo fatto le nozze tra

due lanterne frantumate; orologi morsi dalla bufera di neve

affrettavano il braccio per prenderla

Si sentivano nell'aria

tarassachi amari, verso terre felici passava

il suo lungo strascico squarciava le foreste una ad una

La raggiungevo ad ogni angolo e

gli edifici divennero sempre più tondi

I bambini giravano attorno al tavolo cavalcando

il cavallo di legno, il vecchio cuculo uscì tra le foglie

per l'ora esatta della fuga

 

Info link

https://iqdbcasaeditrice.blogspot.com/

Mail – iquadernidelbardoed@libero.it




 

La poesia questa (s)conosciuta: alla Stranieri di Perugia ciclo di lezioni aperto a tutti e gratuito sul linguaggio lirico - Vivo Umbria

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Festival della Poesia Roberto Pazzi, al via la prima edizione - Libri - Il libro in piazza - Ansa.it

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L'antologia di poesie che è un viaggio dentro l'amore | Il Foglio

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Una targa per onorare il luogo di nascita della poetessa gallipolina Sofia Stevens

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L’INTERVISTA. Alessandro Quasimodo: “Giovani e poesia, il ruolo degli audiolibri nell’era moderna” - Tempostretto

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Sedilo, al via la quinta edizione del concorso di poesia "Santu Antinu"

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a Scuola di Poesia alla Stranieri un Ciclo di Lezioni sul Linguaggio Lirico - Perugia

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venerdì 2 febbraio 2024

La frontiera di Vittorio Sereni. Una vicenda poetica (1935-1941) di Stefano Raimondi (Unicopli)

 L'atmosfera della Milano anni Trenta, l'ambiente filosofico e le lezioni universitarie di Antonio Banfi e le discussioni dei futuri portavoce della fenomenologia italiana, sono lo sfondo del percorso poetico e umano di Vittorio Sereni che questo libro intende trattare. L'analisi della sua prima raccolta poetica, Frontiera, viene infatti affrontata tenendo presente gli "immediati dintorni" della sua formazione intellettuale e gli incontri decisivi che hanno portato alla lenta, ma intensa composizione di un'opera autonoma e originale che segnerà molte generazioni di futuri poeti.




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Wisława Szymborska vista da Maria Grazia Palazzo

"Petali di nuvola azzurra", in libreria la raccolta di poesie di Lorenzo Bellandi - Luccaindiretta

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“Febbraio traditore”: la poesia carnevalesca di Maria Luisa Spaziani

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"Sinfonia del Silenzio" - La Poesia di Luisa Simone che Danza tra Emozioni e Dolore. Recensione a cura di Alessandria today

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’Io sono Cassandra’, il reading. La poesia entra al Sant’Anna

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Erich Fried non si leggeva a scuola: la sua poesia, vera e popolare (Traduzione di Stefanie Golisch) - Il Fatto Quotidiano

Erich Fried non si leggeva a scuola: la sua poesia, vera e popolare (Traduzione di Stefanie Golisch) - Il Fatto Quotidiano

giovedì 1 febbraio 2024

Opera sull'acqua e altre poesie Opera sull'acqua e altre poesie di Erri De Luca (Einaudi)

 "Per chi scrive storie all'asciutto della prosa - scrive Erri De Luca l'azzardo dei versi è il mare aperto... è che a cinquant'anni un uomo sente di doversi staccare dalla terraferma e andarsene al largo." L'acqua è l'elemento che domina, visivamente e allegoricamente, la prima metà del libro, ponendo le premesse per la più tellurica consistenza della seconda. Un'acqua che si presenta innanzitutto come elemento primordiale.




Luci nel cammino dei giorni di Francesco Canfora (Armando Editore)

 Il titolo "Luci nel cammino dei giorni" vuole indicare quei momenti della vita nei quali, come improvvisamente illuminati tra le nebbie degli impegni quotidiani, ci poniamo le domande fondamentali sul nostro percorso umano. Le domande, pur essendo anche laiche, sono essenzialmente religiose, perché riguardano il nostro spirito, i nostri comportamenti e il mistero se esista o meno una vita, che prosegue dopo quella terrena. Le poesie qui riunite affrontano questi interrogativi con una visione di fede cristiana e si esprimono molte volte in forma di preghiera, perché il nostro cuore è inquieto e cerca, pur con dubbi e incertezze, un approdo sicuro nel quale poter trovare riposo.




Presentazione del libro "La casa della poesia" di Nuno Júdice su Zoom

 Evento online su piattaforma Zoom

per accedere alla video troverete il link  di accesso qui

https://www.lacasadellapoesiadicomo.com/post/presentazione-del-libro-la-casa-della-poesia-di-nuno-j%C3%BAdice  

 

Sulle pagine Facebook della Casa della Poesia di Como e de I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno saranno pubblicati 48 ore prima dell’incontro link e codice d’accesso all’evento on line su Zoom

Link 1

https://www.facebook.com/Casapoesiacomo

Link 2


L’autore dialogherà con Emilio Coco, traduttore dell’opera,

Stefano Donno, editore de IQdB Edizioni, Roberto Galaverni, critico letterario,

Laura Garavaglia, direttrice della collana “Altri incontri” e presidentessa de La Casa della Poesia di Como.

Modera l’incontro Antonia Depalma, saggista.

 

“Protagonista indiscussa della poesia di Nuno Júdice è la parola. Quasi non c’è poesia che non la contenga e con la quale il poeta alimenta le sue passioni, i suoi paradossi, le sue riflessioni. È essa che gli ispira le metafore e le allegorie più belle, con esse viaggia e riempie la sua valigia. Possono essere parole vecchie, relegate in un angolo del dizionario, ma quando le mette insieme, quando le unisce nel verso, risplendono di nuova luce. Ama le parole esatte, dure come gli oggetti che designano, parole che si uniscono e si sovrappongono a quelle già usate, che devasta, frantuma in sillabe, incendia, ne raccoglie i resti, gli aggettivi, gli avverbi, le preposizioni, per creare altre parole, perché la voce non si bruci e poco importa che le frasi perdano il senso, purché resti inalterato il nome delle cose. Come fa la casalinga con i panni che mette ad asciugare al sole, così fa il poeta con le parole, le attacca nel verso con le mollette, le spiana con il ferro della retorica, senza bruciarle, le sistema nel tiretto della strofa per poi tirarle fuori quando servono per fare o leggere poesia, ed esse seguono il loro percorso, sporcandosi col fango della strada, riempendosi della muffa delle case chiuse, respirando il sudore degli amanti. Si lavano, si asciugano e tornano a sporcarsi in continuazione perché fanno parte del mondo e della vita”. (EMILIO COCO)

Nuno Júdice è nato il 29 aprile 1949 a Mexilhoeira Grande, in Portogallo. Si è laureato in Filologia romanza all’Università di Lisbona e ha conseguito il dottorato nel 1989 con una tesi sulla letteratura medievale. Dal 1997 al 2004 è stato addetto culturale dell’Ambasciata portoghese a Parigi e direttore dell’Istituto Camões sempre a Parigi. È stato docente di Letteratura portoghese e francese presso l’Universidade Nova de Lisboa fino al 2015, quando è andato in pensione. Ha pubblicato studi sulla teoria della letteratura e sulla letteratura portoghese. Poeta e romanziere, è stato redattore letterario di Tabacaria, pubblicato dalla Casa Fernando Pessoa, e commissario per l’area della letteratura portoghese in rappresentanza della 49° Fiera del Libro di Francoforte, che aveva come tema il Portogallo. Le sue opere non riguardano solo la poesia e la narrativa, ma anche saggi, teatro, edizioni critiche e antologie. Dal 2009 è direttore di “Coló- quio-Letras”, rivista letteraria della Fondazione Calouste Gulbenkian. Tra gli altri premi, nel 2013 ha ricevuto il Premio di Poesia Reina Sofia per la poesia iberoamericana. In Italia, ha ricevuto i premi Europa in Versi nel 2016, Camaiore nel 2017 e Carlo Betocchi-Città di Firenze nel 2022.

Info link:

https://iqdbcasaeditrice.blogspot.com/2023/10/la-casa-della-poesia-di-nuno-judice.html


mercoledì 31 gennaio 2024

Gemello falso di Antonio Bux (Avagliano)

 Un viaggio senza sconti nel mondo della psiche e della metamorfosi che mette al centro i temi del comportamento alimentare e la difficile gestione del corpo e della mente per chi, come l'autore, soffre di disturbi legati al cibo. Qui l'io narrante spesso si interroga sul senso del doppio. Ed è così che il gemello falso non è solo quella parte di sé che si perde o ritorna, ma anche quella personalità in ombra che spesso prende il sopravvento. I componimenti presentati in questo libro sono dunque al tempo stesso sia il simbolo del clone generato dalle due anime (quella buona e magra e quella cattiva e in carne), sia quella trinità sfiorata dal poeta per un istante verso la chiusa del libro, come a testimoniare, più di ogni altra cosa, l'importanza iniziatica dell'intero percorso di un'opera che si può ritenere il diario in versi di un'esistenza passata a esorcizzare il proprio specchio.




Pane del bosco. 2020-2023 di Chandra Candiani (Einaudi)

 Una guida accessibile e autorevole a cos'è e a come funziona un «discorso», di particolare utilità per gli studenti che si occupano di linguaggio, comunicazione, scienze sociali e psicologia, e per tutti noi.


Questa nuova raccolta di poesie di Chandra Candiani nasce da un’esperienza reale: l’abbandono di Milano e il trasferimento in una casa su un alpeggio piemontese in mezzo a un bosco. Non che Chandra non avesse un forte rapporto con la natura anche da “cittadina”, ma quando le relazioni diventano fisiche, quando gli alberi e gli animali ti circondano, li vedi e li puoi toccare, vivi con loro, le sensazioni raggiungono un’intensità diversa, e le poesie che nascono da questa esperienza, pur nella continuità delle caratteristiche stilistiche e di pensiero, propongono una svolta, per esempio dissolvendo progressivamente i residui autobiografici e registrando i dati del mondo esterno e delle sue sofferenze con un sentire tanto più intimo quando più defilata è la posizione di ascolto. Nella poesia che apre la raccolta il personaggio che dice io entra in un bosco accompagnata da un puma e da un lupo: «Caro bosco | vengo a te in cerca della ferita che ci precede». È la bambina che conosciamo dai precedenti libri di poesia di Chandra, accompagnata da due angeli del mondo selvatico. Poesia dopo poesia troverà il giusto equilibrio e le giuste distanze di rispetto per vivere nel contatto costante con la natura. E imparerà a farsi attraversare dalla luce, dal vento e dal respiro di ogni essere vivente. Imparerà a far parte della pulsazione collettiva che ogni bosco è.



Luna ruffiana. Poesia di Omar Preziuso

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“Di gennaio, di notte”: la poesia di Mario Luzi

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Il rapporto fra la poesia di Giorgio Caproni e la musica in un incontro a Camogli - Genova24.it

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Davide Cortese a uno dei più importanti festival di poesia italiani | Il Giornale di Lipari

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Concorso di poesia Shoah e Pace: premiati studenti dell’“Einaudi-Alvaro” di Palmi

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martedì 30 gennaio 2024

Amo le parole. Poesie 2017-2023 di Roberto Mosi (Giuliano Ladolfi Editore)

 La raccolta di Mosi, una retrospettiva di ben sette anni di pubblicazioni dal 2017 al 2023, ci mostra come nel tempo il poeta abbia indirizzato la sua attenzione e il suo cuore verso un mondo carico di esaltazioni e sofferenze, di problematiche ambientali e logorii esistenziali, di fascini e leggende, di sapienza storica e abile documentazione, confermando di saper fare poesia a tutto tondo e sempre in modalità di stupore e leggerezza ma anche con profondità dialogiche di tutto rispetto come nel caso dei suoi "Dialoghi con Marcel Proust" e con personali gratificazioni emozionali come in "Orfeo in Fonte Santa" e "Sinfonia per San Salvi".




La pietra sul tempo di Sandro Buoro (Latorre)

 I paesaggi e le cose, le case che crollano, i coppi, la pioggia che consuma, battendo il tempo sulle pietre… questa ultima raccolta del "poeta contadino" Sandro Buoro è piena di cose che soffrono. Un'atmosfera elegiaca la pervade, virgiliana. Vediamo e ascoltiamo le lacrimae rerum, le strida mute degli oggetti che lo specchio accomuna ai viventi nel loro "correre alla morte".




“Poesia è….rinascenza”, arriva il primo appuntamento del 2024 - La Provincia Online

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Alla Galleria d'Arte Moderna la mostra La poesia ti guarda | Roma.Com

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Silanus, insegnante in pensione diventa poetessa in limba

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“I giorni della Merla” una poesia della scrittrice dei Marsi Maria Assunta Oddi descrive la dolce malinconia dell’inverno – Terre Marsicane

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Reggio Calabria: grande successo per il Premio Internazionale di Poesia "Incontriamoci Sempre"

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Nella poesia si incontrano Eros e Psiche - la Repubblica

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lunedì 29 gennaio 2024

Le volontà nobili di Imperatrice Bruno (Nulla Die)

"La penna di Imperatrice Bruno è una bocca, la bocca della poesia, che pulsa in lei come un vulcano in perenne promessa di eruzione. Non sorprenderà che i versi trattenuti a stento tra le pagine siano incandescenti, perché lo sono mente e corpo che li hanno generati: le parole scottano di vita già troppo vissuta, di pensieri e di azioni già troppo arsi dalla presuntuosa fallibilità umana. Eppure, si può ritardare la resa - si può quantomeno provare a farlo. Nella poesia, infatti, storia e speranza, con le parole di Seamus Heaney, possono rimare. A chi incontrerà questo libro l'autrice lascia direttive precise, «amabili e terribili», affinché il suo dono, violentemente sincero e sofferto, si compia pienamente: «panacea» indispensabile per garantire all'anima un futuro senza inganni." (Marco Sonzogni) 






OGGI Lunedì 29 a Palmi la premiazione del quarto Concorso nazionale di poesia per la Shoah e la pace

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Open Mic: "La Poesia non è un lusso" - Taranto - il Tacco di Bacco

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Tra poesia e linguaggio quotidiano: gli aforismi di Roberto Rizzo - NoviOnline

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Una poesia per Agrigento. Concorso a premi della Tua per celebrare la Capitale della Cultura 2025 - AgrigentoOggi

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Premio nazionale di poesia Luciano Serra, il 2 febbraio il vincitore - Redacon

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la mia spada è la poesia. versi di lotta e d’amore nell’opera della poetessa persiana simin behbahâni

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Il piede sulla Luna. Poesie 1980-2023 di Michele Arcangelo Firinu (Fermenti)

 «Firinu si attiene a un nichilismo fecondo, professa un sarcastico rifiuto di ogni chiesa, dismette ideologie e certezze filosofiche consolatorie, rifuggendo da rassicuranti, stabili ripari nel quotidiano… In una prosodia battente, scandita in strofe che ammettono di frequente le rime, la scrittura si pronuncia contro, capace di una desolata simpatia per i vinti essa che è tra i vinti della storia: e dunque si fa quando irta, quando sprezzante, quando amaramente ironica, quando straniata, quando incline a cachinni, quando sganasciata in sbotti comici e in scatologiche impennate.» (Marcello Carlino)




domenica 28 gennaio 2024

Lingua di mezzo di Giuseppina Biondo (Interno Libri)

"Lingua di mezzo" è una raccolta di ottantadue poesie che pone al centro la lingua come linguaggio e la lingua come organo. Si susseguono così componimenti che usano la ə come vocale, il pronome personale di terza persona al plurale invece che al singolare, tutti, questi e altri, artifici oggetto del dibattito linguistico e grammaticale contemporaneo; e tante sono le poesie d'amore che giocano con la lingua come strumento ultimo del bacio. Anche laddove non si giunge al compimento di quest’ultimo, vi è una ricerca di comunicazione, tesa a sfruttare qualsiasi mezzo per unire le persone. Ciò acquista significato e diventa simbolo equivalente degli stessi mutamenti vocalici, grammaticali che tendono all’inclusività. L’autrice si muove così nel tentativo di trovare un equilibrio tra le esigenze contemporanee e la formalità di una lingua che rischia di essere arricchita o limitata dagli stessi espedienti.



 

La scrittrice dei Marsi Maria Assunta Oddi selezionata nel Concorso Internazionale di Poesia Inedita “Il Tiburtino” – Terre Marsicane

La scrittrice dei Marsi Maria Assunta Oddi selezionata nel Concorso Internazionale di Poesia Inedita “Il Tiburtino” – Terre Marsicane

Ligustro, Montale permettendo | Angela Borghesi

Ligustro, Montale permettendo | Angela Borghesi

CONCORSO DI POESIA – TRICASE a cura di Roberta Calati – Italianewsmedia.it – P.C. Lava – Magazine Alessandria today

CONCORSO DI POESIA – TRICASE a cura di Roberta Calati – Italianewsmedia.it – P.C. Lava – Magazine Alessandria today

Lunedì 29 a Palmi la premiazione del quarto Concorso nazionale di poesia per la Shoah e la pace

Lunedì 29 a Palmi la premiazione del quarto Concorso nazionale di poesia per la Shoah e la pace

Non ti arrendere. Poesie dal 2020 al 2023 di Marta Lucia Ghezzi (Gruppo Albatros Il Filo)

 Le poesie di Marta Lucia Ghezzi si distinguono per la marcata affermazione del punto di vista dell’autrice, che non è una manifestazione individuale di pensiero, ma rimanda a una dimensione collettiva, conflittuale, politica. Esso è, soprattutto, prendere posizione. Per questo si può affermare che quella di Ghezzi è una poesia “partigiana”, che esalta la partecipazione nella sua triplice declinazione di essere parte, sentirsi parte e fare parte. E lo fa dal punto di vista di donna, femminista, di sinistra. Marta Lucia Ghezzi è nata a Marchirolo, in provincia di Varese, il 26 aprile 1941. Dopo il diploma magistrale si è iscritta a Roma a una Scuola di Servizio sociale e a Pedagogia. Ha lavorato al CMPP del Pontificio Ateneo Salesiano e all’ARCI (Associazione Romana Comunità Immigrati) a Roma. A Pavia nel 1963 è stata assunta all’ENAOLI (Ente Nazionale Assistenza Orfani Lavoratori Italiani) e, dopo lo scioglimento dello stesso Ente si è trasferita al Comune di Pavia in cui, col ruolo di dirigente ha lavorato fino al 2003 nei Servizi sociali promuovendo anche il servizio Pari opportunità. Dopo il pensionamento ha intensificato le attività di volontariato e di impegno politico, sociale e culturale in varie associazioni e movimenti (femministi, ambientalisti, pacifisti, politici e culturali). Ha scritto numerose pubblicazioni di poesia tra cui Io e Bianca, Giuditta e io, Poesie erranti, Insopprimibili oggetti/soggetti di desiderio.




sabato 27 gennaio 2024

Io. Una trentina di poesie, 2021-2023 Io. Una trentina di poesie, 2021-2023 di Carlo Eligio Mezzetti (Edizioni Iod)

 Essendo un estimatore di whisky pregiati, potrei definire il mio lavoro poetico come il distillato sincero e genuino del vissuto, del visto, del sentito e del pensato… che a goccia a goccia ha stillato nel tempo della vita nei versi di questa raccolta, che non a caso ho intitolato con un “IO” attraversato da un graffio, da una ferita o feritoia (di fontaniana ispirazione), dai quali spillano e sgorgano insieme, in un solo condensato, l’essere, la persona, il senso, lo stile e i contenuti di ogni singola poesia. La poesia è per me la forma espressiva più personale e allo stesso tempo più pubblica che esista. La libertà è sempre stata la cifra del mio pensiero e (per quanto possibile) della mia vita, e inevitabilmente del mio scrivere. Non c’è menzogna in questi versi, talora sgradevoli, altre volte lirici, testimoni di chi è arrivato alla fine del mondo e ha ancora nostalgia dell’altrove. Lingua cruda, ma di elegante ironia, densa di citazioni nascoste, di sangue, merda, corpi stremati, cadaveri, macerie, fumo al carbon fossile, alta gradazione alcolica, amore e amicizia veri. Quindi, astenersi stomaci deboli…




Antologia della poesia giapponese. Testo giapponese a fronte. Vol. 1: Dai canti antichi allo splendore della poesia di corte (VIII-XII secolo) a cura di Edoardo Gerlini (Marsilio)

 «Come acque che s'infrangono | alte contro le rocce | nel fiume Yoshino, | rapida irruppe in me | la passione d'amore.» – Ki no Tsurayuki

Fin dai primi contatti con l'Occidente la poesia giapponese non ha smesso di colpire l'immaginazione degli europei per via delle sue peculiari caratteristiche come la brevità dei componimenti, il costante riferimento agli elementi naturali, la particolare importanza data alla calligrafia, la sostanziale assenza di rima compensata dalla scelta di strutture ritmiche e prosodiche estremamente durature: caratteristiche queste spesso fraintese o deformate da una visione tipicamente orientalista ed eurocentrica di stampo novecentesco. Questo inedito progetto editoriale in tre volumi, corrispondenti al periodo antico (fino al 1185), periodo medievale (fino al 1868) e periodo moderno (fino alla fine del secolo scorso), si propone di selezionare e presentare sotto una nuova luce versi, canti e liriche prodotti in Giappone nell'arco di più di diciotto secoli. Un ricco apparato critico e il testo a fronte rendono questa antologia un prezioso strumento di studio e riferimento sia per l'esperto di culture dell'Asia orientale che per il semplice appassionato di poesia e letteratura mondiale.

Il primo volume dell'Antologia, Dai canti antichi allo splendore della poesia di corte (VIII-XII secolo), raccoglie più di trecento componimenti scaturiti dal pennello di circa un centinaio tra i più rappresentativi poeti dei periodi Nara (710-794) e Heian (794-1185). Le venti sezioni che compongono il volume corrispondono alle più importanti raccolte e antologie compilate nei primi secoli della storia della letteratura giapponese, come il Man'yōshū, il Kokinshū, il Kaifūsō, ma anche opere mai tradotte in italiano come il Kudai waka o lo Honchō monzui. Canti religiosi, struggenti poesie d'amore, elaborati giochi di parole e artifici retorici che diventeranno modello imprescindibile per tutta la successiva storia letteraria dell'arcipelago. Un'attenzione particolare è stata inoltre dedicata alla poesia in cinese composta da giapponesi, che rappresenta l'altra faccia di questa tradizione poetica, spesso sconosciuta al lettore europeo.




Olocausto di Luca Imperiale (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)

 “Un bel giorno – i giorni sono belli – mi sono svegliato dove non c’erano le mie finestre né i miei quadri, non c’era il crocifisso, il letto era un altro letto: non era un letto ma uno spazio simile ad una bara, uno spazio tra un legno sotto i piedi e l’altro legno sulla testa. Mi accorsi dopo pochi minuti che ero in compagnia di tanti fiati e nessun fiato riconosceva il suo proprio fiato e neppure il suo letto. Avevo un pigiama che non è mai stato mio, una magrezza che non è mai stata mia, un tatuaggio che non è mai stato mio – il mio corpo era il corpo degli altri che c’erano. Il prete recitava il rosario tutte le sere, il rabbino recitava le sue preghiere tutte le sere – insieme abbracciavano i cuori e le profonde ferite di noialtri. Seppi che era un prete, seppi che era un rabbino… lo seppi quando non tornarono mai più.” (Luca Imperiale)

Partono i treni, trasportano bestie – così rispondono i vampiri

a chi chiede loro chi c’è in quei vagoni.

Partono i treni,

nelle botteghe si dice della voglia di andare, nei pressi delle piazze

i mugugni si fanno strada – esiste la favola del binario, della stazione

dove ci si arriva per cenare insieme

se nella casa di legno c’è spazio per tutti…

e ci si fissa a vicenda, poi qualcuno scompare

Un racconto in versi, la sequenza delle immagini ci accompagna nell’incubo: il tragico viaggio verso l’olocausto scandito atto dopo atto, questo Olocausto di Luca Imperiale, l’autore è protagonista, come in una mimesi s’incarna in ciò che non ha conosciuto, si fa testimone e interprete del dolore, della rassegnazione e della speranza. I pensieri s’addensano e il lettore, anche lui, è chiamato all’atto della presenza, della condivisione come a partecipare a una preghiera. L’olocausto è stato (è nel suo ripetersi) un momento di sacralità, ma poco rimane nel presente di quella (necessaria) memoria, siamo chiamati oggi a celebrare una ritualità sancita, una ricorrenza svuotata di senso e tutti siamo soli, incapaci di reagire, piegati e senza speranza. (dalla nota di lettura di Mauro Marino)

Luca Imperiale è nato a Brindisi nel 1983. Vive a Sannicola, nel Salento. Nel 2015 si è iscritto all’istituto di scienze religiose di Lecce, l’ISSRM “Don Tonino Bello” conseguendo il titolo magistrale con una tesi “Tratti antropologici in Dostoevskij. Nell’inquieta sofferenza la libertà cristiana”. Ha “I giorni dell’ombra. Diario degli occhi disarmati” (Musicaos editore, 2020); ha curato “Danteide(e)” (5emme), raccolta di contributi scritti in occasione del 7ooesimo anniversario della morte di Dante Alighieri. Nel 2022 ha pubblicato, il poema “Il Balordo” per Spagine – Fondo Verri edizioni e il racconto in versi “Il tempo di Pinocchio” per Controluna. “Inquietudini” è il suo primo romanzo per i Quaderni del Bardo Edizioni. Nel 2024 sempre per la stessa casa editrice pubblica la raccolta in versi Olocausto

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