A CURA DI STEFANO DONNO VICE PRESIDENTE DELLA CASA DELLA POESIA DI COMO

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sabato 13 gennaio 2024

L’inesauribile creatività di Raffaella Albino, da pianista ad autrice di poesie - LSD Magazine

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Fahrenheit | S2024 | La poesia del giorno | Luigi Amendola, lettera a Telemaco | Rai Radio 3 | RaiPlay Sound

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leggere-la-poesia-ad-alta-voce : pordenonelegge

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La rivendicazione logica della storia e l’umanità che ha necessità della poesia | il manifesto

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Lorenzoni e Pace narrano la poesia giapponese ai ragazzi in viaggio con Basho, il samurai degli haiku

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venerdì 12 gennaio 2024

Ciò che l’Isola dice - Cristina Annino & Ugo Magnanti

SI PARLERA' OGGI DI FRANCESCO SAVERIO DODARO ALLA BIBLIOTECA BERNARDINI DI LECCE

 E’ prevista la presentazione del volume Dòdaro: dal battito creatore alla rifondazione dell’anthropos di Francesco Aprile  (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno) OGGI  12 gennaio 2024 ore 18,30 presso Biblioteca Bernardini - Convitto Palmieri (Piazzetta Giosuè Carducci - Lecce). Dialogheranno con l’autore Francesco Aprile, Egidio Marullo (pittore e musicista), Stefano Donno (editore), Mauro Marino (Operatore culturale e curatore editoriale, allievo e collaboratore del poeta Danilo Dolci).

L’evento è organizzato da Biblioteca Bernardini, Regione Puglia, Polo Biblio Museale di Lecce, Teatro Pubblico Pugliese, Pill Cultura, Provincia di Lecce, Città di Lecce, Osservatorio Luoghi Lingue Corpi

 

Francesco Saverio Dòdaro (Bari 01/08/1930 – Lecce 09/02/2018) è stato poeta, poeta visivo, saggista, filosofo, teorico dell’arte e della letteratura, narratore, studioso del libro e delle sue forme. Questo è il lavoro più esaustivo che ad oggi sia uscito su Dòdaro. La ricerca di Francesco Saverio Dòdaro, dagli anni Cinquanta fino alla morte dell’autore, avvenuta nel 2018, si è intrecciata con le vicende di alcuni audaci innovatori, contribuendo a sua volta a rinnovare in maniera importante il ventaglio delle ricerche poetiche germinate dal secondo Novecento. Dalle prime combustioni pittoriche al passaggio alla letteratura e alla teoria del testo e dell’arte, dall’avvincente e profonda teoria sulla genesi del linguaggio al rinnovamento dell’oggetto-libro, dal modulo come unità di misura del pensiero alla narrativa postale e all’internet poetry, dalla poesia visiva alla narrativa concreta, dalla letteratura mediatrice di pace al romanzo di cento parole nelle vetrine dei negozi, la ricerca di sempre nuove formule ha animato l’attività dòdariana. Ne viene fuori il profilo articolato di un autore impegnato nell’investimento creativo dei linguaggi, in una prassi di rinnovamento del mondo, oltre che dell’opera, uno sconfinamento dei generi che ha saputo dialogare con le linee portanti della ricerca internazionale, costruendo trame di intervento attivo sul mondo, investigando il libro e la parola poetica nell’ottica eterodossa del travalicamento dei confini fra i linguaggi più disparati. Questo studio vuole offrire un profilo storico-critico degli ambiti di ricerca e dell’opera, attraversandone le diverse fasi evolutive.

 

“Illuminante e socratico, contro ogni dogmatismo, sempre al lavoro per gli altri. Così è stato per me Saverio Dòdaro. Quando ci siamo incontrati le sue parole erano poche, ma dense di una visione del mondo e una cultura che già chiarivano quale fosse per lui il luogo privilegiato del fare poesia: l’altro, l’alterità. Illuminante e socratico, capace di insegnare coi silenzi, di far maturare e far venire fuori senza imporre nulla. Perché tutto questo? Solo per ricordare a me stesso quanto quelle parole e quei silenzi abbiano fatto crescere intere generazioni, qui, nel Salento. Pragmatico eppure visionario, attento osservatore del suo tempo, ha saputo tessere rapporti col mondo, facendo del Salento quello che Antonio Verri chiamava “il Salento europeo” e di cui Dòdaro, a detta di Verri, era una delle colonne. Una figura volutamente appartata, per rifiuto di ogni ribalta, che ha donato se stesso agli altri, anteponendo poesia e crescita dei giovani a ogni tornaconto personale. Colpevole soltanto di purezza. Un autore capace di tenere insieme ricerca letteraria e tensione sociale, rivolto al mondo, ma senza dimenticare il territorio.  Nel libro ho voluto raccogliere questo e molto altro, affrontando l’opera più che cinquantennale di un autore che ha sempre guardato al mondo e alla poesia nell’ottica di una ricerca esistenziale profonda. La teoria genetica, infatti, elaborata dagli anni Settanta, è il grembo dal cui interno sprigionano le opere letterarie, verbovisive e teoriche successive. Dòdaro, come sottolinea Ruggero Maggi, “è stato il vero precursore di quella ricerca artistica che solo dopo una ventina d’anni sarebbe stata rivalutata e “consumata” da vari artisti internazionali”, un autore con cui bisogna e bisognerà fare i conti ora e in futuro.” (Francesco Aprile)

 

Dòdaro, nato nel Trenta a Bari, sfollato a Turi durante la guerra, formatosi nel solco del Meridionalismo grazie ai ripetuti contatti coi Fiore (Vittore, presso l’ufficio stampa della Fiera del Levante, e Tommaso), amico dei poeti Vittorio Bodini e Rocco Scotellaro grazie a un legame nato nella magica avventura del “Sottano” a Bari, veniva introdotto, da giovanissimo, agli incontri di Laterza e a quelli della “Scaletta” di Matera, allievo di Giorgio Morandi a Bologna, in pittura bruciava gli smalti nel ’54 (come Burri), in “fuga” nella Parigi della grande cultura del dopoguerra, amico fraterno del poeta armeno Hrand Nazariantz, ha stretto legami con le intelligenze più vive e interessanti del Secondo Novecento (da Carmelo Bene a Luciano Caruso, da Antonio L. Verri a Edoardo De Candia, da Julien Blaine a Lamberto Pignotti, da Aldo Dramis a Vittorio Pagano, da Richard Kostelanetz a Shoachiro Takahashi, da Giovanni Fontana a Ruggero Maggi a Rolando Mignani ecc.), ha dato vita, negli anni, ad alcune delle collane editoriali più rivoluzionarie, contribuendo in maniera sensibile alla riformulazione dell’oggetto-libro (romanzi su cartolina, poesia e scritture da proiettare, poesia per internet, narrativa in store), è stato con il Movimento di Arte Genetica, da lui fondato nel 1976, come scrive Ruggero Maggi, “il vero precursore di quella ricerca artistica che solo dopo una ventina d’anni sarebbe stata rivalutata e consumata da vari artisti internazionali”.

 

L’autore: Francesco Aprile è poeta visivo, saggista, autore di code poems (2010), asemic cinema (dal 2016), poesie visive, scritture sbagliate, glitch, asemic writing, asemic-glitch writing, abbecedari asemantici. Nel 2010 ha aderito al movimento letterario New Page-Narrativa in store, fondato nel 2009 da Francesco Saverio Dòdaro, assumendone la direzione nel 2013. Nell’aprile 2011 ha fondato, firmandone il primo manifesto, il gruppo di protesta artistica Contrabbando Poetico e nel 2014, con Cristiano Caggiula, la rivista di analisi liminale Utsanga.it; nel marzo 2021 ha lanciato – con Caggiula, Astolfi, Garrapa, Perozzi – il manifesto del “Liminalismo”. Nell’ambito dei linguaggi verbovisivi è presente in archivi, musei, fondazioni con opere e/o pubblicazioni (Poetry Library, Tate Library, ArtPool Art Research Center, Archimuseo Accattino, ABA Palermo, Poetry Collection-Buffalo University, Imago Mundi-Fondazione Benetton, Collezione Garrera, Fondazione Berardelli ecc). Dal 2016 è inserito in ADA-Archive of Digital Art/Media Art Research Center (Danube University, Krems).  Ha esposto in Italia e all’estero ed è presente su riviste italiane e straniere (“591”, “La Battana”, “La Clessidra”, “Revista laboratorio” – Universidad Diego Portales – Santiago, “Nod Magazine” – Calgary University, “Infinity’s Kitchen”, “Commonline journal” – The Evergreen State College in Olympia, “Letteratura e società”, “Rivista Risvolti”, “La Vallisa”, “Levania”, “Offerta speciale/Busta sorpresa”, “Hotel Dada”, “Digicult”, “Dado tutto bianco”, “Rivista di studi italiani”, “Asemica”, “BAU” ecc.). Ha curato le mostre: Forma e transforma: dalla scrittura visuale all’asemic writing (Archimuseo A. Accattino, 2018, con A. Accattino e C. Caggiula – con annesso catalogo), Asemic writing: map of the asemic horizon (Scolacium, 2016-2017, prima mostra italiana dedicata al percorso storico e contemporaneo dell’asemic writing, con C. Caggiula, E. Carella), Scritture asemiche. Libri d’artista dalla collezione dell’Accademia di Belle Arti di Palermo (Palermo, 2019-2020), Cantata plurale per F. S. Dòdaro (Lecce, 2019), Womb. Opere dall’archivio utsanga (Museo della casa alla fasanese, Fasano, giugno 2022). Collabora o ha collaborato con i gruppi “Electronic Cottage” (Hal McGee) e “New Situazionism” (Dangelo-Menguzzato).

 

Info link

https://iqdbcasaeditrice.blogspot.com/2021/11/dodaro-dal-battito-creatore-alla.html

Mail – iquadernidelbardoed@libero.it


"Canto alla Luna: L'Amore e la Paura Nelle Versi di Alda Merini". Recensione a cura di Alessandria today

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Sempre te stessa. Poesia di Omar Preziuso

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Franco Arminio: “Non sono l’anti-Ferragni”. E ai detrattori: “Perché la poesia non può curare?”. Mentre su Acca Larentia: “Chi è dolce e quieto non è fascista” - MOW - Mowmag.com

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La poetessa Beatrice Zerbini: dal Minghetti a Rai1 con l’inno alla gentilezza

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giovedì 11 gennaio 2024

Le domande della poesia #4 | Riccardo Frolloni "Corpo striato"

Fahrenheit | S2024 | La poesia del giorno | Luigi Amendola, Teorema | Rai Radio 3 | RaiPlay Sound

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“Poesia, mito, rivoluzione”. Un estratto da “L’altra voce” di Octavio Paz | minima&moralia

“Poesia, mito, rivoluzione”. Un estratto da “L’altra voce” di Octavio Paz | minima&moralia

Le nuove stanze della poesia, Lavorare stanca di Cesare Pavese - Il Capoluogo

Le nuove stanze della poesia, Lavorare stanca di Cesare Pavese - Il Capoluogo

Con il poetry slam la poesia torna pop

Con il poetry slam la poesia torna pop: Sul palco dell’Edoné questa sera, giovedì 11 gennaio, si sfideranno sei poeti a colpi di versi senza altri strumenti che corpo e voce.

Metamor di Vittorio Bodini a cura di Antonio Mangione (BESA MUCI)

 Metamor (1967), ultimo libro poetico edito dall’autore in vita, accentua, anche con scrittura automatica, il surrealismo della poesia bodiniana. 

“È un’inchiesta sulla materia e sull’essere”, e al titolo sono affidati ben tre significati: metamorfosi, meta-amore e metà-morto. Un anno prima di morire (1969), coinvolgendo altri inediti, egli aggiungeva trattarsi di “un libro traumatico, sostanzialmente e disperatamente teso a denunziare il totale smarrimento del reale o la sua ricerca senza fede”.

A cura di Antonio Mangione

 Vittorio Bodini (Bari 1914 – Roma 1970), leccese di famiglia e di formazione, è considerato tra i maggiori interpreti e traduttori italiani della letteratura spagnola (Lorca, Cervantes, Salinas, Rafael Alberti, Quevedo). Fondamentali sono ancora oggi i suoi studi: I poeti surrealisti spagnoli (Torino 1963) e Sul Barocco di Góngora (Roma 1964). Oltre che traduttore, Bodini è stato soprattutto un poeta che ha attraversato, con ironia quasi picaresca, tutte le fasi cruciali del Novecento europeo. Per Besa editrice, nella collana Bodiniana, sono già uscite le edizioni critiche di molte sue opere.



SI PARLERA' DI FRANCESCO SAVERIO DODARO ALLA BIBLIOTECA BERNARDINI DI LECCE

 E’ prevista la presentazione del volume Dòdaro: dal battito creatore alla rifondazione dell’anthropos di Francesco Aprile  (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno) il 12 gennaio 2024 ore 18,30 presso Biblioteca Bernardini - Convitto Palmieri (Piazzetta Giosuè Carducci - Lecce). Dialogheranno con l’autore Francesco Aprile, Egidio Marullo (pittore e musicista), Stefano Donno (editore), Mauro Marino (Operatore culturale e curatore editoriale, allievo e collaboratore del poeta Danilo Dolci).

L’evento è organizzato da Biblioteca Bernardini, Regione Puglia, Polo Biblio Museale di Lecce, Teatro Pubblico Pugliese, Pill Cultura, Provincia di Lecce, Città di Lecce, Osservatorio Luoghi Lingue Corpi

 

Francesco Saverio Dòdaro (Bari 01/08/1930 – Lecce 09/02/2018) è stato poeta, poeta visivo, saggista, filosofo, teorico dell’arte e della letteratura, narratore, studioso del libro e delle sue forme. Questo è il lavoro più esaustivo che ad oggi sia uscito su Dòdaro. La ricerca di Francesco Saverio Dòdaro, dagli anni Cinquanta fino alla morte dell’autore, avvenuta nel 2018, si è intrecciata con le vicende di alcuni audaci innovatori, contribuendo a sua volta a rinnovare in maniera importante il ventaglio delle ricerche poetiche germinate dal secondo Novecento. Dalle prime combustioni pittoriche al passaggio alla letteratura e alla teoria del testo e dell’arte, dall’avvincente e profonda teoria sulla genesi del linguaggio al rinnovamento dell’oggetto-libro, dal modulo come unità di misura del pensiero alla narrativa postale e all’internet poetry, dalla poesia visiva alla narrativa concreta, dalla letteratura mediatrice di pace al romanzo di cento parole nelle vetrine dei negozi, la ricerca di sempre nuove formule ha animato l’attività dòdariana. Ne viene fuori il profilo articolato di un autore impegnato nell’investimento creativo dei linguaggi, in una prassi di rinnovamento del mondo, oltre che dell’opera, uno sconfinamento dei generi che ha saputo dialogare con le linee portanti della ricerca internazionale, costruendo trame di intervento attivo sul mondo, investigando il libro e la parola poetica nell’ottica eterodossa del travalicamento dei confini fra i linguaggi più disparati. Questo studio vuole offrire un profilo storico-critico degli ambiti di ricerca e dell’opera, attraversandone le diverse fasi evolutive.

 

“Illuminante e socratico, contro ogni dogmatismo, sempre al lavoro per gli altri. Così è stato per me Saverio Dòdaro. Quando ci siamo incontrati le sue parole erano poche, ma dense di una visione del mondo e una cultura che già chiarivano quale fosse per lui il luogo privilegiato del fare poesia: l’altro, l’alterità. Illuminante e socratico, capace di insegnare coi silenzi, di far maturare e far venire fuori senza imporre nulla. Perché tutto questo? Solo per ricordare a me stesso quanto quelle parole e quei silenzi abbiano fatto crescere intere generazioni, qui, nel Salento. Pragmatico eppure visionario, attento osservatore del suo tempo, ha saputo tessere rapporti col mondo, facendo del Salento quello che Antonio Verri chiamava “il Salento europeo” e di cui Dòdaro, a detta di Verri, era una delle colonne. Una figura volutamente appartata, per rifiuto di ogni ribalta, che ha donato se stesso agli altri, anteponendo poesia e crescita dei giovani a ogni tornaconto personale. Colpevole soltanto di purezza. Un autore capace di tenere insieme ricerca letteraria e tensione sociale, rivolto al mondo, ma senza dimenticare il territorio.  Nel libro ho voluto raccogliere questo e molto altro, affrontando l’opera più che cinquantennale di un autore che ha sempre guardato al mondo e alla poesia nell’ottica di una ricerca esistenziale profonda. La teoria genetica, infatti, elaborata dagli anni Settanta, è il grembo dal cui interno sprigionano le opere letterarie, verbovisive e teoriche successive. Dòdaro, come sottolinea Ruggero Maggi, “è stato il vero precursore di quella ricerca artistica che solo dopo una ventina d’anni sarebbe stata rivalutata e “consumata” da vari artisti internazionali”, un autore con cui bisogna e bisognerà fare i conti ora e in futuro.” (Francesco Aprile)

 

Dòdaro, nato nel Trenta a Bari, sfollato a Turi durante la guerra, formatosi nel solco del Meridionalismo grazie ai ripetuti contatti coi Fiore (Vittore, presso l’ufficio stampa della Fiera del Levante, e Tommaso), amico dei poeti Vittorio Bodini e Rocco Scotellaro grazie a un legame nato nella magica avventura del “Sottano” a Bari, veniva introdotto, da giovanissimo, agli incontri di Laterza e a quelli della “Scaletta” di Matera, allievo di Giorgio Morandi a Bologna, in pittura bruciava gli smalti nel ’54 (come Burri), in “fuga” nella Parigi della grande cultura del dopoguerra, amico fraterno del poeta armeno Hrand Nazariantz, ha stretto legami con le intelligenze più vive e interessanti del Secondo Novecento (da Carmelo Bene a Luciano Caruso, da Antonio L. Verri a Edoardo De Candia, da Julien Blaine a Lamberto Pignotti, da Aldo Dramis a Vittorio Pagano, da Richard Kostelanetz a Shoachiro Takahashi, da Giovanni Fontana a Ruggero Maggi a Rolando Mignani ecc.), ha dato vita, negli anni, ad alcune delle collane editoriali più rivoluzionarie, contribuendo in maniera sensibile alla riformulazione dell’oggetto-libro (romanzi su cartolina, poesia e scritture da proiettare, poesia per internet, narrativa in store), è stato con il Movimento di Arte Genetica, da lui fondato nel 1976, come scrive Ruggero Maggi, “il vero precursore di quella ricerca artistica che solo dopo una ventina d’anni sarebbe stata rivalutata e consumata da vari artisti internazionali”.

 

L’autore: Francesco Aprile è poeta visivo, saggista, autore di code poems (2010), asemic cinema (dal 2016), poesie visive, scritture sbagliate, glitch, asemic writing, asemic-glitch writing, abbecedari asemantici. Nel 2010 ha aderito al movimento letterario New Page-Narrativa in store, fondato nel 2009 da Francesco Saverio Dòdaro, assumendone la direzione nel 2013. Nell’aprile 2011 ha fondato, firmandone il primo manifesto, il gruppo di protesta artistica Contrabbando Poetico e nel 2014, con Cristiano Caggiula, la rivista di analisi liminale Utsanga.it; nel marzo 2021 ha lanciato – con Caggiula, Astolfi, Garrapa, Perozzi – il manifesto del “Liminalismo”. Nell’ambito dei linguaggi verbovisivi è presente in archivi, musei, fondazioni con opere e/o pubblicazioni (Poetry Library, Tate Library, ArtPool Art Research Center, Archimuseo Accattino, ABA Palermo, Poetry Collection-Buffalo University, Imago Mundi-Fondazione Benetton, Collezione Garrera, Fondazione Berardelli ecc). Dal 2016 è inserito in ADA-Archive of Digital Art/Media Art Research Center (Danube University, Krems).  Ha esposto in Italia e all’estero ed è presente su riviste italiane e straniere (“591”, “La Battana”, “La Clessidra”, “Revista laboratorio” – Universidad Diego Portales – Santiago, “Nod Magazine” – Calgary University, “Infinity’s Kitchen”, “Commonline journal” – The Evergreen State College in Olympia, “Letteratura e società”, “Rivista Risvolti”, “La Vallisa”, “Levania”, “Offerta speciale/Busta sorpresa”, “Hotel Dada”, “Digicult”, “Dado tutto bianco”, “Rivista di studi italiani”, “Asemica”, “BAU” ecc.). Ha curato le mostre: Forma e transforma: dalla scrittura visuale all’asemic writing (Archimuseo A. Accattino, 2018, con A. Accattino e C. Caggiula – con annesso catalogo), Asemic writing: map of the asemic horizon (Scolacium, 2016-2017, prima mostra italiana dedicata al percorso storico e contemporaneo dell’asemic writing, con C. Caggiula, E. Carella), Scritture asemiche. Libri d’artista dalla collezione dell’Accademia di Belle Arti di Palermo (Palermo, 2019-2020), Cantata plurale per F. S. Dòdaro (Lecce, 2019), Womb. Opere dall’archivio utsanga (Museo della casa alla fasanese, Fasano, giugno 2022). Collabora o ha collaborato con i gruppi “Electronic Cottage” (Hal McGee) e “New Situazionism” (Dangelo-Menguzzato).

 

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mercoledì 10 gennaio 2024

Conferenza stampa III Premio Letterario Nazionale Gianmario Lucini

Sogni lucidi poesie di Sukrita Paul Kumar (Besa Muci)

 L’universo poetico di Sukrita Paul Kumar ricorda quelle divinità indiane sgargianti e severe insieme, con tante braccia e tanti strumenti magici a loro disposizione: abilmente, l’autrice spazia da temi ancora difficili, come l’omosessualità in India, o il rapporto spinoso con la storia e il passato coloniale (come nella poesia dedicata a Vasco de Gama). La narrazione poetica si sposta poi ad Hanoi, in Vietnam, accarezza elegantemente fiori di loto e pagode, parla con Buddha e ritorna a duellare con le antiche pietre dei templi indiani, dove cani e pietre si uniscono nella confraternita della sofferenza e della gioia.

Penna acuta, sagace, imprevedibile nelle metafore e negli argomenti, Sukrita Paul Kumar esorta il lettore a compiere un viaggio oltre il tempo e lo spazio, la vita e la morte, in una dimensione in cui le parole sono entità vive e galleggiano nell’anima comune che ci unisce tutti, animali, umani, creature celesti.

Traduzione dall’inglese di Clara Nubile

In copertina: foto di Clara Nubile

SUKRITA PAUL KUMAR è una poetessa, pittrice e traduttrice indiana, nata in Kenya. Attualmente vive a Delhi, dove scrive poesie, dipinge e insegna letteratura all’università. Sogni lucidi è la sua prima opera tradotta in italiano.




Fahrenheit | S2024 | La poesia del giorno | Luigi Amendola, Marta Naomi | Rai Radio 3 | RaiPlay Sound

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Sei poesie che celebrano la grandezza di Wisława Szymborska - Linkiesta.it

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Poesia e Scienza, incontro con Claudio Borghi e Alessandro Catà - Mentelocale Web Magazine

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Quando La Pira scriveva ad Andreotti: “Ci vuole più poesia...” - la Repubblica

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martedì 9 gennaio 2024

“Io non sono un poeta” di Sergio Corazzini

Dopo la luna (1956) di Vittorio Bodini (Besa Muci)

 Dopo la luna (1956) è la riscoperta della non-storia, o storia sempre uguale del Sud, già della Luna di Borboni (1952), ora in irreversibile crisi ambientale e socioantropologica. Bodini ne personalizza la vicenda, speculare al suo dramma tra natura e cultura, tra sé e altro da sé (“Il Sud ci fu padre / e nostra madre l’Europa”)… E scrive il suo maggior libro poetico, per complessità d’invenzione e di stile, ai vertici della poesia italiana del secondo Novecento. 

Collana diretta da Antonio Lucio Giannone

A cura di Antonio Mangione

Vittorio Bodini (Bari 1914 – Roma 1970), oltre che poeta tra i più originali e significativi del Novecento, è stato anche narratore, critico, operatore culturale. È considerato uno tra i maggiori interpreti e traduttori italiani della lingua spagnola. Studioso del Barocco, del Teatro di Lorca, di Cervantes e dei poeti surrealisti spagnoli, ha scritto prose, saggi critici e raccolte di poesie.

 



Pralormo, venerdì appuntamento con la poesia di Neruda e il Tango

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Recensioni: “La casa della poesia” di Nuno Júdice - GLICINE

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Il cimitero dei poeti. (Ovvero: la poesia non salva la vita – la alimenta). Temporelli contro tutti - Pangea

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"Per amor dei poeti" in scena. Il mix virtuoso alla Pergola

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In memoria di Maksym Kryvtsov, poeta ucraino ucciso dai russi - Linkiesta.it

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Roberto Pazzi, il bello di una poesia in cui l’espressione non è retorica

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lunedì 8 gennaio 2024

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Antologia dei poeti maledetti versioni metriche di Vittorio Pagano a cura di Simone Giorgino con una prefazione di Antonio Prete (BESA MUCI)

 C’è un elemento di fondo comune a tutti i maudits, un tratto che caratterizzò la loro vita e le loro opere per come oggi le conosciamo. E un filo ancora più sottile unisce i sette poeti, fra i più rappresentativi dei maudits, che Vittorio Pagano ha scelto di raccogliere e tradurre in quest’antologia: si tratta di Gérard de Nerval, Charles Baudelaire, Paul Verlaine, Arthur Rimbaud, Tristan Corbière, Stéphane Mallarmé e Maurice Rollinat. Ed è lo stesso Pagano a chiarire i motivi della scelta sulla cui base costruisce la sua Antologia dei poeti maledetti: una scelta “intesa a stabilire come forse questi poeti, di là dalle suggestioni e dalle affinità biografiche, psicologiche e fisiologiche, raggruppare si possano a un titolo più sostanzialmente, più stilisticamente rappresentativo: quello dell’esigenza metrica che li possedé”. Si comprende quindi perché la traduzione dei poeti qui riproposti è metrica: il tentativo è quello di rendere soprattutto la maniera in cui le ragioni maudites si fanno valere come ragioni di poesia.

A cura di Simone Giorgino con una prefazione di Antonio Prete

Vittorio Pagano (Lecce, 1919-1979), oltre che apprezzato poeta e animatore di riviste come
«L’Albero», «Libera Voce» e «Il Critone», è stato un notevole traduttore di letteratura francese.
Tra le versioni metriche apparse in volume ricordiamo, oltre l’Antologia dei poeti maledetti, Quattro poesie di Mallarmé (1947), Il poeta contumace di Tristan Corbière (1958), Francese antico (1958), Il miracolo di Teofilo di Rutebeuf (1962) e Assassinio nella cattedrale di Canterbury di Guernes de Pont- Sainte-Maxence (1965).



Chiara Domeniconi: poesia, resilienza e speranza - SenzaBarcode

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“La farfalla gialla”. Tra sogno e realtà: volare con la poesia verso l’infinito - Giornale L'Ora

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Sortino. Il mondo contadino del passato nella raccolta di poesie dialettali di Luigi Galioto – siracusa2000.com

Sortino. Il mondo contadino del passato nella raccolta di poesie dialettali di Luigi Galioto – siracusa2000.com

"Sussurri d'Amore: La Poesia Intima di Alma Bigonzoni". Recensione a cura di Alessandria today

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Manfredonia. Compagna lo lascia dopo 7 anni, lui le dedica una poesia: "Tuo per sempre"

Manfredonia. Compagna lo lascia dopo 7 anni, lui le dedica una poesia: "Tuo per sempre"

sabato 6 gennaio 2024

Lottare per le idee. Roberto Roversi, poeta e protagonista della cultura italiana contemporanea di Giuseppe Muraca (Pendragon)

 Roberto Roversi (Bologna 1923-2012) è stato senza alcun dubbio uno dei più importanti letterati e intellettuali della sinistra critica ed eterodossa italiana. La sua attività creativa, organizzativa ed editoriale non può essere scissa dal suo impegno civile, dalla coerente, ostinata, radicale e libertaria passione politica, volta costantemente a mutare i valori dominanti, la società e la condizione umana. Ben lontano dall’essere un “personaggio”, egli si è mantenuto sempre ai margini della società letteraria, con i suoi riti, i suoi vizi e le sue virtù, pur partecipando, sempre con spirito critico, alle vicende del proprio tempo. È riuscito ad essere comunque un grande protagonista della cultura novecentesca, rappresentando per più di cinquant’anni un fondamentale punto di riferimento per diverse generazioni di giovani poeti, scrittori e intellettuali. È certo che la sua scelta di vivere abbarbicato, come una pianta al terreno, alla sua città (Bologna) e arroccato nella sua libreria (Palmaverde), di dichiararsi fino alla fine, al pari di Fortini, uno scrittore politico e di porsi, a partire dalla metà degli anni Sessanta, in netto contrasto con l’industria editoriale e culturale, abbiano senz’altro nuociuto alla sua notorietà. Dall’esordio fino alle ultime poesie, tutto il suo cammino può essere considerato come il risultato di una continua ricerca e di un’attività di sperimentazione condotta attraverso una verifica critica dei vari momenti della storia dell’Italia repubblicana. Questo libro intende, dunque, offrire un contributo alla conoscenza della sua opera e della sua multiforme attività intellettuale.



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venerdì 5 gennaio 2024

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Poesie scelte Selected poems (2010-2020) di Raphael d’Abdon (Besa Muci)

Questa raccolta vuole presentare ai lettori italiani un poeta atipico, borderline, che è stato descritto come “uno degli interpreti più sperimentali della produzione attuale anglofona”.

Il testo, curato e tradotto da Lorenzo Mari, propone una selezione di poesie in inglese con traduzione a fronte che ricostruiscono i dieci anni del suo percorso creativo: alcune sono tratte dalle sue tre raccolte (sunnyside nightwalk, salt water e the bitter herb), altre da riviste di poesia pubblicate in varie parti del mondo. Sono versi di protesta, di analisi sociale, narrativi, astratti, ma non mancano quelli intimistici, erotici, ironici. Storie che indagano l’universalità dei gesti quotidiani, la bellezza della natura ma anche la magia del soprannaturale, offrendo al lettore uno sguardo “alter-nativo” sul nostro presente.

RAPHAEL d’ABDON è nato a Udine nel 1974 e dal 2008 vive a Pretoria, Sudafrica. Scrittore, poeta, ricercatore e traduttore, ha pubblicato le raccolte di poesia sunnyside nightwalk (2013), salt water (2016) e the bitter herb (2018). Ha fatto reading di poesia in Sudafrica, Nigeria, Somaliland, India, Italia, Svezia, Canada e Stati Uniti e le sue poesie sono state pubblicate in Sudafrica, Nigeria, Ghana, Malawi, Singapore, Palestina, India, Italia, Canada, Stati Uniti, Australia e Regno Unito. Ha pubblicato racconti, articoli e saggi in diverse riviste e volumi, è il curatore della sezione poesia della rivista letteraria «BKO» e il coordinatore per il Sudafrica dell’AHN (Africa Haiku Network).



Cristina Campo, a 100 anni da nascita Treccani celebra poetessa - Libri - Poesia - Ansa.it

Cristina Campo, a 100 anni da nascita Treccani celebra poetessa - Libri - Poesia - Ansa.it

Il prodigio della lingua nella poesia

Il prodigio della lingua nella poesia

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mercoledì 3 gennaio 2024

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L'Adige di VeronaL'odore della poesia. Di Sebastiano Saglimbeni

L'Adige di VeronaL'odore della poesia. Di Sebastiano Saglimbeni

Giornata Mondiale della Pace, poesia di Rosario La Greca di Brolo - 98zero

Giornata Mondiale della Pace, poesia di Rosario La Greca di Brolo - 98zero

"Ora bisogna uscire", avverte la poesia di Antonella Anedda. E andare per il mondo - Strisciarossa

"Ora bisogna uscire", avverte la poesia di Antonella Anedda. E andare per il mondo - Strisciarossa: Uscire a incontrare il mondo, opporre umanità alla disumanità, attenzione all'incuria. Garzanti pubblica "Tutte le poesie" di Antonella Anedda.

"Rinascita nella tempesta: L'incanto della speranza nella poesia di Umberto Saba". Recensione a cura di Alessandria today

"Rinascita nella tempesta: L'incanto della speranza nella poesia di Umberto Saba". Recensione a cura di Alessandria today

Intraducibile di Marta Arnaldi (BESA MUCI)

Intraducibile è una parola-corpo che trascrive nelle sue asperità sonore e nella sua liquidità sdrucciola la complessità di un equilibrio costantemente ricercato tra ruvidità e leggerezza.

Per questo motivo è un termine perfetto a introdurre una poesia che appare profondamente radicata nella fluidità assoluta del contemporaneo, eppure capace di schiudersi verso una visione solida, retrospettiva e ampia della storia.
Il verso di Arnaldi – che lavora a partire da una biografia e storia di migrazione, aspetto che emerge con forza nei versi che si mantengono tuttavia sempre al riparo da una dimensione puramente confessionale – affonda così le radici nella grazia discreta della tradizione ligure.

MARTA ARNALDI (Sanremo, 1985) è Extraordinary Junior Research Fellow e Lecturer in Italian Studies presso l’Università di Oxford. Scrive sia in italiano sia in inglese. Poesie, racconti, saggistica creativa e pezzi per il teatro sono apparsi su riviste letterarie, antologie e sotto forma di sillogi. La sua prima raccolta poetica, Itaca (2016), ha vinto due premi letterari internazionali, incluso il “Premio Letterario Opera Prima Elena Violani Landi”, insignito dal Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna. Mare storto (2022), seconda silloge poetica, è risultata finalista al concorso letterario internazionale Jacques Prévert 2021.



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martedì 2 gennaio 2024

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Poesia dal Kossovo a cura di Daniele Giancane (Besa Muci)

La tragedia di un popolo scacciato dalla sua terra, umiliato e disperso nelle nazioni circostanti, privato del diritto di esistere, rivive nella sua autentica cultura, nelle sue tradizioni, nei testi dei suoi poeti più rappresentativi.

Sembra ritornare ossessiva la metafora del fuoco e del silenzio. Da una parte il Kossovo come terra di fuoco e sciabole, dall’altra come luogo del silenzio di identità negata.

Le poesie dei poeti del Kossovo sono allora una sorta di vangelo e di memoria, ma appaiono anche di una illuminazione profetica straordinaria. Sembrano scritte un attimo prima dell’esodo, un istante prima della scintilla che ha provocato l’incendio dei Balcani.

Poesie di: Ali Podrimja, Azem Shkreli, Agim Vinca,Brahim Avdyli, Diamant Abrashi, Din Mehmeti, Milazim Krasniqi, Mustafa Xhemaili, Shefqet Dibrani, Syle Mujaj.

Traduzioni di Demetrio Patitucci, Besnik Sopoti, Amik Kasoruho, Blerina Suta, Armando Gnisci.
A cura di Daniele Giancane.


Daniele Giancane insegna da molti anni Letteratura per l’infanzia presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Collaboratore della “Gazzetta del Mezzogiorno”, direttore di collane editoriali, ha pubblicato diversi volumi. Fra le opere di cui è autore e curatore, per le edizioni Besa-Controluce sono usciti Dal Sud (2001), Storie dell’uomo interiore (2001), Diario dell’anima (2003), Fiabe lucane (2006), La vita inconoscibile (2006), Terra e cielo (2007), Fiabe di Terra di Bari (2009), Una lettera al mondo (2010), Fiabe di Capitanata (2011), Fiabe bosniache (2015), e nel 2016 Fiabe boemeFiabe greche e Fiabe salentine.




Angolo di poesia: “Nel silenzio del pino” di Izabella Teresa Kostka – Italianewsmedia.it – P.C. Lava – Magazine Alessandria today

Angolo di poesia: “Nel silenzio del pino” di Izabella Teresa Kostka – Italianewsmedia.it – P.C. Lava – Magazine Alessandria today

"Fine d'anno" la poesia di Jorge Luis Borges - InLiberaUscita

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Città di San Salvo“Poesia dell’essenza”, il libro di poetica di Laura D’Angelo - Città di San Salvo

Città di San Salvo“Poesia dell’essenza”, il libro di poetica di Laura D’Angelo - Città di San Salvo

"Rinascita nella tempesta: L'incanto della speranza nella poesia di Umberto Saba". Recensione a cura di Alessandria today

"Rinascita nella tempesta: L'incanto della speranza nella poesia di Umberto Saba". Recensione a cura di Alessandria today

Franca Dovesi vince il premio speciale di poesia

Franca Dovesi vince il premio speciale di poesia: "Franca Dovesi, 72 anni, di Grizzana Morandi, si è aggiudicata la medaglia del premio speciale 'Romagna Mia' al concorso di poesie e racconti brevi 'Mamme in Poesia', organizzato da 'Miss Mamma Italiana', sostenendo 'Arianne' Associazione Onlus. Una giuria tecnica ha decretato le vincitrici."

lunedì 1 gennaio 2024

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Le canzoni di gesta dei vassalli ribelli. Testo francese antico a fronte a cura di Marco Infurna e Mario Mancini (Bompiani)

 Nelle canzoni dei vassalli ribelli, fra odî implacabili, lealtà, amicizie, tradimenti, la civiltà feudale cavalleresca compone il suo mito, quello che da Boiardo, Ariosto al Trono di spade non smette di affascinarci.


Nella tradizione epica francese spiccano per qualità letteraria e ricchezza inventiva alcune chansons de geste i cui eroi sono vassalli che l’ingiustizia e la perfidia del re spinge alla ribellione. Le loro storie si inscrivono nel cuore dei conflitti feudali: il «paradosso del vassallaggio» (Marc Bloch) genera situazioni altamente drammatiche, a volte sfocianti nella tragedia, a volte risolte nella dimensione del comico e del meraviglioso. Di tale tradizione il volume presenta cinque capolavori del XII e XIII secolo, tradotti per la prima volta in italiano: Renaut de Montauban, Girart de Roussillon, Raoul de Cambrai, La chevalerie Ogier, Huon de Bordeaux. I testi raccolti nel volume sono, come la maggior parte delle chansons de geste, di autori anonimi. Il più antico di essi è verosimilmente il Girart de Roussillon databile verso la metà del XII secolo; attorno al 1200 si datano le versioni a noi pervenute del Raoul de Cambrai, della chevalerie Ogier de Danemarche, del Renaut de Montauban; più tarda la canzone di Huon de Bordeaux, datata in base a delle allusioni a fatti storici attorno al 1260. Gli autori di questi poemi epici hanno saputo rappresentare personaggi e vicende indimenticabili: la vita nella foresta di Rinaldo e dei suoi fratelli banditi, il dramma del padre che non ha il diritto di aiutarli, la fame durante l’assedio, lo strazio del dover uccidere il proprio meraviglioso destriero.



domenica 31 dicembre 2023

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Poesie di Giorgio Vigolo a cura di Andrea Gialloreto (Le Lettere)

Questa antologia, introdotta e curata da Andrea Gialloreto, attraversa tutta l’opera poetica di Giorgio Vigolo, dagli esordi vociani alle sorprendenti quanto trascurate raccolte della vecchiaia (come I fantasmi di pietra e La fame degli occhi, edite rispettivamente nel 1977 e nel 1982).

Vigolo coniuga alla disperata pronuncia di un male di vivere non eradicabile l’ascolto delle voci del trascendente. Sono questi messaggeri e visitatori notturni (ombre familiari, angeli e dèmoni che prendono dimora nella mente di Vigolo) a dettare i ritmi febbrili di una poesia connotata da interferenze della memoria, inganni onirici, visioni infere e scorci celesti. Trasfigurazioni fantastiche di strade, palazzi e chiese suscitano i fantasmi di pietra della topografia irreale di una Roma eterna, riletta alla luce del Barocco, del Romanticismo e della pittura metafisica.

Critico, poeta, narratore, traduttore, acuto esegeta dell’opera di Belli, Giorgio Vigolo (Roma 1894-1983) ha manifestato una personalità artistica poliedrica e nutrita di una cultura sterminata. Oggi la sua fama è legata soprattutto al romanzo breve La Virgilia, scritto nei primi anni Venti ma edito solo nel 1982 e alla raccolta di racconti Le notti romane (1960). Tuttavia, è sull’opera in versi – da Canto fermo del 1931 a La fame degli occhi del 1982 – che Vigolo faceva affidamento per dare espressione alla sua scrittura evocativa e a quella tensione all’assoluto che fissava nel mito le ansie, gli stupori e le angosce oniriche di un’anima tormentata, sospesa tra gli inferni pagani e un cielo sentito come patria originaria. Restio a percorrere la via del compromesso con la propria epoca e con l’establishment letterario italiano, Vigolo ha intrecciato nei suoi versi una limpida misura classica, come ritorno al canto, inquietudini formali e il chiaroscuro di una parola scabra e “petrosa”, connotata da una sensibilità ulcerata, che Mario Luzi ha accostato al barocco «interpretato insieme nella luce un po’ straziata dell’affabulazione espressionistica e sul taglio della folgorazione romantica come estremo dibattito e dramma dell’anima e dei suoi demoni».



Il modo in cui la luce di Michele Bellazzini (Kurumuny)

C’è un tipo di luce che non prevede ombre, che non proietta immagini oscure delle cose. È una luce verticale, centrata come da un buco dall’alto, un sole allo zenit per sempre.

La poesia di Michele Bellazzini ha a che fare con questo tipo di luce. È fatta di parole chiare, aperte, luminose come sorriso, bacio, e stella, e fiore. Sono le parole di un certo amore per le cose del mondo. Ci sono animi che più di altri sentono di fare parte di un tutto, di un movimento circolare che genera armonia, equilibrio, ordine.

Dalla prefazione di Caterina Serra

Note alla collana

Un progetto il cui vero ispiratore è Pier Paolo Pasolini, intellettuale e poeta ineguagliabile verso cui va il nostro debito più alto, è a lui che dobbiamo il nome della collana, perché fu lui che in un’estate del 1941, una mattina, girando per le strade di Casarsa sentì pronunciare da un ragazzino la parola rosada.

«Era Livio, un ragazzo dei vicini oltre la strada.
La parola rosada non era che una punta espressiva della sua vivacità orale. Certamente quella parola, in tutti i secoli del suo uso nel Friùli che si stende al di qua del Tagliamento non era mai stata scritta. Era stata sempre e solamente un suono. Qualunque cosa quella mattina io stessi facendo, dipingendo o scrivendo, certo mi interruppi subito. (...) E scrissi subito dei versi, in quella parlata friulana della destra del Tagliamento, che fino a quel momento era stata solo un insieme di suoni: cominciai per prima cosa col rendere grafica la parola rosada
(P.P. Pasolini, Empirismo eretico, Garzanti, Milano 1977).

Dalla postfazione di Milena Magnani




sabato 30 dicembre 2023

Prezzario della rinomata casa del piacere a cura di Anna Chiriatti e Stefano Donno (Kurumuny)

Una galleria di foto che sembrano scatti di moderne versioni della meravigliosa e carnale Afrodite di Milo e che ritraggono donne di un'eleganza apollinea i cui corpi sono un sensuale trionfo della carne: belli, torniti, lisci, morbidi, niente a che vedere con le bellezze filiformi e patinate di tante riviste, di tanta televisione, che rispondono a un canone inautentico e triste, che sembra punitivo e quasi violento nei confronti del corpo di donna, quasi una negazione del femminile, del femminino nel senso più ancestrale. Non immagini stereotipate di una irraggiungibile e irreale perfezione omologante, che rende visi e corpi incapaci di trasmettere emozioni, ma ritratti di donne vere, reali, corporee, da toccare, consapevoli di diventare la resa carnale delle fantasie sessuali altrui, che offrono generosamente il loro corpo alla macchina fotografica che le ha immortalate nella loro misteriosa carnalità.

Le foto, quasi un catalogo ideale della bellezza, che è imperfezione e perciò infinitamente più eccitante e crea vita, sono immagini di una femminilità dirompente, di una voluttà disarmante e allo stesso tempo hanno un non so che di tenerezza che le rende assolutamente reali e alla portata di tutti.
E anche se chiaramente si possono intravedere già i prodromi del sistema ipermediatico e pervasivo della pubblicità odierna ad alta definizione, si può con una certa tranquillità affermare che fondamentalmente possiamo godere attraverso le pagine di questo libro di un pasto pantagruelico - confezionato a dovere - di pelle, sudore e desiderio che sazia in maniera inverosimile qualsivoglia appetito. In ogni pagina si parla di estratti di normalità; ovvero di porzioni plausibili di visioni appartenenti al gioco dell’Eros fatto di puro disordine e pura pulsione. La grazia di alcune inquadrature proposte in questa sede è la stessa, amara e forte, che scappa in ritratti nati per rivendicare il diritto alla dimensione intimistica. Ed è appunto su questo livello, in mezzo a questo terreno fremente che il libro si muove rivelando come alla fine è il percorso più intimo quello che riesce meglio a dimostrare le cose più belle, che riesce a portare alla luce della notte e al buio dell’illuminazione il fiato d’una parola dermicamente indispensabile al nostro essere.
E dal momento che il corpo è il segno più eloquente della nostra umana finitezza, sembra esserci in queste immagini un monito perché la bellezza come la vita è un’apparizione momentanea che bisogna saper afferrare, cogliere e godere.



“La farfalla gialla”. Tra sogno e realtà: volare con la poesia verso l’infinito - Gazzetta di Napoli

“La farfalla gialla”. Tra sogno e realtà: volare con la poesia verso l’infinito - Gazzetta di Napoli

Poesia di Gabriele Corsi di Giuseppina De Biase. Napoli – Italianewsmedia.it – P.C. Lava – Magazine Alessandria today

Poesia di Gabriele Corsi di Giuseppina De Biase. Napoli – Italianewsmedia.it – P.C. Lava – Magazine Alessandria today

La poesia come risposta al male del mondo

La poesia come risposta al male del mondo

Artyom e Yegor: i poeti condannati per aver letto poesie contro la guerra- Corriere.it

Artyom e Yegor: i poeti condannati per aver letto poesie contro la guerra- Corriere.it

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venerdì 29 dicembre 2023

Officine della Poesia (Kurumuny)

Tentare di fermare la poesia all’improvviso.

È questo il senso di Officine della poesia, un progetto editoriale che decide di presentarsi ai poeti senza appuntamento, per cogliere l’anima dei loro versi di sorpresa, coglierla in uno di quegli infiniti istanti in cui il farsi “verso” è bozza ancora perfettibile.
Ne esce un’opera che ha un’incredibile energia interna, una vitalità profonda e plurale in grado di far emergere gli elementi portanti di una scena.

BOLOGNA

Vincenzo Bagnoli
Alberto Bertoni
Vito M. Bonito
Alessandro Brusa
Martina Campi
Salvatore Jemma
Stefano Massari
Pier Damiano Ori
Francesca Serragnoli
Giancarlo Sissa
Sarah Tardino
Maria Luisa Vezzali


Autore: AA.VV.
Postfazione di: Milena Magnani
Collana: Rosada




Sensibilità, semplicità, umanità nel tratto: la poesia di don Frugone | TeleRadioPace TV

Sensibilità, semplicità, umanità nel tratto: la poesia di don Frugone | TeleRadioPace TV

"Rinascita nella tempesta: L'incanto della speranza nella poesia di Umberto Saba". Recensione a cura di Alessandria today

"Rinascita nella tempesta: L'incanto della speranza nella poesia di Umberto Saba". Recensione a cura di Alessandria today

Sette anni di carcere per una poesia, nella Russia di Putin - Il Sole 24 ORE

Sette anni di carcere per una poesia, nella Russia di Putin - Il Sole 24 ORE

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giovedì 28 dicembre 2023

ANNELISA ADDOLORATO E ANTONELLA RIZZO A LECCE VENERDI’ 29 DICEMBRE 2023

Per la Rassegna Le Mani e l’Ascolto il 29 dicembre 2023 ore 19,00 presso il Fondo Verri, via S. Maria del Paradiso 8 (Lecce) Annelisa Addolorato (foto sopra) autrice per i Quaderni del Bardo Edizioni del volume “I Mandala di Luce” e Antonella Rizzo (foto sotto) autrice per i Quaderni del Bardo Edizioni de “L’ora del sole medio”  dialogheranno sul loro modo di fare e intendere poesia.


Introduce e coordina l’editore Stefano Donno.

Letture a cura di Paola Leone  ( regista e pedagogista teatrale). 

Due poetesse, due visioni per versi del mondo, un dialogo poetico autentico. È il progetto che vedrà protagoniste Annelisa Addolorato e Antonella Rizzo, che si alterneranno nella reciproca presentazione delle rispettive raccolte poetiche, “I Mandala di Luce” e “L’ora del sole medio”.

Annelisa Addolorato, artista internazionale, titolare del marchio italiano NPS: navigli poetry slam, ha pubblicato “I Mandala di Luce” per i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno. La raccolta è composta da poesie e prose che catturano la meraviglia e la percezione di simboli, immagini e colori, in un ritmo del fare, del dire e dell’agire poetico magico, mistico, ancestrale.. Antonella Rizzo, autrice di “L’ora del sole medio”, sempre per i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, scrive: “L’ora del sole medio è il momento della scrittura senza ombra durante il quale è impossibile nascondersi. È la fine di ogni fine, un’apocalisse di luce in cui i dettagli sono al pari del tutto e dicono di più. La raccolta è la resa di uno stato di fine che si ripete ogni giorno, all’ora del sole medio”. Le due poetesse, pur non conoscendosi, hanno accettato di presentare l’una il libro dell’altra, dando vita a un dialogo poetico intenso e autentico.


I Mandala di Luce di Annelisa Addolorato (I Quaderni  del Bardo Edizioni di Stefano Donno) – La cura della casa è come la costruzione di un meraviglioso Mandala, un giardino mutante di cui prendersi cura. Curiosa, viaggiatrice, cura la natura con amore viscerale: la Terra siamo noi, energia vitale e cosmica. La pagina diventa sessione di arte marziale pratica con alternanza esatta di racconti, frasi poetiche e riflessioni. Il libro scorre con la caratteristica leggera nota di melanconia esistenziale giapponese, stile Mieko Kawakami, ben descrivendo la struggente presenza dell’essere e dell’amare. (Serena Rossi)

Annelisa Addolorato nei suoi testi cattura Meraviglia e Percezione di simboli, immagini, colori, in un ritmo del fare, del dire e dell’agire poetico magico, mistico, ancestrale. Un dimensionare l’esprit poétique in raffinate poesie e prose che si nutrono di un mondo interiore multipolare e decentralizzato, ma vivissimo in un Silenzio abissale, che splende e risplende di luce propria. (Stefano Donno)

Pubblica da anni libri di poesia&arte, tra cui: Guardando la mar – Il nostro Chi (IQdB/Amazon, Lecce 2022); i tre libri con testo a fronte: My voice seeks You (italiano/inglese, New York), La palabra ‘lasca’ (italiano/spagnolo, Madrid) e Mariposas y falenas (italiano/spagnolo, Madrid); libri adottati come testi di studio universitario Viaje entre palabras (Madrid), Generación Tuteo e La parola danzante (Milano), tra altri titoli. Ha tradotto molti testi e libri di poesia. On line si possono ascoltare sue poesie, le tracce dei suoi audiolibri in italiano e spagnolo LA FORMA DELLA TIGRE. Suoi scritti di narrativa e sull’arte sono presenti in rete e, su antologie varie tradotti in molte lingue, tra cui: hindi, coreano, giapponese, inglese, spagnolo, rumeno, tedesco, turco. Partecipa e contribuisce come artista e creativa a progetti&festival letterari/artistici/culturali in Italia e nel mondo. Scrive post di attualità e poesia PAESAGGI DELL’ANIMA. PAESAGGI DEL SUD (nella rivista on line Il pensiero mediterraneo); scrive i post mensili della rubrica LA SPAGNA IN LETTERE (nel blog poetico La Poesia e lo Spirito); è co-ideatrice del progetto creativo Migra.Azioni, insieme alla artista S. Rossi; forma parte della redazione della collana poetica De luz, piedra y espejo (edita dall’Università di Al- calá di Henares); Premio Letterario Internazionale Città di Pomezia; Festival Kritya.

Info link

https://iqdbcasaeditrice.blogspot.com/2023/10/i-mandala-di-luce-di-annelisa-addolorato.html

L’ora del sole medio: raccolta di apocalissi minime (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno) – “L’ora del sole medio è il momento della scrittura senza ombra durante il quale è impossibile nascondersi. È la fine di ogni fine, un’apocalisse di luce in cui i dettagli sono al pari del tutto e dicono di più. La raccolta è la resa di uno stato di fine che si ripete ogni giorno, all’ora del sole medio.

(Antonella Rizzo)